Intervento
di Michele Di Schiena.
Segnalatoci
da Graziella Lupo - Lunedì 2 Settembre 2002
LA
POLITICA DI FITTO E LE “CERTEZZE” DI MONS. RUPPI
“Lo
scadimento del dialogo politico e sociale nella violenza e sopraffazione
della persona, come è accaduto al Presidente
della Regione Puglia Raffaele Fitto, merita una chiara e ferma presa di
posizione perché è inaccettabile che si possa far uso della protesta in
tal modo e senza alcun rispetto”: è quanto ha scritto in una
nota il Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese Mons. Cosmo
Francesco Ruppi con riferimento alle contestazioni di questi giorni in
merito al Piano Regionale di Riordino Ospedaliero. E su questa
affermazione non si può che essere d’accordo perché ogni atto
di aggressione o di offesa alla persona si colloca nettamente fuori dalle
logiche democratiche e, per altro, finisce sempre per danneggiare le
ragioni di legittime proteste aprendo anche la strada a vittimismi
fuorvianti perché rivolti a distogliere l’attenzione dal merito delle
questioni sollevate.
Ma
Mons. Ruppi non ha limitato a questo punto il suo intervento ed è andato
ben oltre. Ha infatti aggiunto:
“Al
Presidente Fitto vada la solidarietà della chiesa pugliese e la certezza
che la sua opera a servizio della Puglia e della crescita sociale del suo
popolo troverà consenso”. Ora, la solidarietà della Chiesa
pugliese si potrebbe ben comprendere se fosse collegata esclusivamente
agli atti di violenza e di intemperanza subiti
da Fitto. C’è motivo però di dubitarne per la genericità dei termini
con i quali la solidarietà è stata espressa, per il giudizio
sostanzialmente favorevole alla politica sanitaria della Regione
manifestato dall’Arcivescovo in qualche precedente sortita e,
soprattutto, per quanto egli ha affermato nella parte conclusiva della
recente nota sulla quale si tornerà più avanti per qualche sofferta
considerazione.
Sarebbe
allora giusto che Mons Ruppi mettesse in grado
i cittadini pugliesi, credenti e non credenti, di capire meglio se la
chiesa è solidale anche con la politica sanitaria di Fitto e, in caso
positivo, spiegasse i motivi di questa solidarietà. E
ciò naturalmente con specifico riferimento ai provvedimenti che in questi
giorni stanno provocando così larghe contestazioni e proteste
puntualmente motivate da argomenti che meritano anch’essi attenzione e
rispetto. E, per fare qualche esempio,
quale giudizio si esprime in merito ad una politica tutta giocata su
esigenze finanziarie, peraltro diversamente affrontabili, e
sostanzialmente sorda e muta di fronte alla domanda di misure e di servizi
per la tutela della salute in termini di prevenzione e di cura? Non merita
forse, per dirla con Mons Ruppi, qualche
“chiara
e forte e presa di posizione” la chiusura della Giunta
Regionale al confronto democratico durante il periodo di preparazione del
“piano”, la soppressione di reparti ospedalieri efficienti e la drastica
riduzione dei posti letto nelle strutture pubbliche tenendo indenne il
privato?
Ed
ancora: non la merita forse una “presa di posizione” l’introduzione
delle quote fisse di contribuzione su ricette per l’acquisto di farmaci
e la prescrizione di pesanti ticket per ogni confezione di
medicinali adottata dalla Regione con un provvedimento che colpisce
i cittadini più deboli? E nulla c’è da dire sul fatto che nessuna
particolare esenzione viene concessa agli
invalidi civili con inabilità fino al 99% e che, per citare solo qualche
“perla”, viene negata l’esenzione parziale persino ai portatori di
patologie neoplastiche maligne il cui nucleo familiare, anche se composto
di molte persone, superi il reddito complessivo annuo di 16.000 Euro? E
non suscita commenti il riscontro di tempi di attesa
che saranno certamente sempre più lunghi degli attuali per prestazioni
sanitarie indispensabili ed indifferibili?
Ma,
tornando all’espressione conclusiva della nota di Mons Ruppi, quella
sulla “certezza” che l’opera di Fitto a servizio della Puglia e
della sua crescita sociale troverà consenso sorprende, e la sorpresa è
particolarmente amara per molti cattolici, che il Presidente della
Conferenza Episcopale Pugliese si schieri così
nettamente ed apertamente con una parte politica (a prescindere dal suo
colore) dicendosi certo, senza spiegarne il motivo, che la politica di
questa Giunta Regionale troverà in futuro favorevole accoglienza nel
popolo pugliese. Sorge perciò il “legittimo sospetto” che tanta
generosa e ben augurante premura sia stata in
qualche modo sospinta fino alle soglie dell’imprudenza, dal trattamento
di favore riservato dal “piano” ai tre poli ospedalieri (San Giovanni
Rotondo, Acquaviva delle Fonti e Tricase) controllati dalle gerarchie
ecclesiastiche. Corre allora il pensiero a quanto ha affermato il Concilio
Vaticano II sul dovere della carità cristiana di consolare “con
premurosa cura” chi è afflitto da tribolazioni e da malferma
salute o manca di servizi e di medicine ed alla esortazione
rivolta dallo stesso Concilio alla Chiesa perché si serva “delle
cose temporali nella misura che la propria missione lo richiede”
non ponendo “la
sua speranza nei privilegi ad essa offerti dall’autorità civile”
ma anzi rinunziando
“all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti ove
constatasse che il loro uso potesse far dubitare della sincerità della
sua testimonianza” (Gaudium et Spes, 76).
Brindisi,
23 agosto 2002
Michele
Di Schiena
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