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La lettera seguente è a firma dell'ex Sindaco di Veglie Antonio Greco ed è indirizzata all'attuale Sindaco Roberto Carlà. E' stata inviata alla "Gazzetta del Mezzogiorno" e pubblicata nell'edizione di Martedì 14 novembre 2000 |
La lettera seguente è la replica del Sindaco Roberto Carlà alla lettera inviatagli da Antonio Greco. E' stata inviata alla "Gazzetta del Mezzogiorno" e pubblicata nell'edizione di Martedì 21 novembre 2000 |
Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 14 novembre 2000 (Antonio Greco) "Caro Sindaco, nel Consiglio Comunale di venerdì 27 ottobre mi sono astenuto, mio malgrado, dal votare l'ultima delibera dell'ordine del giorno avente per oggetto: "Primo anniversario 'Strage della Grottella' - Approvazione atto di indirizzo per la realizzazione di un monumento commemorazione vittime", nonostante il tuo appello a votare unanimi su un tema che non può conoscere differenze politiche. Non ti scrivo né per chiarire né per giustificare la mia scelta. Certo, c'è stata sorpresa per un argomento aggiunto all'ultimo momento ai lavori del Consiglio Comunale (e per questo forse poco pensato) e per le motivazioni addotte dall'assessore ai Lavori Pubblici. Questi ha sostenuto infatti che l'iniziativa di un monumento ai vigilantes caduti sarebbe unica in Italia: motivazione davvero modesta, tanto più mancando di un coinvolgimento ampio del paese. Tuttavia, hai fatto bene a fare la proposta. Queste cose, anche quando si fanno solo per dovere, hanno un significato e sono destinate comunque a lasciare un segno. Intermini propositivi ti scrivo per sottoporti due semplici annotazioni. Tuteliamo lo spazio della memoria privata. Nella metà degli anni Ottanta, in via Brandi, vicino all'Istituto Tecnico Nautico di Brindisi in cui insegno, avvenne una morte tragicamente precoce. Dopo anni, una mano anonima ogni giorno lascia ancora un piccolo mazzo di fiori legato a un palo con un biglietto in un foglio di cellophane che lo protegge dalla pioggia. La memoria individuale dei parenti delle persone scomparse in circostanze tragiche e premature è forte, tenace e si esprime in moltissimi modi e i più impensati. Essa è una sfida non tanto agli altri uomini, che purtroppo non ricordano, quanto al Tempo, lento e distruttore di tutte le cose. Quegli inconsolabili parenti o amici un giorno non ci saranno più a portare i fiori e la memoria di quella persona o di quelle persone svanirà definitivamente. Ma non per questo la memoria individuale è meno importante e meno espressiva di quella collettiva che si esprime in un monumento e/o in un rito annuale. Anzi quest'ultimi, per loro natura, ci conducono soltanto a metà strada, indicano una mancanza, un lutto rimosso e ci lasciano in balia degli spettri. Un monumento non fa che rafforzare il sentimento di assenza. Troppo poco tempo è passato da quel tragico 6 dicembre 1999 perché la memoria della comunità soverchi o si sovrapponga a quella individuale delle mogli, dei figli, dei genitori e familiari dei nostri Luigi, Rodolfo e Raffaele. Il loro dolore è ancora troppo grande. E la ricerca di sollievo a questo dolore avviene attraverso vie ben note: il silenzio condiviso, la compartecipazione individuale, la forza di vivere che viene dai piccoli gesti di solidarietà quotidiana, l'intervento concreto delle istituzioni nei confronti di chi ha perso il marito o il padre e, per chi crede, il culto religioso. E' dato a noi il potere e la facoltà di interferire in questo processo? Il breve tempo trascorso dal tragico evento richiede a noi la massima cura per non invadere lo spazio dolorante della memoria privata. Un ricordo che sia presenza. Luigi, Rodolfo e Raffaele non appartengono più solo alle loro famiglie. Non appartengono più all'Istituto presso cui lavoravano. Appartengono a un paese intero, meglio ad una intera provincia. E non solo per la tragicità della loro morte, ma per la loro vita "comune", per l'appartenere a quell'enorme comunità di esseri umani che vive e muore senza nome e senza monumenti perché cari a pochi. Per ricordare questi uomini un paese deve trovare segni carichi di "presenze", più che di ricordi: la presenza di una giustizia che non ha ancora preso tutti i criminali assassini e non li ha ancora potuti condannare; la presenza di una politica globale della sicurezza; la presenza del rispetto della legalità in ogni settore della vita pubblica; la presenza del bene pubblico quale regola di azione politica prima di quello individuale o di parte. Che fare perché i morti della Grottella del 1999 non svaniscano dalla memoria di un paese, nonostante il monumento, in modo molto rapido, e non rimangano solo i segni di una assenza per chi non ha più orizzonti ed è votato a vivere nel passato? Il mio appello è che l'Amministrazione Comunale di Veglie, l'Amministrazione Provinciale, la Città di Copertino, l'Istituto Velialpol, i familiari delle Vittime, semplici cittadini, vegliesi e non, diano vita ad una Fondazione che con borse di studio annuali promuova i valori sopra ricordati e incentivi quei cittadini che si sforzano e si impegnano a tradurre nella vita quotidiana ciò per cui Luigi, Rodolfo e Raffaele sono morti. Affidando queste note alla tua sensibilità, ti saluto". Antonio Greco |
Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 21 novembre 2000 (Roberto Carlà) Egregio prof. Greco, riscontro la Sua lettera aperta e tengo a ribadire alcune considerazioni che ho già avuto modo di comunicare nel corso dell'ultimo Consiglio comunale del 14 novembre scorso cui Lei ha partecipato. Un argomento così tragico, come la strage della Grottella, non può sicuramente essere oggetto di diferenze di credo politico, ma mi consentirà di aggiungere che possono esistere diversi modi per ricordare un avvenimento nel pieno rispetto delle altrui convinzioni. Devo premettere che l'argomento della realizzazione di un monumento in ricordo delle "Vittime della Grottella" è stato posto all'ordine del giorno del 27 ottobre scorso solo all'esito di un percorso che ci ha visti dibattuti tra un forte e collegialmente sentito dovere morale e la volontà di garantire il massimo rispetto dei sentimenti dei familiari delle tre vittime e di arrecare agli stessi il minimo disagio possibile. Ed è stata grande la sorpresa, in molti nostri concittadini, l'aver rilevato la Sua astensione in sede di votazione della proposta deliberazione. Lei ha scritto ". . . la memoria individuale è meno importante e meno espressiva di quella collettiva . . ." e ". . . Luigi, Rodolfo e Raffaele non appartengono più solo alle loro famiglie o all'Istituto presso cui lavoravano ma ad un paese intero a ad un'intera provincia . . ." . E' stato proprio il convincimento dell'importanza dei "sentimenti collettivi"che ci ha indotto a concludere che era necessario ricordare l'avvenimento anche ad un solo anno da quel triste giorno e nel pieno rispetto del dolore dei familiari che, certamente, nessun tipo di rappresentazione potrà acquetare. La realizzazione di un monumento è sembrato un modo concreto ed idoneo per additare all'intero paese e all'intera provincia delle vittime e soprattutto per conservare il ricordo alle future generazioni. Insieme a Luigi, Rodolfo e Raffaele avremmo in animo di ricordare anche quanti hanno sacrificao la propria vita in adempimento del proprio servizio. Il ricordo, l'esempio, la memoria personale fanno parte del bagaglio culturale e formativo di ogni individuo così pure il ricordo, l'esempio e la memoria comune contribuiscono a costituire l'essenza della collettività. Per quanto sopra ritengo accoglibile, come già riferitole nell'ultima seduta del Consiglio Comunale, il suo appello alla nascita di una Fondazione in memoria delle Vittime della Strage della Grottella cui tuttel le persone e gli Enti sensibili possono aderire ma è anche, ritengo, da condividere l'idea di ricordare le vittime con un monumento. Chi può, infatti, arrogarsi il diritto di stabilire quale cosa sia più adatta a rappresentare i sentimenti di singoli e/o della collettività? Credo nessuno! E come considerare tutti i monumenti esistenti? Non sono forse una reliquia della memoria comune? Concludo auspicando che tutte le valide iniziative per rendere omaggio ai tre concittadini tragicamente scomparsi vengano portate avanti e La saluto. Roberto Carlà |