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"Maria Gigante" - 27 dicembre 2005 |
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Risposta a "Fiamma
Tricolore"
Leggo sul foglio FIAMMA TRICOLORE del Natale 2005, a pagina 3, la domanda n.19
dell’articolo "ALCUNE COSE CHE VORREMMO SAPERE": “Chi
salverà dal degrado gli impianti per la Città dei ragazzi di Piazza Caprera,
costruiti per andare incontro alle richieste dell’amministrazione scolastica
e poi abbandonati al loro destino nonostante la stretta vicinanza di
autorevoli personaggi del mondo della scuola che potrebbero interessarsene?”.
Abitando in Piazza Caprera e sapendo che in zona non vi sono altre persone
che operano nelle scuole di Veglie, mi sono sentita chiamata in causa. Ho
inteso che l’ironica espressione “autorevoli personaggi del mondo della
scuola” sarebbe rivolta a me. Questo non mi onora, poiché mi ritengo
un’umile maestra che cerca di fare il suo dovere senza essere né sentirsi un
autorevole personaggio, anzi mi offende, in quanto nella sopracitata
espressione sento tutto il livore che chi scrive prova nei confronti dello
SDI e temo voglia accomunare anche me nelle scelte di quel partito. A questo
punto sono necessari alcuni chiarimenti:
-
il primo è necessariamente di
natura politica. Lo SDI è il partito di cui ho la tessera, ma chi mi
conosce bene sa che non ho condiviso le scelte fatte dal mio partito né
quando si alleò con la coalizione che portò al governo del paese
l’amministrazione Carlà, né quando in tempi più recenti si è alleato con
la coalizione che ha portato alla vittoria l’amministrazione Fai. Non ho
condiviso queste scelte perché io sono convinta che lo SDI debba cercare
alleanze in quella che è la sua area politica e cioè con i partiti della
sinistra. Chi mi è molto vicino conosce anche una scelta che io ho fatto
nell’ultima consultazione elettorale per le amministrative di Veglie: in
quell’occasione ho preferito annullare la scheda elettorale per le
comunali, piuttosto che dare il mio voto a persone che avevano
costituito le liste in modo funambolesco e opportunistico, creando
alleanze senza identità. Dico ciò riferendomi non solamente agli
esponenti del mio partito, ma a tutti i candidati di tutte
le liste di tutti gli schieramenti che si presentarono in quella
tornata elettorale. Per questa mia posizione gradirei non essere
accomunata alle scelte politico-amministrative che fa il mio partito.
-
Il secondo chiarimento è di
natura tecnica e riguarda il progetto del CCR (Consiglio Comunale dei
Ragazzi) che portò alla realizzazione degli impianti per la Città dei
ragazzi di piazza Caprera. Il progetto CCR è un progetto dell’UNICEF
proposto dal comune e per il quale le scuole offrono la collaborazione,
avendo la possibilità di contattare con facilità tutti i ragazzi del
paese. Essendo un progetto proposto dal comune, si capisce bene che ciò
che può fare la scuola con i suoi “autorevoli personaggi” è
solamente un lavoro di accompagnamento dei ragazzi che ne fanno parte,
di stimolo al loro lavoro, di suggerimento per eventuali proposte da
presentare. Tutto ciò che concerne stanziamenti per la realizzazione dei
progetti non riguarda il mondo della scuola, in quanto, ribadisco, il
progetto CCR è un progetto proposto dal comune e non dalle scuole di
Veglie.
-
Parliamo ora degli impianti di
Piazza Caprera, la cui realizzazione è rimasta a metà. Gli
“autorevoli personaggi del mondo della scuola” non condivisero a suo
tempo la scelta di questa piazza fatta da chi allora ci amministrava per
la realizzazione degli impianti di cui parliamo, ma ci fu risposto,
proprio per quanto chiarito al punto precedente, che noi scuola dovevamo
accettare senza commenti il luogo scelto dal comune, in quanto
proponente del progetto. Ci sembrò anche piuttosto irrisoria la somma
stanziata per tale progetto, che, se la memoria non mi inganna,
ammontava a circa venti milioni delle vecchie lire. Si provò a ribadire
che forse la scelta di un luogo non già strutturato come era piazza
Caprera avrebbe fatto risparmiare la somma necessaria a divellere tutto
ciò che c’era: impiantito, aiuole, panchine e quant’altro, ma ci fu
risposto che il comune era il proponente a agli amministratori competeva
scegliere il luogo e stabilire i fondi necessari, non alla scuola. Si
passò quindi alla realizzazione del progetto che non è ancora terminata
e non so se mai lo sarà, così come per tante altre opere pubbliche
intraprese nel recente passato e non ancora portate a termine, come è
sotto gli occhi di tutti i vegliesi.
A questo punto, dopo aver tentato di
chiarire come stanno le cose, sono io a fare delle domande all’autore di
quell’articolo e a tutti i cittadini, anche miei vicini di casa che più
volte mi hanno sollecitata a fare qualcosa per risolvere il problema: cosa
può fare la scuola in un progetto di natura prettamente comunale? Che colpa
ha la scuola se i soldi disponibili per il progetto sono stati spesi per
divellere l’antica struttura di Piazza Caprera, restando così a corto di
finanziamenti per portare a termine il progetto intrapreso? Che possiamo
fare tutti noi cittadini di fronte ad amministratori incapaci di gestire i
fondi pubblici con oculatezza e serietà, come si conviene ad un buon padre
di famiglia?
Io condivido i disagi di chi vive
nella zona di Piazza Caprera e vede i ragazzi giocare a calcio in un campo
destinato alla pallavolo, con tutto ciò che ne consegue: pallonate sulle
auto parcheggiate, vetrate rotte ripetutamente, chiasso nei momenti di
riposo pomeridiano, ecc.
Non è la scuola, però, che può fare qualcosa per la soluzione del problema.
Lo voglio ribadire anche a quelle persone che più volte in modo informale mi
hanno contattata personalmente, dopo aver parlato con amministratori che si
sono scaricate le loro responsabilità addossandole sulle scuole di Veglie.
Voglio comunicare a chi mi legge
tutta l’amarezza che provo come mamma, come educatrice e come semplice
cittadina nel vedere che per i ragazzi nel nostro paese si fa poco o niente.
Ci si ricorda di loro, come di tutti i deboli e senza voce, solo quando
serve strumentalizzarli per raccogliere qualche voto in più, proprio come ha
fatto l’autore di quell’articolo di FIAMMA TRICOLORE.
Maria Gigante
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