Il primo Consiglio Comunale dell’amministrazione Fai ha dato esiti inattesi All’ordine del giorno erano iscritti solo adempimenti previsti dalla legge. Eppure la maggioranza consiliare si è aggrovigliata da sola con segnali preoccupanti per il futuro amministrativo. Nel dibattito sulla delibera per la convalida degli eletti, finalizzata alla eliminazione di conflitti di interesse nel ricoprire cariche pubbliche (nessun consigliere può trovarsi nella condizione di controllore e controllato), sono state segnalate incompatibilità a carico di due consiglieri di maggioranza: Tonio Albano, presidente dell’associazione sportiva che gestisce il Palazzetto dello sport di proprietà comunale e Pompilio Rollo, con compiti di rappresentanza della Banca Tesoriera del Comune di Veglie. Per il superamento della incompatibilità del primo è stata esibita da parte del Sindaco una lettera di dimissioni dalla carica di presidente della associazione, datata 5 aprile 2005 e non conosciuta dai consiglieri prima della lettura di essa in consiglio. Nella discussione sulla incompatibilità di Pompilio Rollo si è verificato un autogol. Lo stesso Rollo (con compiti di tesoriere nella Banca che gestisce la tesoreria comunale) ha affermato, nel dibattito, di essere compatibile con la carica di consigliere in quanto i controlli sui mandati comunali vengono effettuati direttamente dalla direzione generale della Banca, però contemporaneamente, ha dichiarato di ricoprire carica di rappresentanza. Dov’è l’autogol? La legge dichiara incompatibile con la carica di consigliere anche chi ha potere di rappresentanza di una banca che gestisce la tesoreria comunale. E siccome prima del consiglio, in modo irrituale, a tutti i consiglieri era stato chiesto di firmare alla presenza del segretario comunale un atto di notorietà attestante la insussistenza di cause di ineleggibilità o incompatibilità e il consigliere Rollo aveva firmato e depositato questo atto, la minoranza consiliare ha prima chiesto un approfondimento d’ufficio del caso e poi, non avutolo, si è astenuta dal votare la delibera, che è stata approvata con i soli voti della maggioranza. Il caso sarà riproposto in consiglio e porterà certamente conseguenze, allo stato, imprevedibili. Anche il Presidente del consiglio e il Vice-presidente sono stati eletti con i soli voti della maggioranza. Tali figure istituzionali, facoltative per il Comune di Veglie, hanno senso solo se sono figure di garanzia e quindi ampiamente condivise da tutto il consiglio. Il sindaco e la sua maggioranza, invece, avevano scelto e pubblicizzato prima del consiglio stessi sia il nome del Presidente si quello del vicepresidente “designati”. Questo perché nelle difficili e litigiose trattative per la composizione della giunta, i posti di Presidente del Consiglio e di Vicepresidente erano stati inseriti nel calderone della spartizione del potere. Infine, è stato fatto notare nel dibattito che l’atto sindacale di nomina della Giunta, composta da 7 assessori, non tiene conto dell’articolo 51 (integrato) della Costituzione italiana, del D.l.vo 267/00 e dello Statuto Comunale: quest’ultimo impone, in modo precettivo, che “nella composizione della Giunta è garantita la presenza dei rappresentanti di entrambi i sessi”. Non risulta che il Sindaco abbia motivato la mancata nomina di almeno una donna nella sua giunta. L’atto sindacale, così come è stato letto in Consiglio, non solo viola il principio delle pari opportunità, ma è, altresì, viziato da un esercizio illegittimo del potere di nomina della Giunta da parte del Sindaco. I gruppi consiliari di minoranza, che pure all’inizio della seduta, avevano augurato al Sindaco un mandato capace di restituire al Comune, dopo una campagna elettorale difficile che ha visto fronteggiarsi cinque liste, la dignità di istituzione amica di tutti e complice di nessuno, e avevano augurato ai Consiglieri comunali di agire sempre, come è loro compito, nel rispetto della legalità e per il bene della comunità, guardano a quest’avvio dell’attività amministrativa con preoccupazione.
Se questo è l’inizio… I Gruppi consiliari di minoranza
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