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"prof. Realino Mazzotta” - 10 aprile 2007  

La Puglia dei veleni

Record di diossina. Il nord salento è la zona più inquinata d’Europa. 36 milioni di tonnellate di gas da tre impianti. Aumento dei tumori, 1200 morti l’anno solo a Taranto. Così tra Brindisi e Taranto centrali ed acciaierie inquinano l’Italia.

Premetto di non far parte di alcun movimento ambientalista ma di fronte a simili dati come si fa a tacere.

Il penultimo numero del 5 aprile 2007 del settimanale L’espresso, in prima pagina, a lettere cubitali riporta questo titolo: PUGLIA, IL POZZO DEI VELENI. Un dossier all’interno della rivista importante, forte, allucinante che riporta dei dati oggettivi ed inconfutabili, seri che denunciano a gran voce la gravità della situazione che interessa soprattutto la nostra cittadina e tutta l’area intorno a Taranto e Brindisi sud (Cerano).

 

E’ proprio così. Siamo orgogliosi e fieri della nostra cultura, delle tradizioni, della bellezza naturale ed architettonica della nostra amata terra, ma l’aria che respiriamo è drammaticamente impregnata di un micidiale veleno, invisibile e sottile che è la diossina (come quella di Seveso); un veleno che giorno dopo giorno entra nei nostri polmoni, anche quando sorridenti, durante una bella giornata di vento di tramontana o maestrale, ammiriamo lo splendore del nostro mare.

 

I dati sono stati raccolti dall’EPER (European Pollutant Emission Register) e dall’INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e delle loro Sorgenti) che sono gli organi ufficiali europeo e statale di controllo. La vasta area intorno a Brindisi e Taranto (sono interessate la provincia di Lecce, Bari e Matera) detiene il record di inquinamento di anidride carbonica (CO2) più alto in Italia ed Europa che è causa primaria dell’effetto serra e dei conseguenti sconvolgimenti atmosferici degli ultimi tempi. Ecco la lista:

 

Impianti

Emissioni di CO2

in tonnellate per anno

Tipo di combustibile
Centrale termoelettrica Enel di Brindisi sud (Cerano) 15.340.000,00 Carbone
ILVA di Taranto 11.070.000,00 Carbone
Centrali termoelettriche Edison di Taranto 10.000.000,00 Gas
Saras Raffinerie Sarde 6.041.000,00 Gas da petrolio
Centrale Enel di Montaldo di Castro (VT) 5.943.000,00 Olio combustibile
Impianto termoelettrico Enel di Fusina (VE) 5.590.000,00  Carbone
Centrale termoelettrica Endesa di Fiume Santo (SS) 4.130.000,00 Carbone e Olio combustibile
Centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure 3.703.000,00 Carbone
Centrale termoelettrica Edipower di San Filippo Mela 3.596.000,00 Olio combustibile
Raffineria di Gela (CL) 3.515.000,00  Pet coke
Centrale termoelettrica Enel di La Spezia 3.214.000,00 Carbone e gas
Centrale termoelettrica Enel Torrevaldaliga Nord – Civitavecchia 2.955.000,00 Olio combustibile

Elaborazione Legambiente su dati EPER-INES – Anno di riferimento 2005

 

I dati si commentano da soli, sono letteralmente scioccanti. Abbiamo assistito in passato a vere e proprie battaglie a viso aperto in centri del nord, condotte da intere popolazioni compatte con i rispettivi sindaci in testa, per neanche un milione di tonnellate di CO2 sparate nell’atmosfera da centrali costrette alla chiusura. Da noi invece la sola centrale di Brindisi immette nell’aria ogni anno 15.340.000,00 (!!!) (quindici milioni e trecentoquarantamila) tonnellate di anidride carbonica e zinco. Le due centrali di Taranto insieme raggiungono 21.070.000,00 (ventuno milioni e settantamila) (!!!!) per un totale di 36.340.000,00 (trentasei milioni e trecentoquarantamila) (!!!!!!!) tonnellate di diossina. Pauroso. Si è stabilito che ogni abitante adulto o bambino della nostra area fumi il corrispettivo di sette sigarette al giorno, anche se non è tabacco- dipendente.

Nel nord Italia i movimenti ambientalisti, la gente comune, assistita da una classe politica locale attenta ed intransigente, ha vinto le sue lotte e ha rimosso di sana pianta centrali pericolose per la salute dei cittadini. Il movimento di Cornigliano, in provincia di Genova, ha fatto chiudere i battenti allo stabilimento di Riva, il proprietario dell’Ilva di Taranto che conta di trasferire in Puglia i reparti più pericolosi e produrre altri 2,5 milioni di tonnellate di diossina. Riva pare che stia collezionando numerose condanne per inquinamento: l’ultima è, secondo il settimanale citato, quella dell’ultimo febbraio (tre anni in primo grado più l’interdizione dall’attività industriale per lo stesso periodo).

 

Cosa facciamo noi per ridurre l’emissione di gas inquinante e indurre alla chiusura queste centrali di veleni che sono la causa dell’elevato numero di morti di tumore ogni anno? L’ex sindaco di Brindisi Giovanni Antonino è ritornato in carcere per le concessioni rilasciate nel febbraio scorso alla British gas mentre il porto del capoluogo anziché ospitare turisti ed essere un centro florido di commercio si è trasformato in un deposito e sbarco continuo di carbone che serve ad alimentare il mostro.

 

E’ vero che queste centrali offrono lavoro a migliaia di persone, ma a quale prezzo per tutta la comunità?

 

E’ assolutamente necessario che ognuno di noi prenda coscienza della realtà in cui vive senza rintanarci nel comodo cantuccio egoistico della nostra casa o piccola cerchia di amici facendo finta di niente.

 

E’ necessario creare un movimento d’opinione, iniziative, far circolare questi dati nelle scuole, associazioni, parrocchie e si alzi un forte coro di

 NO  AGLI ECO MOSTRI  DEL nord  SALENTO e della PUGLIA

 SI  ALLE PRODUZIONI PULITE DI ENERGIA ALTERNATIVA

 

prof. Realino Mazzotta