Eppure fu proprio Greco ad incoraggiare la nascita degli ipermercati
A quanta vergognosa demagogia si sta assistendo oggi sulla stampa leggendo le parole di Greco il quale sembra farsi “l’apostolo” della causa dei piccoli negozianti cittadini che si oppongono all’eventuale nascita a Veglie di una mega struttura commerciale. Non posso non dimenticare che, come ex amministratore del Comune di Veglie, dai banchi dell’opposizione, fu proprio Greco, durante l’amministrazione 93/97 che incoraggiò, rilasciando delle apposite licenze la nascita di molti degli attuali ipermercati. Oggi il Greco, usando il sistema di una minuscola demagogia inverte la rotta, e si capisce solo ed unicamente per fare becero populismo e mediocre propaganda politica, ponendosi contro ciò che lui stesso ha voluto in passato ossia il diffondersi delle catene locali degli ipermercati. Così facendo cerca di buttare fumo negli occhi delle piccole imprese, dei piccoli negozi vegliesi che di tanto sostegno morale ed economico hanno bisogno. Lui non è diverso dagli altri ossia da quella vecchia nomenclatura politica locale che sino ad oggi tanto danno ha fatto alla vita sociale ed amministrativa di Veglie. Si pensi che durante l’amministrazione 93/97, nonostante le spinte dell’opposizione, il Greco non fu in grado di dare al Paese una Scuola superiore, un Poli ambulatorio sanitario, un Centro Sociale Integrato ecc, ma diede solo un pullulare di licenze commerciali agli ipermercati. Ecco perché, ad onor del vero, si ritiene opportuno dare una risposta seria e concreta, a quei comunicati stampa in cui il Greco cerca di apparire il difensore demagogico di quei piccoli negozianti vegliesi che, viceversa, durante l’amministrazione 93/97 subirono il peso di una politica a favore degli ipermercati, a loro danno.
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L'asessore Vadacca replica alle polemiche sul centro commerciale: «La politica deve svolgere un ruolo di indirizzo e di controllo e non può intromettersi nella gestione»
I processi di liberalizzazione, iniziati anni or sono, hanno come conseguenza prima che l'iniziativa imprenditoriale e/o commerciale, ove garantita dai presupposti normativi e dai requisiti richiesti, non può essere limitata. È sbagliato affermare che la politica non tutela specifici settori di attività laddove la concorrenza e la competitività sono ormai volano principale di sviluppo. La politica è chiamata, in un sistema di separazione di competenze ed attribuzioni, a svolgere un ruolo di indirizzo e di controllo ma non può intromettersi nella gestione. Nello specifico, le informazioni acquisite dai responsabili di settore sono diverse e non evidenziano criticità. Il Settore Tecnico ha dovuto, a fronte di una progettazione presentata il 24 aprile 2007, rilasciare permesso a costruire per la realizzazione di una struttura edilizia. La pratica riguarda il completamento di un comparto le cui urbanizzazioni sono iniziate sin dagli anni '70 ed hanno consentito la costruzione edilizia dell'area. Occorre precisare, altresì, che l'intervento non è relativo alla sola struttura di vendita, già prevista nello strumento urbanistico, ma prevede anche la realizzazione di abitazioni e opere di urbanizzazione a carico del presentante. Il Settore Commercio, dopo aver negato in un primo momento l'autorizzazione per mancanza delle dovute concentrazioni, ha dovuto, nell'ottobre 2007, essendo intervenuto l'accorpamento di n. 3 licenze, procedere al rilascio dell'autorizzazione richiesta. Cosa appartiene alla politica? Quale indirizzo politico poteva e doveva essere dato in una questione che non attiene alle scelte politico-discrezionali ma ai diritti oggettivi e soggettivi delle persone fisiche e/o giuridiche? Le polemiche nascono spesso per la non conoscenza delle questioni oppure perché qualcuno ha interessi contrapposti; quello che è certo però è che le stesse non devono ingenerare illazioni.
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