ndr: La seguente lettera di risposta si riferisce ad una lettera del Dott. Nicola Gennachi inviata a Veglieonline (Leggi la lettera). Abbiamo letto e riletto l'intervento di risposta per decidere se fosse il caso di pubblicarlo o se metterla insieme a quelle (pochissime fino ad ora) che Veglie News non ha pubblicato. Il dubbio sorge dal tono che il dott. Mazzotta usa nella lettera che, come in altre sue occasioni, sfiora il limite delle offese personali. D'altronde chi scrive una lettere da pubblicare sa di assumersi la responsabilità di quello che scrive e di accettare le eventuali conseguenze. Siamo certi che i lettori hanno una matura capacità di analisi e che sanno trarre propri giudizi sugli argomenti trattati e sulle persone che scrivono. Veglie News si scusa con il dott. Gennachi. Il suo articolo, corretto e propositivo come lo è stato anche quello di Giovanni Rolli, non meritava un attacco personale di questo tipo che di propositivo ha poco o niente. Il mondo vitivinicolo vegliese ha bisogno di stimoli e di incoraggiamenti per ottenere il ruolo di primo piano che merita. Non è certo continuando a fare guerre personali che si aiutano i contadini-viticultori vegliesi ad avere fiducia nel futuro della cantina vegliese. Veglie News
Al Cantante
Improvvisato
A leggere le sciocchezze del Dott. Gennachi, sul sito di CONTROVOCI, che le sforna a chili se non a quintali, specialmente quando si avventura temerariamente nell’analisi antropologica della viticoltura vegliese, finendo addirittura (tesi mostruosa) ad addebitare la crisi delle Cantine locali all’incapacità dei viticultori (che lui con aria di sufficienza chiama contadini, così per nulla evoluti e specializzati nell’ampelografia) di fare della buona uva e quindi del buon vino, ci sarebbe veramente da chiederci: cos’ha capito in tutto il suo iter biologico ed esistenziale all’interno della famiglia ruragricola in cui è vissuto e dintorni… Forse l’adolescente Gennachi, credo appena maturato, nel varcare le mura e quindi aldilà della siepe vegliese, per acculturarsi nei lidi settentrionali, non ha avuto il tempo di sapere che il suo Paese natio, da generazioni (e lo è tuttora) è culla di abilissimi viticultori che hanno insegnato (e insegnano) a fare buona viticoltura alle genti limitrofe ed oltre. Non sa il Dott. Gennachi che Veglie va per vanto per avere i migliori potatori ed innestatori di vite della provincia e non escludo dell’intera Puglia. Per favore Dott. Gennachi ci faccia leggere affermazioni intelligenti! Non faccia gratuitamente la sponda del biliardo a chi cerca un alibi al suo personale fallimento. Quella della Cantina di Veglie è solo una guerra che si va perdendo per colpa di pessimi “comandanti” e non per quei probi soldati, “i viticultori”, che ogni giorno, nelle campagne vegliesi cercano caparbiamente ed insistentemente a dare il meglio di se stessi. I viticultori vegliesi primeggiavano e primeggiano per professionalità sui sanpancraziesi, cellinesi, salicesi, campioti, leveranesi, ecc. Che pure, alla fine dell’annata agraria, conferiscono il loro prodotto a delle cantine che danno buoni risultati, mentre da noi, oggi, per colpa di alcuni incapaci, i nostri, appaiono degli inetti e gli ultimi della classe. Cosa che non meritano! Su quanto detto, mediti Dott. Gennachi, mediti…
Con cordialità
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"Pubblicare o Non Pubblicare"
Caro Fernando, [***] ...Non entro nel merito del contenuto del brano censurato, (pubblicato anche sul tuo sito) il problema non è il caso specifico, ma il metodo sull'opportunità di tutelare la dignità delle persone senza dover ricorrere alle querele, attraverso l'insindacabile decisione di una redazione di stabilire quello che si può o non si può pubblicare sul proprio sito. So che sei sensibile a tali argomenti, anche tu hai dovuto operare scelte difficili. Contemperare la libertà d'espressione con il rispetto delle persone offese, che non sempre hanno voglia di rispondere agli attacchi di cui sono oggetto, non è facile. Ciò, ovviamente, non impedisce che quanti s'incaricano di dare spazio alla circolazione delle idee non debbano tenerne conto. Pertanto ho condiviso la scelta di principio fatta dalla redazione di Controvoci e sono curioso di sapere il tuo pensiero a tal proposito. Offrire garanzie di vivibilità e correttezza civile mi sembra una base necessaria per aprire un possibile confronto, su qualsivoglia argomento. Qualcuno ha scritto che le parole sono pietre e queste possono essere utilizzate per costruire e per lapidare, sta a noi sceglierne l'uso. con stima xxx Quanto riportato sopra è solo l’ultima di numerose richieste fatte, sia per email sia personalmente, per sapere come mai veglienews ha deciso di pubblicare la lettera del dott. Walter Mazzotta, alquanto offensiva, in risposta al dott. Nicola Gennachi. Dopo tante sollecitazioni credo sia giusto dare una spiegazione. Non è la prima volta che gli interventi del dott. Mazzotta vanno oltre l’argomento da trattare arrivando a toccare la sfera personale dei suoi bersagli. E’ successo per esempio qualche mese fa (“Riduzione assessori”) e anche in quel caso ci fu la necessità di richiamare il dott. Mazzotta ad usare toni più consoni ad una discussione pubblica. Anche in questa occasione si è sfiorata la linea dell’offesa. Per qualcuno si è oltrepassata. Si potevano prendere 3 decisioni:
Veglienews aveva deciso di seguire la seconda ipotesi poi, in questo caso particolare, è venuto qualche dubbio…
Bisogna tenere presente che molto di ciò che dicono o fanno alcuni personaggi politici o ex politici vegliesi in questo periodo e per i mesi futuri è propedeutico alle prossime elezioni amministrative. Ogni piccolo intervento sparso qua e là ha lo scopo di far sapere alla popolazione che una persona o un movimento politico è presente e attivo nel territorio vegliese. E allora, quale modo migliore di far conoscere ai cittadini le caratteristiche personali di eventuali prossimi candidati o movimenti politici anche attraverso questo tipo di interventi? Qualche volta il risultato delle partite di calcio è deciso da un autogol. Mi dispiace per il dottor Mazzotta, ma anche in questa occasione, come in quella precedente di qualche mese fa, è riuscito a fare un autogol che, sicuramente, molti lettori avranno avuto il piacere di applaudire. L’intervento introduttivo ci ricorda che “le parole sono pietre e queste possono essere utilizzate per costruire e per lapidare”. Se le pietre si usano per lapidare un bersaglio più alto del proprio livello e non si mira bene, il rischio è che ci ricadano sopra e, anziché fare del male ad altri, si fa del male solo a se stessi. Mi auguro che il dottor Mazzotta, dopo questo chiarimento, possa rivedere il suo modo di affrontare gli argomenti evitando di entrare in ogni occasione nella sfera privata dei suoi interlocutori. In caso contrario gli autogol saranno sempre più spettacolari…
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Intervento sul tema "Pubblicare o Non Pubblicare" Ho letto ed apprezzato l’articolo del Dottor Gennachi nel quale ha elencato le antiche problematiche da superare per far sì che, attraverso un buon rapporto tra contadini/ piccoli produttori e Cantina Sociale, la produzione vinicola vegliese possa raggiungere risultati soddisfacenti a tutti i livelli. E’ medico, il dottor Gennachi, non è un dottore in agraria, né un produttore vitivinicolo. E onore gli fa non aver mai dimenticato le sue origini ed essere sensibile ai problemi, non solo sanitari, dei suoi compaesani. Ho letto anche, con grande disappunto ed amarezza, la replica del dottor Walter Mazzotta. Sono rimasta sconcertata dal tono offensivo, ridicolizzante, inappropriato e non so che altro aggiungere per definire tutto il negativo che esprime il suo messaggio. Ciononostante, non sono intervenuta, primo, perché il dottor Gennachi non ha bisogno di difesa; secondo, perché col dottor Walter Mazzotta ho già avuto modo di discutere, proprio su questo sito.
E’ vero:
le parole possono essere pesanti come pietre e fare un tal male che solo chi
ne è stato colpito può comprendere. Lo so. Per questo ritengo che prima di
pubblicare un attacco alla persona sia necessario valutarne i possibili
effetti, ma anche che, una volta presa la decisione di rendere pubblici gli
articoli, sia meglio non incorrere in ripensamenti. In tal caso, meglio
lasciare agli utenti, ormai incuriositi, la possibilità di leggere,
comparare e valutare singolarmente la personalità degli autori.
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Diritto di replica Informare o disinformare? Questo è il dilemma
Ho l’impressione che più che “pubblicare o non pubblicare” bisognerebbe parlare di “informare o disinformare”, questo è il vero dilemma, cara Redazione di Veglienews, che bisogna porsi. Che le mie riflessioni sui contenuti e non come scelleratamente si è pensato, è peggio ancora si è voluto far pensare (e su questo avete le Vostre colpe) sulla persona dell’autore, dell’intervento del Dott. Gennachi, abbiano potuto generare dei “dolori”, era prevedibile e scontato. Il Dott. Gennachi, che spesso si rifugia nella mite ironia della metafora, per punzecchiare e magari alle volte anche stimolare al confronto dialettico, mi sembra che questa volta, parlando delle cause della crisi della Cantina di Veglie, individuando nella non buona produzione delle uve e quindi del vino da parte dei viticultori, abbia preso una cantonata. Sull’argomento, forse, prima di pronunciarsi avrebbe fatto bene a seguire il consiglio di quel filosofo cinese che ebbe a dire “Nessuno si pentì di aver taciuto ma di aver parlato si”. Detto questo, rivolgendomi specificatamente alla Redazione, ritengo di non essere la persona adatta a fare degli autogol, perché chi mi conosce, e i miei coetanei sono tanti, quando da ragazzo facevo il portiere la cosa che più odiavo e non sognavo mai di fare, era proprio spingere la palla alle mie spalle. Se poi la sottile ironia, com’è, è mirata ai riflessi che tutto quello che si fa e si dice, può avere o meno un tornaconto politico, sarà certamente l’elettorato vegliese a deciderlo. Con cordialità
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