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dal Blog di Antonio Bruno ( monasteroinvisibilesance.splinder.com ) - 15 settembre 2008

Sansificio di Veglie: la sicurezza ambientale è funzione del controllo dei cittadini

 

Un lettore di Veglie mi ha sollecitato nel mio blog scrivendomi a proposito della mia ricerca sulla qualità dell’aria nel Salento:
“OTTIMO ARTICOLO! IO SONO DI VEGLIE(LE) E PUTROPPO A 9 KM DAL MIO PAESE STA PER NASCERE UN SANSIFICIO, CHE ERA STATO CHIUSO POCO TEMPO FA A MAGLIE PERCHE’ I FUMI EMESSI ERANO 5 VOLTE SUPERIORI A QUELLI CONSENTITI PER LEGGE! ANZI SE GENTILMETE CONOSCI QUALCHE RISORSA ONLINE CHE SPIEGA L’EFFETTIVO INQUINAMENTO DI UN SANSIFIO TE NE SAREI GRATO SE LO SEGNALASSI CON UN SEMPLICE LINK. GRAZIE E COMPLIMENTI DI NUOVO!”.

La questione dell’aria è che volenti o nolenti noi ci siamo immersi e che soprattutto attraverso i venti circola per tutto il pianeta. Noi siamo nella provetta e ci siamo mentre si sta effettuando l’esperimento. Ecco perché Veglie che dista 26 chilometri dal luogo in cui abito è come se fosse casa mia soprattutto con la prevalenza dei venti di tramontana (Veglie è a Nord di San Cesario di Lecce). Ma cominciamo a vedere che cos’è un sansificio, poiché tutto il problema che toglie il sonno sia a Salvatore Capone che al Prof. Piero Manni (i miei paesani che a vario titolo sono investiti del problema) è relativo appunto a questo insediamento produttivo da realizzarsi a Veglie e che sta facendo sollevare le popolazioni dei paesi vicini che si costituisce in comitati, fa proclami e minaccia proteste più vibrate.

La sansa di olive è quello che rimane dopo che si è estratto l’olio! Dopo che il frantoio (trappitu) finisce di estrarre l’olio rimangono le buccette, i residui della polpa e i frammenti di nocciolino (il seme dell’oliva schiacciato).

Quindi adesso che abbiamo capito finalmente che cos’è questa benedetta sansa vediamo che vogliono farci a Veglie.

A Veglie c’era uno stabilimento che si chiamava con il rassicurante nome “La Casa” e trasformava i pomodori facendoli diventare pelati, conserve e quant’altro. Poi per colpa dei cinesi hanno dovuto cambiare musica? Come? Che c’entrano i cinesi? I cinesi producono la salsa che ti mangi tu! E considerato che alle olimpiadi c’era una nebbia che gli atleti dovevano utilizzare le torce per correre immaginatevi che cosa possono combinare i cinesi nelle campagne dove degli atleti e degli occidentali non c’è nemmeno l’ombra. Insomma a Veglie il pomodorificio andato fallito per colpa del popolo dagli occhi a mandorla si è trasformato in sansificio e hanno fatto un progetto che prevede che i frantoi (trappisti) conferiranno al sansificio le buccette, i residui della polpa e i frammenti di nocciolino (il seme dell’oliva schiacciato) per l’estrazione dell’olio di sansa.

Tutto chiaro?

Bene! E allora voi mi chiederete perché c’è un sommovimento rivoluzionario dei cittadini di Salice Salentino contro le buccette, i residui della polpa e i frammenti di nocciolino (il seme dell’oliva schiacciato)?

Hanno paura!

E di che cosa?

La sansa usualmente viene sottoposta a 2 o 3 procedimenti a ripetizione, detti ripassamenti, al fine di ricavare la massima quantità possibile di estratto liquefatto. Quindi nel sansificio la prima cosa che si fa è i rilassamenti per ottenere l’estratto liquefatto.

Da questo estratto liquefatto è possibile estrarre ancora dell’olio residuo. Infatti la sansa, a seconda del tipo di frantoio, contiene ancora dal 3% al 6% di olio.

L’ estratto liquefatto della sansa proveniente da frantoi tradizionali (con presse) contiene circa il 6% di olio mentre l’ estratto liquefatto della sansa proveniente da frantoi moderni, i così detti frantoi "continui", ne contiene circa il 3%.

Quest’olio viene estratto industrialmente, appunto nei "sansifici", per mezzo di solventi chimici. Quest’olio detto "olio di sansa grezzo" non è commestibile; attraverso un trattamento di raffinazione si ricava "l’olio di sansa d’oliva rettificato", che ancora non è commestibile.

Solo dopo l’aggiunta di una percentuale non meglio specificata di olio di oliva vergine esso diviene commestibile e denominato "olio di sansa di oliva". Questo prodotto, oltre ad avere composizione e proprietà completamente differenti, è un olio di minor pregio e meno costoso.

Viene detta sansa esausta la materia che, esaurite le frazioni liquide, non si presta ad ulteriori rilassamenti e questa diviene il nocciolino (che serve per essere usato come combustibile ovvero come la legna o il carbone).
Mentre con la produzione di sansa secca, i frantoiani recuperavano reddito dalla cessione ai sansifici del sottoprodotto, la sansa umida che rappresenta il refluo dei nuovi impianti centrifughi, non è appetita dai santifici ed ha riportato all’attualità le problematiche di smaltimento per le acque di vegetazione.

Ma il sansificio di Veglie che cosa dovrebbe produrre? Il sansificio di veglie della Oil Salento dovrebbe lavorare 3.200 quintali di nocciolino di sansa al giorno e 520 quintali di olio grezzo al giorno. Il nocciolino di sansa può essere utilizzato come combustibile (tipo la legna o il carbone per intenderci) che il Comune di Leverano potrebbe usare per riscaldare le serre del suo territorio (pare che il sindaco Cosimo Durante di sia già dichiarato interessato). Inoltre se usano io nocciolino non usano il gasolio e inquinano anche meno. Allora dovrebbero essere tutti contenti! E invece no! Hanno paura! E’ inutile che gli parliamo di nocciolino e di scimmiotte, hanno paura lo stesso!

Ma quali sono i possibili rischi per la salute pubblica derivanti dalla entrata in produzione del sansificio di Veglie?

Il primo rischio per la salute pubblica è costituito dal monossido di carbonio. Per scongiurarlo il sansificio dovrebbe essere dotato di un rilevatore della temperatura e di un analizzatore per la misurazione e la registrazione dell’ossigeno libero e del monossido di carbonio fatto questo e affidato a un professionista di fiducia della popolazione il controllo non ci dovrebbero essere problemi.

Il secondo rischio per la salute pubblica è costituito dal Ipa (Idrocarburi policiicli aromatici). Per scongiurare anche questo rischio l’olio di sansa greggio deve essere raffinato e attraverso il carbone attivo deve essere rimossa la frazione di Ipa di elevata tossicità (cancerogeni). Anche i controlli di ciò dovrebbero essere affidati a un professionista di fiducia della popolazione.

Il terzo rischio per la salute pubblica è costituito dal Polveri, le cosiddette PM10 e soprattutto la più pericolosa PM2,5 che costituiscono il particolato fine e ultrafine. E’ scientificamente provato che all’aumento di quantità di sansa bruciata corrisponde un aumento di polveri in atmosfera (particolato). Pertanto bisogna prevedere limiti restrittivi e controllare che la quantità oraria di sansa bruciata non superi i 900Kg./h previsti dalla normativa regionale.

In generale comunque è necessario ridurre le concentrazioni degli inquinanti e delle sostanze odorifere anche in considerazione della vicinanza dell’abitato e della potenza dell’impianto.

In definitiva i rischi ci sono e se non c’è il controllo si possono verificare in qualunque momento ecco perché è importante realizzare il sistema dei controlli.

L’Arpa deve essere affiancata dai comitati dei cittadini e delle associazioni ambientaliste che devono mettere on line i dati delle verifiche garantendo che siano state effettivamente effettuate. Inoltre la pubblica amministrazione potrebbe finanziare le associazioni ambientaliste e i cittadini per dotarsi di un tecnico scelto da queste ultime che sia il garante di tutti.

Ho già proposto questa soluzione per San Cesario di Lecce che è soggetto in questi giorni a un attacco di gas puzzolente proveniente dalla discarica in Località Guarini e che presto sarà soggetto a rischio puzza (speriamo che sia solo puzza e non inquinamento e pericolo per la salute) dalla discarica in località Le Mate.
Mi auguro che chi può decida e deleghi questa volta in basso, verso il basso. Solo la popolazione è la garanzia che non si trascuri la sicurezza, solo chi vive accanto al sansificio o alla discarica può e può garantire tutti, solo chi ce l’ha nel giardino può metterci la cura per scongiurare il pericolo che bombe di veleni vengano impunemente immesse nell’aria o sotterrate nel terreno in manira tale che come bombe ad orologeria entrando in azione potranno farci fuori tutti!

 

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Antonio Bruno