AIALP - Associazione Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti
Osservazioni
relative alla realizzazione di un parco eolico di proprietà (Riferite all' Avviso pubblico Comune di Veglie del 01.10.2009)
Oggetto: osservazioni relative alla realizzazione di un parco eolico di proprietà della società “ Nextwind s.r.l.,” con sede in Potenza alla via del Gallitello n.229. Avviso pubblico Comune di Veglie del 01.10.2009
La pubblicazione dell’avviso pubblico di cui sopra relativo alla installazione di un parco eolico costituito da 47 Generatori alti circa 110 mt nel territorio ricadente nella Provincia di Lecce nei comuni di Veglie, Carmiano e Leverano, induce codesta associazione ad alcune considerazioni di rilievo su tale intervento che necessariamente portano ad esprimere un parere decisamente contrario per le motivazioni di seguito esposte.
Premesse Si precisa sin d’ora che l’associazione AIALP è assolutamente favorevole alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per i benefici che esse comportano sull’ambiente in quanto non inquinano, sono inesauribili, contribuiscono a tenere pulito il nostro pianeta, fanno risparmiare, ed sono incentivate in varie forme dallo Stato. Alcuni degli associati sono per altro impegnati come professionisti nella progettazione o direzione degli stessi. AIALP vuol porre all’attenzione dei destinatari alcune problematiche che potrebbero annullare gli effetti positivi di tali impianti, in alcuni casi ottenendo un feedbach assolutamente negativo. A nostro avviso esiste un problema politico e la domanda è : “in che modo”, “dove” e in che “entità” vanno realizzati tali interventi affinché il tutto si traduca in effetto positivo per l’ambiente, il territorio e per i cittadini.
E’ ormai noto che la realizzazione del parco eolico e delle opere connesse alla realizzazione di un impianto di simile portata ha come primo, più vistoso ed evidente effetto, la devastazione irreversibile dei valori paesaggistici e panoramici. Tale impatto viene notevolmente amplificato dal fatto che gli impianti, spesso aggregati in aree di confine tra più comuni, vengono contestualmente presentati separatamente con più progetti nelle stesse aree: risulta che sono in corso almeno altri tre progetti di parchi eolici in aree limitrofe a quella dove dovrà sorgere quello in questione. Un esempio drammatico in tal senso è rappresentato dalla Valle del Fortore nel Sannio, al confine tra le regioni Campania, Puglia e Molise, dove diverse amministrazioni pubbliche hanno imprudentemente consentito l’installazione ognuna di una certo numero di pale eoliche cosicché oggi i crinali di tutto il comprensorio ospitano quasi 600 torri. L’effetto visivo e prospettico da qualsiasi punto si osservi la vallata è tale che l’intero aspetto dei luoghi risulta pesantemente trasformato e ciò, unitamente alla rumorosità delle pale, ha contribuito a far decadere in modo definitivo qualsiasi valenza turistica di questo territorio.
Alla devastazione del paesaggio si accompagna poi il grave danno arrecato all’ambiente naturale, nelle sue varie componenti. Spesso le aree scelte per la realizzazione degli impianti costituiscono habitat di elevato pregio naturalistico e paesaggistico, o ricadono in territorio di elevata vocazione turistica e agricola (es. parco negroamaro ). I progetti che si stanno proponendo, a nostro avviso, non tengono conto della presenza di questi elementi caratterizzanti del territorio Salentino.
L’insieme delle torri e delle infrastrutture inoltre, esercitano un impatto pesantemente negativo su flora e fauna. Ogni centrale richiede la realizzazione di strade, di manufatti, di scavi per la posa dei cavi, di cabine di trasformazione (una per ogni torre),ecc. Sono opere che vanno a perturbare gravemente gli equilibri degli ecosistemi e che comportano la distruzione di intere comunità animali e vegetali. Vista la localizzazione degli impianti progettati risultano particolarmente a rischio uliveti, vigneti, aziende agricole in genere poiché l’occupazione delle aree, la costruzione delle strade di accesso, delle infrastrutture e delle linee per il collegamento alla rete di trasmissione nazionale non può non interessare tali importanti colture e strutture del territorio circostante.
Lo sviluppo della rete stradale di servizio, proporzionata per giunta all’accesso di mezzi pesanti di eccezionali dimensioni, non solo rompe la continuità dei delicati ambienti ma altera fortemente il drenaggio dei terreni provocandone mutamenti irreversibili a svantaggio di un territorio già martoriato per allagamenti nel periodo invernale. L’apertura delle strade di servizio per esempio, che dovrebbero necessariamente raggiungere ogni singola torre, non potrebbe non arrecare danni alla stabilità dei suoli, mutando gli aspetti idrogeologici e alterando la circolazione superficiale delle acque.
Ancora, si può affermare che esiste un problema di “smaltimento” che non si può “rimandare” alle future generazioni: le dimensioni degli aereo generatori (molti modelli dell’ultima generazione superano le 200 tonnellate l’uno) e delle relative fondamenta in cemento, rendono proibitivi i costi di rimozione di queste strutture, una volta che queste non venissero più utilizzate a causa degli eccessivi costi di manutenzione o dell’obsolescenza dovuta al progresso tecnologico. Come già avvenuto altrove, si avrebbero cimiteri di centrali eoliche abbandonate al degrado ed al disfacimento, monumenti più che eloquenti all’insipienza, per non dire altro, dei responsabili della gestione del territorio.
CONCLUSIONI
AIALP chiede con forza e fermezza ai destinatari in indirizzo e principalmente alla Regione Puglia:
Veglie li 17.10.2009
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