SI E’ APERTA UNA STRADA! “Tanto attesa da non sembrare reale” eppure è stata finalmente completata. Il Paese si è dotato di un’utile viabilità esterna che favorisce la circolazione d’auto e mezzi pesanti, che prima transitavano per le vie della città, intasando il traffico ed elevando il livello d’inquinamento proveniente dagli scarichi. Ma non è stato l’assessore Cascione, in qualità di responsabile ai lavori pubblici del Comune di Veglie, a perseguire l’agognato obiettivo, anzi....! Nemmeno quanti da quattro, cinque o sei legislature si candidano nelle diverse liste del paese, per amministrare la cosa pubblica, hanno fatto molto. D’altro canto, dimostrare che il completamento di quest’opera sia stato un adempimento formale realizzato dai responsabili degli uffici amministrativi della Provincia, convince poco. Allo sbarramento giudiziario, messo in atto da chi si riteneva forte di un’inesauribile disponibilità economica e di solidi agganci politici, era necessario reagire con altrettanta determinazione. La risposta è venuta da un gruppo di cittadini, agli inizi pochi per la verità, ma poi sempre più numerosi, che si sono costituiti in comitato e senza farsi intimidire dagli interessi in gioco hanno portato avanti uno scontro durato dieci anni. Alla lunga, la partecipazione civile e la sensibilità delle coscienze libere, che mal sopportavano di vedere non completata un’opera di indubbia utilità, hanno vinto. Avendola vissuta dall’interno, per aver inserito l’intervento nel programma delle opere pubbliche del ’95, posso dire che è stata un’esperienza di arricchimento formativo quanto, o forse più, della lettura di un saggio sui comportamenti umani nelle società primitive. Non c’è l’abitudine a Veglie di prendere apertamente posizione a difesa degli interessi collettivi, se poi bisogna mettersi contro un imprenditore è meglio lasciar perdere. Pertanto, percorrere insieme ad altri un cammino di emancipazione dalle paure e dalle convenienze e uscire dall’indifferenza e dalla pigrizia non sono stati in molti a consigliarlo. Invece scoprire lungo il percorso giovani capaci, che non si sentono rappresentati, operatori che valorizzano le risorse storiche del territorio, per realizzare attività economiche ed impresari che rifiutano di essere protetti dalla politica, ed investono in progetti per le nuove generazioni, è stato un impagabile momento di crescita. Intercetti un pezzo di società che non si mostra, ma che al momento opportuno ti dà il sostegno necessario per andare avanti contro i prepotenti. Ritrovi il tuo Paese, quello che tutti i giorni ti vive accanto, ma che tu non vedi o percepisci indifferente. Ti fa rabbia perché non lo senti vicino, invece è là preoccupato che tutto finisca come sempre e che a comandare alla fine siano sempre i soldi e una certa politica. In questa vicenda i soldi e quella politica sono stati sconfitti. Si dice che la Provvidenza qualche volta dia una mano agli audaci, personalmente non penso che sia necessario scomodare il divino. E’ tutto molto più umano, si tratta di attivare il controllo sociale attraverso una reale partecipazione alla vita del Paese. Non è facile, ma si può fare.
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