Riflessione semiseria sul futuro del PD Apprendo con estremo dispiacere che ancora una volta il Partito Democratico esce ammaccato e snaturato dalla gestione della vicenda politica che ha coinvolto l’amministrazione Vegliese. Viene pubblicato un altisonante comunicato stampa di assemblee ufficiali alla presenza di “ufficiali responsabili” con un mese di ritardo rispetto alle elezioni e, soprattutto, con quasi tre mesi di ritardo rispetto al culmine delle vicende politiche (e di cronaca) che hanno interessato l’amministrazione, la maggioranza ed il Sindaco stesso, espressione (invero acquisita) del Partito Democratico. “Tempismo perfetto”, mi viene da pensare se non fosse che una presa di posizione del direttivo sarebbe dovuta arrivare almeno due o tre mesi fa. Oppure, ancora peggio, se non fosse che nel frattempo ci sono state le elezioni provinciali di mezzo. E allora, quale miglior occasione per esternare agli elettori una linea politica limpida e coerente con quelli che furono i principi cardine alla fondazione del nuovo partito? Invece, come al solito, si è atteso troppo: forse solo il tempo di perdere le speranze, con la sconfitta elettorale, in un aiuto concreto da parte dell’ormai ex-sindaco in termini di apporto di consensi? Direi proprio che la questione morale del PD ha avuto una degna rappresentazione anche nel nostro piccolo Paese. Irrisolta a Veglie come a Roma, Napoli, Pescara… o forse ancora peggio, perché pseudo-risolta con una presa di posizione oramai inutile e banale, priva di valenza politica. Il prossimo congresso autunnale dovrebbe essere il banco di prova decisivo per gli ormai logori oligarchi del neonato partito, forse troppo intenti in lotte intestine per la conservazione della “specie” per accorgersi di quello che chiedono gli elettori. Il mondo e la società si evolvono; la destra, malgrado i dispiaceri di Fini, riesce ad interpretare le ambizioni e le paure di un mondo che cambia e invece a sinistra continuo a vedere che intorno alle università c’è ancora chi cerca di vendere “Lotta Comunista”. La Lega sfonda la linea del Po, si insinua in quelli che una volta erano i templi della sinistra in Italia ed il Partito Democratico, invece, si interroga ancora sulla candidatura di Grillo alle primarie? Dalle politiche alle europee, appena concluse, si è assistito ad un crescente consenso da parte dell’Italia dei Valori che non ha fatto altro che cannibalizzare il PD: non un voto rubato a Berlusconi, ma solo al PD. Da un punto di vista mediatico, infatti, è palese come ormai Di Pietro riesca a parlare alla gente in maniera sicuramente più efficace rispetto ad un qualsiasi Prodi/Veltroni/Franceschini del caso.
Un bel po’ di tempo fa un caro amico mi
confidò che la gente non gradisce personalità aggressive alla Berlusconi, ma
leader pacati e miti. Personalmente penso che il PD farebbe bene ad aprire
gli occhi sulla società che viviamo e ad assecondare le esigenze espresse
dalla base, prima di svegliaci un giorno ed accorgerci di essere diventati
tutti delle “letterine”.
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