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  Maurizio Bonanno - Lunedì 31 Maggio 2010

 

Montanelli, la Cederna, le Pantere Nere e...

 

Radical chic

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Radical chic è un'espressione idiomatica, mutuata dall'inglese, per definire gli appartenenti alla (ricca) borghesia che, al fine di seguire la moda del momento, per esibizionismo o per inconfessati interessi personali, ostentano idee anticonformistiche e tendenze politiche fortemente radicali, generalmente avulse o diametralmente opposte ai valori culturali e sociali del ceto di appartenenza. È il contrario del termine snob.

 

Nell'immaginario popolare tale gruppo si identifica anche per l'esibizione di cultura "alta", per la curata trasandatezza nel vestire e, talora, anche per la ricercatezza in ambito gastronomico e turistico.
In genere è una forma di ipocrisia socio-economica, dove "si predica bene e si razzola male".

 

Origini

La definizione radical chic venne coniata dal giornalista americano Tom Wolfe, in un articolo sul New York Magazine del giugno 1970, per riferirsi ai promotori e spettatori di un concerto diretto da Leonard Bernstein, organizzato per una raccolta di fondi in favore del gruppo estremista Black Panthers.


L'espressione fu ripresa da Indro Montanelli nel celebre articolo Lettera a Camilla, (Indro Montanelli, Lettera a Camilla, Corriere della Sera, 21 marzo 1972 ) in forte polemica con Camilla Cederna, quale ideale rappresentante dell'italico "magma radical-chic", superficiale e incosciente culla degli anni di piombo.

A parte la novità etimologica, l'argomento era già stato affrontato da Montanelli in vari scritti, nei quali lamentava la frivola ideologia di certa borghesia ricca e pseudo intellettuale lombarda, facendone anche un ritratto tragicomico nella pièce teatrale Viva la dinamite ! del 1960.
 

Maurizio BONANNO