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  Cecilia Capoccia - Lunedì 17 Maggio 2010

 

Riflessioni sul Bilancio Comunale 2010

 

La nuova amministrazione da poco insediatasi ha approvato il 12 maggio scorso il bilancio di previsione, con 14 voti a favore, 3 astenuti e 4 contrari.

Secondo la relazione dell’assessore, prof. Antonio Greco, il bilancio appena approvato ha più le caratteristiche di un “bilancio tecnico” e poco di indirizzo politico, dato la ristrettezza dei tempi per l’approvazione, secondo le disposizioni di Legge previste.

Il bilancio comunale è uno strumento che è il cuore e il motore di una amministrazione, ne delinea la linea politica e ne qualifica in meglio o in peggio il proprio operato.

Come giustamente ha espresso nella relazione l’assessore, “i cittadini, che pagano, sono i veri datori di lavoro di funzionari e amministratori”; inoltre egli si impegna d’ora in avanti a dare informazioni su di esso e a renderlo il più comprensibile possibile.

Non si può che essere fortemente concordi con questi buoni intenti.

 

Entrando nella lettura dettagliata dei numeri, si incomincia ad essere perplessi sulle cifre dei debiti per le quali il Comune è insolvente, ma soprattutto sui contratti BOC e SWAP accesi nel 2006.

Facendo un po’ di ricerche leggo che i BOC (Buoni Obbligazionari Comunali) sono titoli emessi dall’ente locale per finanziare un determinato investimento.

Tale investimento deve essere certo e definito sin dall’emissione del titolo; deve essere correlato da un piano di ammortamento finanziario, le cui rate devono essere comprensive già dal primo anno di quota capitale e quota di interessi.

Come cittadina mi chiedo quale preciso progetto doveva sostenere l’emissione dei BOC? Non si può imputare certo l’iniziativa ad un dirigente del settore se non ci fosse stato un indirizzo politico all’accensione di essi.

Se poi si fa una ricerca su Internet sul contratto SWAP (Derivati) si entra in un labirinto così complicato che anche un esperto di economia non riesce a districarsi.

 

Sicuro è che vi è stato fin d’ora una gestione “molto allegra” della cosa pubblica (cioè i nostri denari), si sono indebitate per 20 anni le generazioni future e tutto questo non è più possibile che possa continuare.

La colpa è anche di noi cittadini che, per la scarsa vigilanza e per l’indifferenza, si permette che tutto ciò accada.

Ma la crisi economica che incalza e pesa in maniera così rilevante su di noi, ci obbliga a d essere più accorti e presenti.

 

Dietro lo sperpero di denaro pubblico si possono consumare tragedie (es. l’infermiera deceduta per il salasso che si procurava per protestare al mancato stipendio che da mesi non percepiva).

Questa amministrazione ha firmato un codice etico da parte degli amministratori per iniziare questo percorso; ma quali strumenti ha il cittadino per controllare e verificare la veridicità della promessa fatta?

 

Un altro punto di criticità è l’aumento del 7% dell’imposta sulla spazzatura (TARSU).

Da diversi anni assistiamo a un aumento progressivo di questa aliquota, nonostante gli strumenti messi in atto per la raccolta differenziata: distribuzione di cassonetti di diversi colori e raccolta in giorni stabiliti.

Ma non si conosce tuttavia la percentuale di raccolta differenziata che questo Comune ha raggiunto. L’incremento di percentuale della raccolta differenziata dovrebbe portare ad una diminuzione dell’imposta. Ma quale incentivo dovrebbe avere il cittadino ad essere più virtuoso e a migliorare il servizio di differenziare se si vede aumentare la tassa comunale?

 

Queste osservazioni non vogliono essere una polemica ma uno spunto di riflessione.

L’etica nella politica deve diventare un modus operandi naturale per ogni amministratore che si assume il grande onere di gestire la cosa pubblica che altro non è che prendersi cura e migliorare la qualità di vita delle persone del paese che vi abitano.

 

A tutti gli amministratori comunque auguro buon lavoro.

 

Cecilia Capoccia