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 segnalato da Maria Cecilia Capoccia - Lunedì 28 giugno 2010

 

Riflessioni sul partito della Lega da parte dell'autore del Best Seller "Il peso della farfalla"
Secessione, e la Padania non sarà più al Nord


A forza di sentirla mi sta entrando in testa: la secessione del nord. Comincio a immaginarla. Non userei la parola, che richiama la guerra di Secessione americana. Lì furono gli Stati del sud a staccarsi da quelli del nord. Curioso che c' era anche inversione politica: il nord era per uno stato centralista e il sud per una confederazioni con forti autonomie locali.

Tolto di mezzo l'equivoco, penso a una separazione tra parti consenzienti. Ci sono milioni di cittadini che desiderano dividersi e costituire uno Stato a parte?

Bisogna farsene una ragione. Si formerà lo stato Padania: che guaio sarebbe mai?

Come stanno le cose adesso ai separatisti dà fastidio che le loro tasse finiscano anche a sud, e a me pure dà fastidio che le mie tasse di italiano concorrano a pagare lo stipendio di parlamentari che vogliono, alla lettera, cambiare bandiera. Già una parte dei miei contributi sovvenziona un altro Stato, Città del Vaticano, e non con la donazione dell' otto per mille.

Che si tracci frontiera sul Po, che siano liberi i transpadani di battere moneta, scegliere se chiedere iscrizione all' Europa o se preferiscono per loro una specie di Svizzera del sud. Certo la Liguria non rientra nel pacchetto nord, Imperia è più a sud di Carrara. Vedere alla voce Italia e controllare. Il nuovo stato avrebbe Mestre come sbocco al mare, il nord dell' Adriatico. Spenderebbe i suoi redditi per una marina militare, un' aviazione, giudici, caserme, scuole, previdenze: mi sembra all' incirca un buon affare. Non avrebbe più motivo di chiamarsi nord, la Padania non sarebbe nord di niente. Diventerà con soddisfazione una repubblica subalpina. Il sud invece resterà sud, grazie a una denominazione d' origine a prova di scasso. L' Aquila si troverà un po' più centrale e lo apprezzerà. Nelle aule parlamentari i banchi dove sedevano i separatisti verranno smontati, a scanso di ripensamenti.

Il giorno della separazione sarà festa nazionale: reciproca. Sulle due sponde del Po si farà a gara a chi spara i più bei fuochi d' artificio della contentezza.

Insomma comincio a immaginarla questa separazione senza spargimento di una goccia di sangue, né di una lacrima e nemmeno di una goccia di sudore.
 

segnalato da Maria Cecilia Capoccia