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  Interventi estratti dalla bacheca "Commenti e Opinioni" 

 

Intervento estratto dalla bacheca "Commenti e Opinioni"

Casa della Salute

(1 maggio 2010)

 

Per cominciare a capire l’argomento di cui si dovrà parlare nei prossimi giorni proviamo a trovare qualche notizia utile in Italia ma soprattutto a Veglie.

Facciamo sapere notizie tecniche e non pettegolezzi su questa famosa "Casa della Salute".

 

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Un grande obiettivo: la Casa della salute

Fonte:  "Un New Deal della Salute - Linee del programma di Governo per la promozione ed equità della salute dei cittadini "

Audizione del Ministro della Salute Livia Turco alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati (27 giungo 2006)

 

In sanità esistono molte priorità. Compito di questo Ministero, insieme alle Regioni, è quello di affrontarle tutte con cognizione dei mezzi e delle reali possibilità di soluzione. In sanità non si possono ingannare i cittadini né gli operatori con facili promesse. Ma, nell’ambito di questo programma di Governo, che vuole essere una prima agenda delle “cose da fare” che avrà costanti aggiornamenti e rimodulazioni grazie a quella politica dell’ascolto già avviata e che sarà una costante del mio mandato, intendo indicare fin d’ora “un grande obiettivo” di legislatura; quello di porre in essere l’effettiva integrazione socio-sanitaria in un quadro di sviluppo delle cure primarie a livello nazionale. Solo così si potrà infatti realizzare quella continuità assistenziale, dall’ospedale al proprio domicilio, che rende effettivo il diritto alla salute del cittadino.

 

L’integrazione socio-sanitaria richiede un forte sviluppo delle politiche sociali. Per questo da Ministro della Salute farò la mia parte per sostenere il Ministro della Solidarietà Sociale affinché il Fondo Nazionale delle politiche sociali sia dotato di risorse adeguate e perché siano definiti i Livelli Essenziali di Assistenza delle prestazioni sociali.

 

Nello stesso tempo vogliamo costruire presso il Ministero della Salute un organismo di coordinamento, prevenzione e indirizzo per lo sviluppo dell’integrazione socio-sanitaria e per la promozione e lo sviluppo delle cure primarie e intendiamo promuovere il prossimo anno, a Bologna, la 1^ Conferenza nazionale delle cure primarie.

 

L’obiettivo è quello di coinvolgere tutti i soggetti della medicina del territorio, di conoscere, confrontare e valutare le esperienze che si sono realizzate, i successi ottenuti e le criticità emerse per definire un progetto di medicina del territorio che possa essere apprezzato dai cittadini perché reale, vicino ed anche visibile. Per far questo, bisogna partire dall’esperienza dei distretti.

 

Conoscere e valorizzare i successi e le eccellenze, ma anche capire come mai, pur previsto nel decreto legislativo 229/99, il distretto non è diventato ciò che doveva diventare.

Non è stata, e non è, solo una questione di finanziamento, ma di connivenze, inerzie, conservatorismi ed arretratezza. A differenza dell’ospedale dove la storia e la legislazione hanno prodotto una forte identità strutturale, con propri modelli e rituali organizzativi anch’essi oggetto di una straordinaria evoluzione, la sanità territoriale è stata tradizionalmente un aggregato povero di ambulatori e di servizi senza una propria identità e senza un proprio radicamento nell’immaginario collettivo. L’altro aspetto, insieme al distretto, è la presenza ed il ruolo dei medici di famiglia. Ruolo cruciale per promuovere la continuità assistenziale e offrire al cittadino un punto di riferimento che lo guidi nel suo percorso di formazione, cura e riabilitazione. La convenzione dei medici di famiglia prevede, tra l’altro, lo sviluppo delle cure primarie attraverso la costituzione di nuovi modelli organizzativi sul territorio come l’Unità Territoriale di Assistenza primaria e forma di aggregazione dei medici di famiglia.

 

Vogliamo realizzare queste esperienze e proporre ai medici di famiglia un patto di diritti e doveri; diventare il perno del sistema delle cure primarie in un sistema di governance, un governo clinico del territorio che costruisca la squadra tra medico di famiglia, medici del distretto, specialisti ambulatoriali, professioni sanitarie in un lavoro che deve essere a rete e non più gerarchico e frammentato.

 

L’evoluzione del distretto, la figura rinnovata del medico di famiglia e di quello ambulatoriale, il ruolo forte delle professioni sanitarie e sociali può portare alla definizione di un nuovo progetto di medicina del territorio attraverso la promozione della Casa della salute.

 

La Casa della salute potrebbe diventare la struttura polivalente e funzionale in grado di erogare materialmente l’insieme delle cure primarie e di garantire la continuità assistenziale con l’ospedale e le attività di prevenzione. Nella Casa della salute lavorano insieme il personale del distretto tecnico-amministrativo, infermieristico, della riabilitazione, dell’intervento sociale, i medici di base con il loro studio associato, gli specialisti ambulatoriali.

 

La Casa della salute è un insieme di attività organizzate in aree specifiche di intervento profondamente integrate fra loro in cui si realizza la presa in carico del cittadino per tutte le attività socio-sanitarie che lo riguardano; si persegue la prevenzione primaria, secondaria e terziaria, l’educazione sanitaria e le corrette pratiche di autogestione delle malattie croniche; si attiva un’assistenza domiciliare delle cure a forte integrazione multidisciplinare ed infine si istituzionalizza la partecipazione dei cittadini che viene garantita attraverso procedure certe, codificate e periodicamente verificate. Nella Casa della salute, dunque, devono potere essere effettuati tutti gli accertamenti diagnostico-strumentali di base 7 giorni su 7 e per almeno 12 ore al giorno. Nella Casa della salute deve trovare implementazione la gestione informatizzata di tutti i dati sanitari e devono venire attivate le procedure di teleconsulto e di telemedicina che consentano una diagnosi specialistica di 2° livello.

 

Nella Casa della salute, inoltre, attraverso l’elaborazione da parte degli operatori che in essa operano, devono trovare implementazione le linee guide condivise e i percorsi terapeutici ed assistenziali sulle principali patologie realizzando quella continuità terapeutica tra la fase acuta e quella della post-acuzie e riabilitazione oggi mancante.

 

Questa ipotesi di riorganizzazione e crescita del sistema delle cure primarie la proponiamo al confronto, alla discussione di tutti gli attori del territorio, dei sindacati, dei cittadini. Non vuole essere un modello calato dall’alto, ma la proposta di un’idea, di un progetto utile a rendere concreta la ricerca e la discussione che potrebbe essere adottata in modo sperimentale in alcune realtà attraverso anche un sostegno finanziario del Ministero.

 

Un nuovo sistema di cure primarie può realizzare quella efficace integrazione, tanto auspicata, con la rete ospedaliera che deve proseguire la sua innovazione puntando sull’alta specialità e sulla ricomposizione dei piccoli ospedali in RSA, sedi di day-hospital, day surgery polispecialistici, centri di cure primarie.

 

Intervento estratto dalla bacheca "Commenti e Opinioni"

1 maggio 2010

 

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Nella farmacia di domani c’è anche il medico

(Un cittadino - 2 maggio 2010)

 

Nella farmacia sotto casa presto si potranno prenotare esami e visite, fare test di autovalutazione del diabete, eseguire le spirometrie. Ma la farmacia del futuro sarà cruciale anche per l’assistenza domiciliare avanzata.

«Ecco perché il secondo passo» del ministro Fazio dopo i decreti attuativi della legge 69 sulle farmacie «prevede di abbattere il muro del testo unico del ’34 e consentire l’ingresso dei medici nelle farmacie, che diventeranno centri territoriali primari»

A disegnare la farmacia del futuro è stato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto ieri a Roma all’assemblea dell’Associazione distributori farmaceutici (Adf). Fazio parte da un elemento cruciale, ovvero la necessità di spostare il trattamento dei malati cronici dall’ospedale al territorio.

«Il numero degli over 65 è destinato ad aumentare - ricorda - di pari passo con i pazienti affetti da malattie croniche, fra cui ormai c’è anche il cancro. L’obiettivo finale è quello di trattare questi malati sul territorio», autorizzando lo spostamento di alcuni medicinali dall’ospedale al territorio, dunque alla farmacia. Ma occorre individuare le risorse. In ogni caso, nota il ministro, il ruolo e l’aspetto della farmacia dovrà modificarsi, per consentire questo spostamento verso una nuova centralità del territorio. «Se non ci riusciremo, il sistema va ad implodere, ammonisce il ministro».

Ma quanto è lontana la farmacia del futuro?

Il colloquio con i medici di medicina generale e i farmacisti «è serrato e in fase avanzata», conclude.

«E a me certo» la novità del medico in farmacia «piacerebbe
 

Intervento estratto dalla bacheca "Commenti e Opinioni"

2 maggio 2010