Considerazioni in merito all'alluvione del 2 novembre
Ancora una volta, Veglie si è trovata in stato di emergenza per una pioggia abbondante durata sette ore e, come l'anno scorso, si è dovuti intervenire scavando un canale a ridosso della circonvallazione posta a nord del centro abitato. Proprio in quella zona dove, sette-otto anni fa, l'amministrazione di cui facevo parte, e della quale numerosi esponenti partecipano a quella attuale, pensò di progettare un'opera idraulica che fu spregiativamente definita "canalone ". Ricordo ancora le polemiche velenose ed infuocate che ne seguirono anche con vignette di discutibile qualità satirica e con insulti alle persone. Dovetti, come assessore ai lavori pubblici e come amministratore senza alcun interesse patrimoniale, subire attacchi spesso sconsiderati con una acrimonia degna di miglior causa. Probabilmente il progetto era troppo invasivo e si cercò di ridimensionarlo. Anche a me sembrava utile toccare il meno possibile l'ambiente. Ma chi si opponeva (difendendo anche gli interessi di qualcuno che non voleva si toccasse la sua proprietà) scatenò una lotta così violenta che, alla fine, si preferì lasciar perdere mandando a monte il progetto. Ora mi chiedo, e lo chiedo soprattutto a chi fece parte di quella lotta e ancora amministra Veglie, se non sarebbe stato più opportuno evitare crociate a sfondo politico e scandalistico e cercare, tutti insieme, di fare gli interessi della comunità tutta senza distinzione di appartenenza politica.
Evidentemente fu un errore di calcolo e spero
sinceramente che le conseguenze non debbano poi ricadere su tutti i vegliesi
e sulle loro famiglie.
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