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  Nicola Gennachi - lunedì 19 Marzo 2012

 

Il CPT non è una CASA DELLA SALUTE

Di seguito un esempio concreto di possibile modello organizzativo di un CPT. A dirlo è un sindacato dei medici di medicina generale molto rappresentativo.

Spero che non faccia differenza la diversa localizzazione geografica del CPT (Bari o Lecce.)  Non vedo le “opportunità di sviluppo del territorio” e non vedo neanche come un CPT possa risollevare dalla crisi un paese.

E' possibile, invece, migliorare con un CPT  il livello assistenziale dei cittadini. E questo per me, basta e ne avanza.

Nota a cura di  Nicola Gennachi


FIMMG  Sezione Provinciale Bari - Comunicato stampa

Le case della salute ovvero le case delle bugie
 

Periodicamente appare sui media un annuncio miracoloso: faremo una casa della salute!

Una parola magica, una promessa evanescente a cui cittadini, sindaci e operatori sanitari si aggrappano pur di continuare a credere, a sperare che vi sia un servizio sanitario capace di dare risposte ai bisogni di salute della popolazione.

Cosa sarà mai, dunque, questa chimera?

È un’organizzazione complessa della medicina del territorio dove i vari operatori: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti, infermieri, terapisti della riabilitazione e altri insieme offrono ai cittadini la risposta a buona parte dei loro bisogni assistenziali.

È una struttura aperta 24 ore su 24 e sette giorni su sette, grazie alla possibilità di interagire con la continuità assistenziale (guardia medica) e medici del 118 per l’emergenza.

L’allocazione naturale è proprio quella dei presidi sanitari chiusi a seguito della rimodulazione della rete ospedaliera voluta con il piano di rientro.

Quali servizi sarebbero erogati ai cittadini? Tutta l’assistenza primaria: la medicina di famiglia e la pediatria di libera scelta organizzate in ambulatori comuni aperti 12 ore al giorno; la guardia medica così come oggi organizzata; un punto di primo intervento gestito dai medici del 118; le visite specialistiche; un centro prelievi e un piccolo gabinetto radiologico; la tele cardiologia; le spirometrie e tutto ciò che può servire per una completa gestione della cronicità.

Vi sono case della salute in Puglia? No. La Regione Puglia non ha ancora definito il modello organizzativo che consenta una integrazione funzionale tra le varie figure professionali.

Esiste invece per la medicina di famiglia e per la pediatria di libera scelta un modello organizzativo che vede almeno 10 medici associati che gestiscano ambulatori aperti continuativamente 12 ore al giorno. È il caso delCPT Centro Polifunzionale Territoriale del San Paolo.

“Il Centro polifunzionale territoriale (CPT) – recita la DGR 2289/2007 -garantisce l’assistenza primaria secondo un modello organizzativo a complessità crescente a partire dall’aggregazione di medici di famiglia che assicurano in una sede unica la continuità assistenziale h 12 (8-20).

Il centro può essere realizzato direttamente in strutture messe a disposizione dai medici o con l’utilizzo di sede e personale messi a disposizione dall’azienda territoriale”.

Le case della salute sono finanziate dalla Regione Puglia? No, non vi sono fondi per la costituzione delle case della salute. I fondi che erano stati in un primo momento previsti sono stati azzerati dal Piano di Rientro.

Vi sono le risorse per consentire ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta di istituire i CPT? Si, ma sono limitate a pochi medici. Attualmente nella ASL di Bari giacciono sei richieste di costituzione di CPT: due a Bitonto, uno a Casamassima, uno a Conversano, uno a Triggiano e uno a Castellana. A questi potrebbero aggiungersi quelli di Gioia del Colle e Noicàttaro. Il fondo a disposizione della ASL Bari, ad esempio, consente invece la costituzione di un solo CPT.

“Siamo favorevoli a questa organizzazione della medicina, in grado di fornire ai cittadini servizi e assistenza sul territorio senza pesare inutilmente sugli ospedali”, ha dichiarato il dott. Giovanni Sportelli – Segretario Provinciale della Fimmg Bari. “La prevenzione e la gestione dei malati cronici costituisce il vero obiettivo della medicina generale. Per far questo la Giunta Regionale deve investire sul territorio fornendo ai medici personale e strumenti per raggiungere gli obiettivi di salute. Oggi, invece, continuiamo ad operare senza strumenti e con poco personale. Eppure gli indicatori di salute mostrano potenzialità enorme da parte della medicina generale per una corretta gestione delle malattie croniche e sul versante della prevenzione”.

La telemedicina, ad esempio, costituisce un modello concreto per ridurre gli accessi in ospedale e migliorare

la salute dei cittadini. “Se tutti i diabetici (circa 300.000 cittadini in puglia) e gli ipertesi (circa 1.200.000 pugliesi) effettuassero presso gli ambulatori dei medici di famiglia un elettrocardiogramma in telemedicina, ad esempio, assisteremmo a 1.500.000 accessi in meno all’anno in ospedale, con grande beneficio per coloro che sono costretti a recarsi in ospedale per motivi di urgenza”, ha continuato il dott. Giovanni Sportelli. “Su 1205 elettrocardiogrammi effettuati in telemedicina a soggetti prevalentemente sani presso il CPT del San Paolo di Bari 157 sono risultati patologici tra cui 3 infarti acuti del miocardio, 17 sindrome coronariche acute e 36 aritmie importanti. Se questo tipo di assistenza fosse praticata in maniera sistematica a tutti i diabetici e ipertesi assisteremmo ad una riduzione drastica delle complicanze di queste patologie”.


Bari, 13 marzo 2012
 

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