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   Maria Cecilia Capoccia -  Martedì 11 Giugno  2013

 

 

I partiti, secondo la nostra Carta costituzionale, sono l’architrave della democrazia

 

Domenica scorsa a Maglie, presso il Liceo classico si è svolto organizzato dai circoli del PD della cittadina e dei paesi limitrofi, un convegno tenuto dal Prof.re Fabrizio Barca sul tema “Un partito per un Buon Governo”.

E’ stata una lezione magistrale su come organizzare o ri-organizzare un partito per una buona politica.

I partiti, secondo la nostra Carta costituzionale, sono l’architrave della democrazia.

Se una crisi stiamo vivendo, vedi l’alto tasso di astensionismo durante le elezioni politiche, secondo il professore non è dovuto ad una ridotta domanda di politica (vedi i numerosi talk –show e gli alti indici di ascolto), ma alla scarsa fiducia degli elettori nei partiti (secondo gli ultimi sondaggi essa è scesa all’1% ); i partiti q uindi, non sono in grado di dare risposte adeguate.

Il professore, asserisce che i partiti mancano attualmente di strategia, cultura e radicalità sul territorio.

De Gasperi distingueva il politico che vede a breve distanza (prossime elezioni), dallo statista che si proietta nel futuro, e guarda a due - tre generazioni.

Il partito dovrebbe pertanto essere radicato sul territorio, intercettare i bisogni e con umiltà ricorrere alle competenze esterne per allargare il proprio campo di conoscenze, per prendere le migliori decisioni possibili. Certo ogni discussione non è scevra di conflitti, ma secondo Barca, più vi è divisione e più vi è civiltà, ma il conflitto dovrebbe essere sempre sulle idee e mai sulle persone; il confronto anche aspro, può portare al cambiamento: il coraggio sta anche nel cambiare idea.

Ha aggiunto inoltre che la nostra classe dirigente soffre da molto tempo di riformismo. Da vent’anni si passa da una riforma ad un’altra sia nel lavoro, scuola, sanità etc…

Sul presidenzialismo si rischia di concentrare più poteri sulla persona perdendo parte di sovranità parlamentare, abbiamo bisogno inoltre di democrazia partecipata che la rete sembrerebbe garantire ma ha il limite di radicalizzare le posizioni, per la mancanza di confronto diretto come avviene all’interno di un partito. La rete è uno strumento per ampliare le conoscenze nella risoluzione di problemi, ma non ha la capacità di selezionare la classe dirigente. Nel suo manifesto afferma che l’errore che in questo tempo si compie nel dibattito politico è di associare socialdemocrazia a liberismo in modo rigido, quando bisogna cogliere argomenti forti della tradizione liberale (concorrenza e merito), di quella socialdemocratica (lavoro e giustizia), con quella della tradizione cristiano-sociale (attenzione alla persona). La mia opinione, su questo dibattito è stato di alta utilità e di riflessione profonda su come anche noi viviamo la nostra attività politica sul nostro territorio. Speriamo che gli incontri all’interno del partito siano più frequenti, perché solo dal dibattito e dal confronto possiamo renderci utili, e fare progredire la nostra comunità .
 

Cecilia Capoccia

(esponente del PD)

 

PS:  i risultati delle amministrative ci hanno dato vincenti. Non illudiamoci; abbiamo vinto perché a conferma di quanto si è detto sopra, mancano gli altri partiti. Speriamo che essi si riformino, perché costituiscono il sale della nostra democrazia.