Teatriamo?

 

 

Il titolo di questo intervento è già noto, però chi “ama il teatro”, può fare di questa domanda la sua passione…

 

…Era una sera di primavera del 2007, quando ritornando dal lavoro, entrai come d’abitudine, nello studio del dottore Cosimo Fai, amico umanista, al quale mi lega una profonda stima, simpatia, ed amicizia.

Quella sera, mi comunicò, che aveva scaricato da internet, il “Canto di Natale” di Dickens e voleva idearlo per il prossimo Natale.
Mi diceva: “sarà una cosa che rimarrà alla storia”!

 

Perché doveva rimanere alla storia?

 

Perché si sarebbe tenuto, se tutto fosse andato per il verso giusto, nei locali del Cinema Trieste, un vecchio cinema nei pressi della piazza di Veglie, abbandonato oramai da anni e riaperto per questa occasione.

E poteva rimanere alla storia anche perché non fu molto difficile convincere Cosimo, dall’aspetto burbero e scontroso, a rappresentare il personaggio principale della commedia.

 

L’entusiasmo aveva travolto anche me, uno scoop del genere, non si sarebbe potuto dimenticare.

Mi chiedeva un aiuto, la mia consulenza, e così sera dopo sera, i risultati si vedevano.

Scenografia: l’essenziale, i costumi, le parti assegnate insieme, rendevano già lo spettacolo completo.

Agosto terminava, e il programma era già stato stilato, non definitivo, ma dava l’idea dell’opera.

E proprio in questo mese, seppi che per il periodo in cui era stato programmato “Scrooge” (questo il titolo riadattato), io dovevo lasciare Veglie per raggiungere il nord d’Italia per motivi di salute.

I primi di settembre, una riunione dava il via ai lavori. Grandi e bambini, erano contenti di questo progetto.

Si inizia a provare.

Ogni sera.

Prima, seconda, terza, quarta scena …

… i balletti, e poi tutto il resto!

Le difficoltà andavano giorno per giorno accrescendo.

Io che curavo la parte recitata, notavo che in fondo, ognuno ci teneva a mettersi in gioco, ma la cosa che spaventava di più, era mettere insieme il tutto.

Quanti sabati persi a scegliere stoffe, a fare e disfare.

Quanti nervosismi per le persone in cui credevi, ma che per alcuni versi si stavano tirando indietro.

Quante rinunce … il tutto perché?

Perché si credeva in quello che si voleva!!

 

Poi per me è arrivato il momento di lasciare quella “compagnia”, passando il “testimone” all’amico Maurizio.

E’ stato come se lasciassi una parte di me.

Non vederli per tanto tempo, non ridere delle proprie gaffes, non incoraggiare … mi rendeva triste, ma il buonumore aveva la meglio in questi sentimenti di malinconia.

Nonostante il mio soggiorno a Milano, sono riuscita a sentirli ogni giorno, a seguire il loro cammino, a decidere il locale del recital, ed anche se ci separavano parecchi chilometri, il mio cuore era con loro …

… era con loro anche il giorno della prima, perchè malgrado fossi già rientrata a Veglie, non ero in grado di sostenerli fisicamente e moralmente.

Ma il 27 Dicembre, giorno della replica, nessuno mi ha impedito di prendere posto in “pole-position”…

… ed ecco che … appena aperto il sipario, alla vista dei primi personaggi, i miei occhi si sono annebbiati e riempiti di lacrime.

 

Le dispute, le rinunce, i sacrifici, si erano trasformati in un meraviglioso palcoscenico che accoglieva:

l’eleganza di Franco Matteo;
la riconoscenza di Fabrizio Perrone;
la freschezza delle ballerine;
l’energia dei break-man;
la grinta di Mimino Pierri;
l’esperienza del veterano Salvatore Capoccia;
la timidezza di Vanessa Vantaggiato;
la super-simpatia di Mimmo Gatto;
l’entusiasmo dei ballerini della Ceramic’Arte;
l’emozione di Lara Vantaggiato;
la maternità di Mariagrazia Carleo;
la carica di Giovanni Carlà;
la spontaneità dei bambini;
l’esordio di Giulia Siciliani;
la tenerezza di Gabriele De Luca (in arte Tiny Timm);
la sfrontatezza di Tonio Calcagnile;
il sorprendente Giacomo Sabato con quei giochi di luci ed effetti speciali;
l’indispensabile, come una manna, Fernando Leardi …
…e poi lasciatemelo dire, Elisa Nicolaci, sembrava uscita da una pubblicità del Mulino Bianco…

 

…e, la “caparbietà” di Mr. Scrooge, ha reso il tutto uno spettacolo da vedere!

 

Questo “vulcano” di uomo, come l’ha definito qualche altro amico, ogni tanto è “esploso” … e chi gli stava affianco … per fortuna ne è uscito indenne, perché alla fine … la sua lava, riesce ad essere benefica!

 

Il pubblico ha gradito molto. Penso che lo scopo di far divertire la gente, sia stato raggiunto.

La comicità di questa recita, insieme alla sua morale, ha conquistato la platea, in un mondo fatto oramai di esteriorità.

 

Questo sipario si è chiuso. Non facciamo promesse certe, ma se ne aprirà un altro fatto di mille colori, di luci, di tanta buona volontà … e di un’altra rappresentazione da ridere, da vivere, da raccontare.

 

Il mio ringraziamento personale va a tutti, indistintamente, perché ognuno mi ha regalato una parte di sé!

Franca Pierri