di Ada Culazzo

Edizioni  Del grifo

"Una donna sotto il segno del cancro"

di Ada Culazzo

 

dalla prefazione del libro:

 

Dopo aver esordito con una raccolta di poesie, con risultati lusinghieri, Ada tenta l'esperienza del romanzo.

"Una donna sotto il segno del cancro" è il titolo di questa prima opera in prosa in cui, squarci di vita vissuta ed evasioni fantastiche, si intrecciano in un susseguirsi di avvenimenti che coinvolgono emotivamente il lettore, catturano la sua attenzione, portandolo quasi a desiderare che le vicende di uno o di un altro personaggio si sviluppino in maniera diversa, per evitargli, a volte, certe esperienze spiacevoli che gli tocca affrontare.

Ancora una volta, le pagine diventano per Ada il mezzo e il pretesto per dare libero sfogo alla sua fantasia, ma anche a far parlare i fatti in maniera oggettiva, senza turbare lo svolgimento con commenti e giudizi personali. Tuttavia si avverte, viva, la presenza dell'autrice attraverso le emozioni e gli stati d'animo personali che, suo malgrado, riaffiorano qua e là nel corso della narrazione.

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...ricordi familiari, reminiscenze dell'infanzia, dell'adolescenza e della giovinezza, quadretti di vita contadina, fanno da sfondo a problematiche proprie dei tempi in cui si svolgono i fatti e, ancora oggi, non del tutto risolte. Il fenomeno dell'emigrazione in Francia, in Belgio, in Germania alla ricerca di un lavoro. La questione meridionale dell'immediato dopoguerra, periodo in cui miseria e fame hanno fomentato odi ed acceso gli animi dei lavoratori che, al ritorno in patria, si sono venuti a trovare senza terra e senza casa. Ma anche la lenta e faticosa ripresa economica e sociale del Meridione e, quindi, di questo paese del Sud: Veglie, in cui si svolgono le vicende narrate e che mostra i segni della rinascita, quando al ritorno degli emigranti si riattivano i frantoi, si estendono le coltivazioni del tabacco e dei vigneti.

 

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Particolarmente incisive diventano, nel corso della narrazione, le scene di vita agreste che hanno come teatro l'aia dove si svolgono le varie fasi della sgranatura e della trebbiatura e i campi dove si vendemmia, descritti in maniera particolareggiata e viva perché vissute in prima persona, le serate danzanti sotto il cielo stellato, al suono della fisarmonica, a conclusione dei lavori e delle fatiche dei contadini.

 

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L'autrice, dunque, raccontando, analizza la psiche dei suoi personaggi, ne evidenzia le loro azioni, talvolta impulsive e contraddittorie, e spesso le loro incapacità a cambiare gli eventi, ma anche il coraggio e la forza d'animo che li sorregge. Ciò succede, appunto, a Dora, la principale protagonista.

Dora cresce in un ambiente contadino, con una gioia di vivere prorompente e travolgente, partecipe, giorno per giorno, della metamorfosi della natura, vivendo a stretto contatto con essa.

Il suo carattere vivace e spensierato e, al tempo stesso deciso e volitivo, la rende ben accetta a tutti, anche se, talvolta, la sua esuberanza causa non pochi problemi alla famiglia. Trascorre la prima infanzia, l'adolescenza e la prima giovinezza serenamente, poi gli studi superiori a Lecce, l'università a Bari e, prossima alla laurea, il viaggio a Parigi dove, accanto all'entusiasmo di provare nuove emozioni, in un paese straniero e con pochi soldi in tasca, essa avverte un profondo smarrimento e una forte nostalgia per la terra natìa. Il ritorno a casa con qualche delusione, ma con spirito rinnovato, le fa apprezzare meglio le cose che le appartengono. Poi la svolta decisiva della sua vita: l'arrivo dell'amore  e il matrimonio. Non mancheranno, però, le difficoltà...

 

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 Non potrei concludere senza aver sottolineato l'efficacia della lingua e la linearità dello stile. I fatti che, come ho già detto, si svolgono in uno scenario paesano e in un ambiente contadino, sono fedelmente descritti in una lingua fluida che, per essere più vera, si arricchisce di elementi dialettali (ursuli, capase, menza, nzerte, sconca mintuni, a nuzzuli) o specifici come nella descrizione delle varie fasi dell'attività agreste (ventilare, sgranare i legumi, disporre i mannelli in biche, ecc.). Linguaggio, dunque, realistico che invita ad una rapida lettura, sollecitando chi legge ad arrivare al più presto alla fine, anzi ad anticiparne la conclusione...

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Laura Borelli Maci