La Pasqua nella giustizia (mons. Talucci) |
Pubblicata in data 4/4/2010 MESSAGGIO DI PASQUA DELL'ARCIVESCOVO TALUCCI La Pasqua nella giustizia Tutti noi invochiamo la giustizia per garantire all’uomo quello che gli spetta. Ma cosa “spetta” all’uomo, perché sia tale e perché la sua esistenza sia piena e aperta alla speranza? La legge umana può assicurare tanto, ma non può garantire l’appagamento delle sue esigenze più intime. Forse può assicurare nella giusta misura i beni materiali, sempre utili e necessari. Ma sappiamo che «non di solo pane vive l’uomo» (cfr. Mt 4,4). I beni interiori, spirituali, invisibili, che sono propri dell’uomo, esigono una gratuità che non appartiene alla legge umana, ma hanno origine in Colui che è «nato sotto la legge per riscattare l’uomo dalla legge» e per ricevere «l’adozione a figlio» (cfr. Gal 4,4-5). L’uomo ha bisogno di amore, ha bisogno dell’altro, ha bisogno di Dio per superare se stesso e sperare. Solo la carità di Dio può appagare l’uomo e dargli quello che gli spetta. Dio conosce le sue esigenze perchè lo ha creato a sua immagine. E in Gesù Cristo lo rende figlio suo. Dio è giustizia e misericordia piena. Possiamo dire che l’uomo pieno di Dio ha un cuore come il suo e, quindi, è capace di generare dentro di sé il bene. È il cuore dell’uomo la sede dell’amore. Nel cuore compie le sue scelte. Dal cuore viene la sua giustizia o la sua ingiustizia. La Pasqua è un “esodo” dalla schiavitù alla libertà, e quindi, in Gesù, un “passaggio” dalla morte alla vita. Quando l’uomo rimane chiuso nel suo egoismo e nel suo interesse è pronto a prevalere sugli altri o contro gli altri, e così diventa capace di torti, di violenze, di abusi, di ingiustizie. Si pone contro Dio, e facilmente seminerà sofferenza in altri, causando tristezza e inquietudine in se stesso. Quando invece decide di uscire dall’egoismo col desiderio di aprirsi all’uomo e alla volontà di Dio, diventa capace di bene, di equità, di giustizia. Sentirà di avere un cuore nuovo, quindi un cuore libero. Questo “esodo” di liberazione sarà la sua Pasqua. Libero da autosufficienze, da arroganze, da abusi, il suo cuore sarà giusto. Gesù Cristo è il vero “giusto” ed ha offerto la sua vita per l’ingiusto. Tutto questo non è secondo la giustizia umana ma risponde alla logica di Dio che è Amore. Egli ha creato l’uomo per amare. Cristo paga un duro prezzo per liberare l’uomo, che non può salvarsi da solo. L’uomo ha bisogno degli altri nella rete delle relazioni umane, e ha bisogno di Dio per essere se stesso nell’amore e nella giustizia. Ecco la Pasqua di liberazione, la Pasqua di salvezza. Auguro alla nostra città una “primavera” di giustizia e di legalità. E, per augurarvi questa Pasqua, v’invito a convertirvi a Cristo e credere al suo Vangelo, cioè ad uscire da voi stessi per aprirvi alla giustizia di Dio e alla vita vera, nel dono dei sacramenti (cfr. Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2010). Nel sacramento della Riconciliazione voi uscite dal peccato ed entrate nella giustizia di Dio. Nel sacramento dell’Eucaristia vi rivestite di Lui e rimanete nell’amore. Col cuore nuovo porterete la giustizia nella società, cioè il desiderio che ognuno abbia il necessario secondo la sua dignità di uomo, compresa la libertà di scegliere Dio, che è la fonte della giustizia. Questa è la conversione del cuore; così camminerete verso la giustizia piena. Dio è la nostra giustizia, Dio è il nostro tutto e nessuna giustizia, degna di questo nome, può privare l’uomo di Dio. L’uomo con Dio è pienamente uomo, con un destino eterno. Buona Pasqua a tutti. Brindisi, 25 marzo 2010. + Rocco Talucci Arcivescovo |