I
SANTINI
Enzo de Benedittis ed Ubaldo Morleo
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Per la Chiesa, l'immagine religiosa ha una triplice funzione: quella
di "ornamento" di chiese e luoghi di culto, di "insegnamento e di
divulgazione" (portando a tutti - letterati e non - le verità del
catechismo, le storie sacre, le vite dei santi) e di "incitamento"
alla pietà. Ovviamente, l'immaginetta religiosa - o chiamiamola più
familiarmente "santino" , è destinato proprio alla funzione
divulgativa della devozione.
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La sua diffusione si
sviluppò, adattandosi ai cambiamenti delle mentalità, del
linguaggio e dei costumi, fra il XIV secolo e la prima metà del XX,
proponendo principi di morale, di Fede e di Amore esaltanti la
vita cristiana, adattando schemi che rappresentavano i più grandi
Misteri, diventando - nei momenti di necessità spirituale - mezzo
di conforto, di colloquio con Dio e di intercessione presso i suoi
Santi. Già nel Quattrocento e nel Cinquecento, monache e frati
impiegavano parte della vita monastica a dipingere immaginette
sacre su pergamena per donarle a dei fedeli particolarmente cari o
anche per usarle negli esorcismi e alcuni santini su ostia
venivano fatti ingoiare a delle persone per guarirli da mali
fisici o morali. Alla prima metà del XIV secolo risalgono le prime
stampe su carta, realizzate da un disegno inciso su matrice di
legno che, benché riflettano religiosità e ansia di fede, sono di
fattura un po' grossolana; più avanti, specialmente in Baviera,
Fiandre e Svezia, l'esecuzione verrà affidata a grandi artisti che
creeranno piccoli capolavori, affinando la tecnica e sostituendo
all'intaglio su legno l'incisone su rame o acqueforti su carta non
particolarmente pregiata, di forma rettangolare, in bianco e nero,
con aggiunta d un testo o una preghiera. A partire dal Seicento,
fino al XVIII secolo, si cercherà di abbellire sempre di più i
santini "artisticamente" e si svilupperà anche la realizzazione di
immagini chiamate "canivet", confezionate con temperini atti ad
intagliare la carta velina, creando veri e propri pizzi merlettati
di grande effetto, mentre agli inizi dell'Ottocento nascono in
Europa (ad opera specialmente degli editori Rude e Hoffman di
Praga) i primi pizzi a matrice che cercheranno di imitare i vecchi
modelli intagliati a mano, su cui venivano incollate le varie
immagini religiose, disegnate o stampate in litografia, una
tecnica innovativa per l'epoca.
Successivamente, si diffonderanno le immagini "a inclusione" o "a
rilievo", con preghiere miniate a colori e sul finire del secolo
il mercato verrà invaso da una consistente produzione di santini
sempre più ricchi di simboli, di ghirlande e decori, acquerellati,
ornati di lustrini, nastri e florilegi, sino a sfociare nella
ridondanza grafica dell'Art Déco e del Liberty.
La distribuzione delle immaginette veniva effettuata durante le
celebrazioni e ricorrenze religiose di un certo rilievo, nei
ritiri spirituali o nei collegi gestiti dai vari ordini religiosi
e diffuse nelle missioni presenti nei luoghi più sperduti del
mondo. Generalmente venivano conservate nei messali, con un
sentimento frammisto di religiosità e di scaramanzia, quasi come
reliquie dalle potenti qualità taumaturgiche o come un frammento
di quella eternità perduta che poteva ricongiungere al Cielo
quella parte dell'uomo che di esso aveva nostalgia.
Per un'azione di catechesi per i bambini si ricorreva a
immaginette evocatrici del soprannaturale che si potevano
facilmente imprimere nelle menti, spesso raccolte anche in piccoli
libretti, corredate da una breve didascalia generica o da una
frase dei Vangeli. Esse narravano i momenti salienti della Vita
della Vergine, della Vita di Gesù, dei miracoli, ecc., attraverso
figurazioni definite o tramite simbologie - espresse spesso con
grande potenza pittorica - a volte ingenue, a volte teatrali, con
colori, sfondi e grafica molto elaborati, che però arrivavano
subito al cuore, destando interesse e buoni sentimenti, spingendo
comunque ad andare oltre l'immagine, all'essenza della religione.
All'nizio del XX secolo, la nascita della fotografia, le
avanguardie dell'arte moderna, l'industrializzazione, le nuove
ideologie ed i successivi eventi politico-economici provocheranno
il crollo dell'iconografia religiosa e devota che, tuttavia, nel
periodo tra le due guerre, rifiorirà, rifacendosi a pittori ed
incisori del passato, quasi ignorati ormai dagli artisti e persino
dai fedeli, con immagini didattiche ed accademiche quasi prive di
vero sentimento devozionale. Tuttavia, anche il santino trova con
le nuove tecniche una diffusione popolare più ampia che lo
trasforma in mezzo mediatico e se una volta le immaginette si
potevano trovare solo presso famiglie abbienti o nelle celle dei
monaci, ora che un solo esemplare poteva essere riprodotto in
innumerevoli copie, a basso costo, e venir distribuito ad una vera
massa di fedeli, ecco che il santino rivestiva davvero quella
funzione per cui in fin dei conti era nato, quella della
divulgazione. I santini venivano tenuti, dunque, non più solo nei
messali, ma nei taschini delle giacche, nei portafogli, veniva
incorniciato sul comodino, sulle culle dei bambini, e così via.
Grazie a questo piccolo mezzo, il fedele poteva ritrovare, nella
sua intimità, quell'emozione provata nei momenti di maggior
partecipazione religiosa; quelle piccole immagini gentili, di
angeli e di Natività, con la rappresentazione della dolorosa
Passione del Cristo, con gli sguardi ardenti di certi Santi
bambini, coi loro pizzi e nastrini, avevano il potere di riportare
indietro nel tempo, alla mai dimenticata ingenuità dell'infanzia
e, anche se solo per un momento, potevano far ricordare all'Uomo
ciò che era stato e rendergli, forse, ancora possibile il
colloquio con Dio.
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