Dal
Nuovo Quotidiano di Puglia e da La Gazzetta del Mezzogiorno di
mercoledì 9 febbraio 2005 |
dal Nuovo Quotidiano di
Puglia del 9/02/05
Retribuiti con rimborsi
spese che l'Istituto considera stipendi. Mai pagati i contributi per
decine di migliaia di euro
Maxi-multe ai
volontari del 118
Inps e Inail stangano le
Associazioni. Anche la Finanza indaga
VEGLIE - L'Inps e l'Inail
stangano con multe pesanti le associazioni di volontariato che, per
conto dell'Asl, gestiscono nel Salento le postazioni del 118. Si tratta
di 18 associazioni onlus che impiegano centinaia di operatori e decine
di mezzi. Per questo servizio le associazioni ricevono denaro dall'Asl e
corrispondono ai volontari rimborsi spese mensili, in base all'impegno
di ognuno di loro. Rimborsi spese che secondo l'Inps e l'Inail
corrisponderebbero a una vera e propria retribuzione, per la quale non
sarebbero stati versati i contributi. Pronti i ricorsi. Anche la Finanza
indaga.
Volontari o
dipendenti? Un'inchiesta sul "118"
Multe da capogiro alle
organizzazioni
Per Guardia di finanza,
Inps, Inail e Ispettorato del lavoro gli operatori dell'associazioni
convenzionate con il 118 sono dei veri e propri dipendenti. Per le
associazioni si tratta invece di volontari. Lo scontro è tutto qui e
anche l'inchiesta che le rispettive istituzioni stanno conducendo,
ognuna sì per le proprie competenze ma anche con i relativi carteggi
incrociati. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti i 18 sodalizi "onlus",
cioè senza scopo di lucro, che gestiscono le postazioni da Gagliano del
Capo fino a San Cataldo, impiegando centinaia di operatori e decine di
mezzi grazie ai 23mila euro ricevuti mensilmente dalle Ausl Le /1 e
Le/2.
L'indagine è stata avviata
dall'Inps grazie a un esposto che ha sollecitato controlli per
verificare se il denaro ricevuto agli operatori, da 200 a 500 euro al
mese, sia effettivamente dei rimborsi spese o degli stipendi in nero
visto che non sono stati versati contributi previdenziali e
assicurativi, tantomeno compaiono le relative detrazioni a cui sarebbero
soggette le associazioni. Faldoni di documenti sono stati acquisiti
dagli inquirenti per i relativi riscontri, per vedere, ad esempio, se le
quietanze rilasciate dagli operatori per ottenere i rimborsi spese siano
accompagnate da scontrini o da ricevute che giustifichino le spese
sostenute. E sono già fioccate multe da capogiro: da 100mila a 130mila
quelle dell'Inps, da 449 euro fino a 15mila da parte dell'Inail. La
Finanza invece sta verificano la presunta violazione delle norme che
regolano le materie tributarie. Ma sono già pronti i ricorsi: tre
associazioni li depositeranno oggi all'Inps e all'Ispettorato del
lavoro.
Secondo gli inquirenti gli
operatori delle associazioni convenzionate con il 118 svolgono attività
subordinata poiché devono rispettare i turni di lavoro ricevendo le
disposizioni da parte della centrale operativa, senza avere autonomia
sui tempi e le modalità di svolgimento delle prestazioni. E tanto
basterebbe a ritenere che non si debbano considerarli volontari, sebbene
i presidenti delle associazioni sostengano che prestino servizio per non
più di cinque-sei volte al mese e che il denaro ricevuto per raggiungere
la postazione con il proprio mezzo e per i pasti. Un esempio: gli
operatori del Ser di Veglie prestano servizio nella postazione di San
Cataldo e quindi chi parte da Salice Salentino (la gran parte a
quanto pare) percorre circa 42 chilometri di strada e resta fuori casa
per pranzo o per cena. Quelli che le associazioni chiamano
volontari e che gli inquirenti definiscono dipendenti a tutti gli
effetti, sono l'autista, il soccorritore e l'infermiere professionale di
cui è dotata ogni ambulanza. Se c'è il medico invece il suo stipendio
viene pagato direttamente dall'Ausl.
Del caso se ne occupando
anche la Regione che ha prorogato i contratti con tutte le associazioni
pugliesi scaduti il 31 dicembre dell'anno scorso in attesa di formulare
un bando per la gara d'appalto che prevederà solo dei rimborsi spese per
le associazioni perché trattandosi di enti no-profit altro non
potrebbero ricevere. Ma di questo se ne parlerà
probabilmente tra alcuni mesi anche in attesa degli esiti degli sviluppi
delle inchieste. Le associazioni restano intanto sul piede di guerra.
Erasmo Marinazzo
Il parere del presidente del
"Ser Veglie"
«Ma chiamarci
stipendiati per noi è solo un'offesa»
«Dipendenti? Per noi è un
termine offensivo, siamo tutti volontari che quando sono liberi dagli
impegni dei rispettivi lavori dedicano qualche giorno al soccorso. Che
per noi è una passione, non certo un impiego». La pensa così Lorenzo
Bocconi, 29 anni, di Veglie, presidente del "Ser- Veglie" che gestisce
la postazione del 118 di Campi Salentina. «Ci hanno chiesto i libri paga
e matricola, ma noi non siamo tenuti a tenerli perché i soci prestano
servizio gratuito ricevendo unicamente un rimborso spese. Non abbiamo 34
lvoratori, come ci ha contestato la direzione provinciale del lavoro, ma
solo soci volontari che ogni volta ci lasciano quietanza delle spese
sostenute».
Bocconi ha inoltre
ricordato che la sua, come tante altre associazioni salentine
convenzionate con il 118, esistono da decenni e che sono state chiamate
a prestare soccorso anche per emergenze nazionali grazie agli stessi
requisiti che gli sono valsi le convenzioni con il 118: «Il denaro dell'Ausl
viene impiegato soltanto per migliorare il servizio», spiega Bocconi.
«Oggi abbiamo sei mezzi e a breve ne acquisteremo un settimo dotato di
apparecchiature tecnologicamente avanzate».
da La Gazzetta del Mezzogiorno del 9/02/05
Ispezioni dell'Inps e dell'Inail.
Presunte irregolarità in materia contributiva. Interessata la Finanza
Rimborsi «in nero»
ai volontari del «118»
Fuori discussione
la qualità del servizio. Lo confermano i primi risultati di un'indagine
fra gli utenti
VEGLIE -
L'Inps e l'Inail passano al setaccio le associazioni di volontario che
coprono le postazioni del 118. Gli ispettori di vigilanza dei due
istituti hanno fatto visita alle associazioni. E, a quanto se ne sa,
sarebbero state riscontrate delle irregolarità in materia contributiva.
In altre parole non sarebbero stati versati i contributi previdenziali.
Una questione che è giunta anche all'attenzione della Guardia di
Finanza.
In base alla convenzione
stipulata con la Asl Lecce uno, le postazioni del 118 gestite dai
volontari sono quelle di Campi, di Nardò, di Martano, quella di piazza
Sant'Oronzo a Lecce, della marina di San Cataldo e quella situata nel
Quartiere stadio. Le associazioni garantiscono la copertura del servizio
24 ore su 24, mettendo a disposizione ambulanza, autista, infermiere e
soccorritore. In cambio viene riconosciuto un rimborso da parte della
Asl.
I controlli da parte dell'Inps
e dell'Inail sono cominciati alla fine dello scorso anno sulla scorta di
alcune segnalazioni in cui si denunciava che le associazioni avrebbero
riconosciuto ai propri operatori delle paghe in nero, cioé senza versare
alcun tipo di contributo. Così sono state avviate le verifiche. E gli
ispettori, almeno in alcuni casi, hanno accertato che non si trattava di
volontariato ma di un vero e proprio lavoro, con tanto di corrispettivo
in denaro. Stipendi percepiti in nero e che non sarebbero stati
dichiarati. Da qui i verbali. Inail ed Inps hanno rilevato che sono
stati evasi contributi su quelle somme. E' partita anche una
segnalazione alla Guardia di Finanza per verificare eventuali evasioni
fiscali.
Gli accertamenti e le
irregolarità, però, nulla hanno a che fare con la qualità del servizio
offerto dal personale 118. Lo confermano anche i primi risultati di
un'indagine condotta fra gli assistiti che hanno ricevuto le cure dagli
operatori del servizio di emergenza. I dati non sono ancora definitivi.
La rilevazione, condotta su base statistica, è tuttora in corso. Stando
alle prime proiezioni, elaborate sui dati fin qui raccolti, l'80 per
cento degli intervistati esprime un giudizio ottimo sul servizio, il 17
per cento lo ritiene buono, il tre per cento sufficiente. Nessuno fra
gli intervistati, infine, lo ritiene scarso. |