Il tribunale ha dato ragione a quattro comandanti che si erano opposti al progetto No al corpo unico dei vigili urbani: il Tar accoglie il ricorso VEGLIE - Il Tar di Lecce ha accolto il ricorso presentato poco più di un anno fa da alcuni dei comandanti delle stazioni di polizia municipale dei Comuni di Union 3 (Carmiano, Leverano, Veglie, Copertinò e Porto Cesareo) contro la convenzione approvata dall'Unione, allora presieduta dall'on.Achille Villani Miglietta, che sostanzialmente mirava a mirare un corpo unico di vigili urbani gestito interamente dall'ente associativo. Ad opporsi sono stati i comandanti dei vigili di Veglie, Porto Cesareo, Carmiano e Leverano, rispettivamente Massimiliano Leo, Remolo Peluso, Giuseppe Calcagnile e Lorenzo Zecca, patrocinati dall'avvocato Loredana Capone. Nel mirino, in particolare, lo strumento col quale «si sarebbe commesso un grave abuso mirato a mettere da parte il potere decisionale dei singoli comuni relativamente alla gestione organizzazione del servizio di polizia municipale». Gli statuti approvati in merito dei singoli paesi membri prevedevano infatti solo l'adozione di iniziative comuni come il controllo del fenomeno dell'abusivismo edilizio o della velocità veicolare, da coordinare di volta in volta, ma non avevano previsto il trasferimento integrale della competenza sul servizio di vigilanza urbana dai comuni all'Unione. Alle accuse risponde Villani Miglietta: «II desiderio di potere di poche persone - dice - che temono di vedere sminuito il proprio prestigio, ha reso vani gli sforzi volti a realizzare un sistema efficiente e innovativo di vigilanza sul territorio, progetto già andato in porto in molte unioni. Proprio l'inefficienza del corpo di polizia municipale di Carmiano dimostra invece come fosse necessaria tale svolta, dato che i cittadini sono testimoni della sostanziale inesistenza dei vigili urbani in paese, per quanto molti di loro abbiano voglia di lavorare». |