L’amministrazione Fai delibera l’istituzione della nuova imposta ed è il caos Parte la crociata contro l’Irpef Città Unita grida allo scandalo e paventa «interessi personali» VEGLIE - L’amministrazione Fai delibera l’addizionale Irpef, e la minoranza di centro sinistra è pronta a dare battaglia. L’approvazione in Consiglio del regolamento attuativo riguardante l’istituzione dell’addizionale comunale sull'Irpef ha già provocato le prime, dure polemiche. La minoranza di centro sinistra di Città Unita grida un secco «no» all’imposta e dichiara di non voler far passare nel silenzio la decisione della Giunta Fai. «Hanno deliberato - dice Alessandro Aprile, consigliere di minoranza e capogruppo di Città Unita - di istituire una nuova tassa che toglierà dalle tasche dei cittadini ben 250mila euro. Questa tassa esiste da anni, ma a Veglie nessun sindaco, prima di Fai, si era sognato di istituirla. Una tassa con un bilancio in positivo non ha senso - commenta Aprile - altrimenti bisogna pensare che hanno prosciugato le casse comunali ed hanno bisogno di altro denaro e, se così fosse, farebbero bene a tagliare le spese inutili e sprechi intollerabili anziché tartassare sempre i cittadini». « L’amministrazione guidata dal sindaco Fernando Fai e dall’assessore Antonio Cascione - continua il consigliere - non opera nell’interesse della collettività, ostaggio degli interessi personali e di alcuni intimi. Basta pensare alla scelta dell’amministrazione che si appresta ad approvare, con procedura lunga e sbagliata, la localizzazione della zona artigianale in una nuova area, nei pressi della Cava dell’impresa Panarese; ignorando la necessità di risanamento delle aree in merito al Piano per gli Insediamenti Produttivi di via Bosco che interessano tanti cittadini, ignorando le richieste degli artigiani». «Senza dimenticare - aggiunge Aprile - l'incoerenza politica del sindaco: prima firma il protocollo d’intesa con il comune di Nardò al fine di realizzare interventi nel settore dell’industria e dell’artigianato in una area limitrofa ai due comuni, dopo individua le zone in questione a distanza abissale, pregiudicando di fatto la realizzazione di quanto concordato con il Comune di Nardò. Pertanto, il gruppo di centro sinistra di Città Unita chiede «Le dimissioni del sindaco e della sua maggioranza, per evitare altri guasti al paese e per tutelare la dignità dei cittadini». di Katia Manca |
Rifondazione all’attacco «L’Irpef? Tassa intollerabile» VEGLIE - Anche Rifondazione comunista non tollera l’introduzione dell'addizionale comunale sull'Irpef, deliberata dall’amministrazione comunale nell’ultimo Consiglio. «La Giunta Fai - denuncia Giuseppe Toma segretario del circolo «Peppino Impastato » - ha messo le mani dove mai nessuna Giunta aveva osato prima d’ora: nelle tasche della popolazione, sottraendo ai cittadini ben 250mila euro. Le promesse del sindaco e dei suoi fedeli - dice il segretario del partito d’opposizione - sono risultate disattese. Dopo circa due anni di angosciante amministrazione sotto il profilo politico, culturale, sociale e morale, la cittadinanza sta pagando duramente sul proprio presente il rapporto squilibrato che c'è tra gli pseudo amministratori e la conoscenza del governo della cosa pubblica. Rifondazione comunista - continua Toma - denuncia un modello di gestione della vita politica del Consiglio comunale fatto ad immagine e somiglianza di una maggioranza consiliare oziosa e per questo inefficiente nella programmazione e attuazione di un’azione politica capace di ridare speranza e fiducia ai cittadini, soprattutto ai giovani. Chiediamo - aggiunge Toma - il commissariamento del Comune e al sindaco e alla sua Giunta di rassegnare le dimissioni: rappresenta l’unico gesto di buon senso civico rimasto a questa amministrazione». di Katia Manca |
Scambio di accuse a Palazzo
Addizionale Irpef
è scontro aperto
VEGLIE - «Catamo abbocca alla affermazione del sindaco Fai che nel
Consiglio del 13 febbraio scorso, per giustificare l’infelice idea
dell’addizionale Irpef afferma che anche l’amministrazione Greco tentò
di applicarla nel 1999». Giunge repentina la replica di Alessandro
Aprile, capogruppo dei consiglieri di centro sinistra, alle accuse di
Lorenzo Catamo, esponente di Alleanza Nazionale. Catamo non solo ha
stigmatizzato la delibera sull'addizionale Irpef approvata
dall’amministrazione Fai, ma contesta anche le parole di condanna sulla
tassa pronunciate dai consiglieri di centrosinistra che invece «al tempo
dell’amministrazione Greco cercarono di introdurre l’imposta, bloccata
dal gruppo di Alleanza Nazionale». di Katia Manca |
Nuovo attacco da «Prima di tutto i cittadini
L’addizionale
Irpef «scalda» gli animi VEGLIE - Ancora scontro tra maggioranza e opposizione sull'addizionale Irpef. Questa volta ad alzare il tono della polemica sono i consiglieri di minoranza di centrodestra di “Prima di tutto i cittadini”. I consiglieri manifestano il loro malcontento «per la nuova tassa. Se l’amministrazione Fai ha problemi economici - dice Valerio Armonico, consigliere di minoranza - è bene eliminare gli sprechi. Abbiamo anche suggerito al sindaco che l’imposta fosse almeno distribuita per fasce di reddito, prendendo come tetto minimo imponibile la somma di 32 mila euro». Ma il consigliere non si ferma a questo, e infatti continua sostenendo come «suddetto reddito risulta familiare a questa amministrazione: hanno stanziato un contributo di 66 euro mensili - commenta sarcastico Armonico - ai primi 25 bambini iscritti all’asilo nido comunale appartenenti a nuclei familiari con reddito pari a 32 mila euro, danneggiando le famiglie con reddito inferiore ai 10 mila euro. Un paradosso senza precedenti. Ricordiamo inoltre - continua Armonico - che non è stata data alcuna motivazione per giustificare l’aumento dell’Irpef; un consigliere di maggioranza ha dichiarato che la tassa è stata istituita in tutti i capoluoghi d’Italia, dimenticando però che Veglie non è capoluogo di Provincia. Se questo è il principio, immaginiamoci la fine; infatti, si sente parlare già di un aumento della tassa sui rifiuti». Intanto, dall’altra parte del Consiglio, Lorenzo Catamo, esponente di Alleanza Nazionale, replica alle accuse del consigliere di minoranza di centrosinistra Alessandro Aprile che invitava l’ex vicesindaco a «ricordare come l’Amministrazione Greco scelse, pur potendolo, di non introdurre l’addizionale Irpef». Catamo, dichiara che «volutamente non faceva riferimento ad atti scritti. Ricordo benissimo - spiega Catamo - che di addizionale Irpef si parlò soltanto, non si verbalizzò nulla. Non vi sono dubbi che l’Amministrazione Greco, avendone i numeri, poteva introdurre l’addizionale Irpef, ma è evidente che scelse l’altra via per evitare le noie di una opposizione che non sarebbe rimasta in silenzio». di Katia Manca |
Iniziativa della minoranza contro l’adozione della tassa
Mille firme per
dire «no» all’addizionale Irpef VEGLIE - Nero su bianco: raccolte più di mille firme per dire “no” all’addizionale comunale Irpef dello 0,5 per cento. I cittadini sono ormai decisi a far abrogare l’imposta a cui la maggioranza, il 13 febbraio scorso, deliberando in consiglio, ha dato il via libera. Dopo l’approvazione del provvedimento, diversi esponenti della vita politica e sociale sono intervenuti sulla questione, lamentando i «gravi danni che la tassa avrebbe provocato alle tasche dei cittadini». Sono stati realizzati appositi banchetti dove è stato possibile firmare per chiedere all’amministrazione guidata dal sindaco Fernando Fai di annullare l’imposta «in quanto inopportuna e ingiustificata, poiché non determina nessun taglio alle spese e non risolve le reali necessità finanziare del Comune». Sul campo a guidare la battaglia contro l’Irpef ci sono i consiglieri di minoranza di centrosinistra: Antonio Greco, Alessandro Aprile, Fabrizio Stefanizzi di “Città Unita”, e di centrodestra Giovanni Carlà, Valerio Armonico, Claudio Paladini di “Prima di tutto i cittadini”. Ma anche l’ex vice sindaco Lorenzo Catamo, esponente di Alleanza Nazionale, Giuseppe Toma, segretario del circolo di Rifondazione Comunista “Peppino Impastato”, l’ex sindaco Elio Spagnolo, commissario per la sezione dell’Udc di Veglie, Giovanni Parente, segretario della Confederazione italiana agricoltori di Veglie e Giuseppe Cutrino, segretario cittadino della Confederazione Generale Italiana del lavoro. «Sono state raccolte in 25 giorni - commentano i consiglieri di minoranza - più di mille firme che saranno consegnate direttamente al sindaco, che con faccia tosta se n'è infischiato del suo stesso programma elettorale ed amministrativo dal quale aveva escluso l’aumento delle tasse. Ricordiamo che l’imposta toglierà dalle tasche dei cittadini 250 mila euro». Insomma, non si placa la polemica su una tassa che molti cittadini percepiscono come un balzello aggiuntivo ed evitabile, che andrà ad incidere sulle tasche dei già tartassati contribuenti. di Katia Manca |
LA PETIZIONE: Il sindaco Fernando Fai replica alle opposizioni Veglie, «si specula sull’Irpef» «Siamo obbligati al rispetto degli equilibri economico-finanziari»
VEGLIE - «Su una popolazione di quasi quindici mila abitanti, mille firme sono poche per chiedere l’abolizione della tassa. Questa è pura speculazione polemica di tipo propagandistico». A parlare è il sindaco Fernando Fai in merito alla richiesta della minoranza di centrosinistra e di centrodestra di far abrogare la nuova tassa sull'addizionale Irpef, deliberata dalla maggioranza. «L'istituzione dell’imposta è una scelta obbligata », commenta il sindaco. «Nessun amministratore, attento ai bisogni della collettività può, a cuor leggero, proporre l’aumento o l’istituzione di nuovi tributi ove non sia obbligato dal rispetto degli equilibri economico finanziari. Proporre pseudo richieste tese alla diminuzione del gettito tributario è illegittimo istituzionalmente e politicamente». A dar voce alla domanda di revoca dell’imposta non sono soltanto i consiglieri di minoranza ma anche alcuni esponenti della vita politica e sociale della cittadina: Lorenzo Catamo, di Alleanza nazionale; Giuseppe Toma, segretario del circolo di Rifondazione Comunista «Peppino Impastato»; Elio Spagnolo, commissario della sezione Udc di Veglie; Giovanni Parente, segretario della Confederazione Generale Italiana agricoltori di Veglie, e Giuseppe Cutrino, segretario cittadino della Cgil. «Abbiamo anche suggerito al sindaco», dice Valerio Armonico, consigliere di centrodestra, «che l’imposta fosse almeno distribuita per fasce di reddito, prendendo come tetto minimo imponibile la somma di 32 mila euro». Intanto il sindaco ribadisce che «l’impegno dell’amministrazione è teso a cercare di ottimizzare la gestione delle entrate per sostenere i servizi resi e per incentivare gli investimenti sul territorio. Il lavoro è complesso», conclude Fernando Fai, «poiché risulta scarsa la condivisione politica tra chi è chiamato ad amministrare e chi, invece, è attaccato alle polemiche e ai formalismi che nulla hanno a che fare con le esigenze primarie della cittadina».
di Katia Manca |
L’opposizione critica il documento
Veglie, «fuoco»
sul bilancio VEGLIE - «Il Bilancio dell’amministrazione Fai? Aumento della Tarsu, introduzione dell’addizionale Irpef e aumento del contributo a costruire». La maggioranza approva in Consiglio il Bilancio pluriennale 2007/2009 e la minoranza di centrosinistra e di centrodestra grida contro «un’amministrazione dei funamboli del voto, ormai attaccati alle bombole d’ossigeno. L’ossigeno delle mille pigrizie, mille dimenticanze, mille astuzie, mille inefficienze e mille illegittimità». Contro un Bilancio che non prevede tagli a spese e a sprechi, i consiglieri di minoranza hanno invece stilato e presentato al sindaco un elenco completo: taglio di 50 mila euro all’indennità degli amministratori (la cittadina non si può permettere il lusso di avere 5 componenti della Giunta con indennità intera); taglio di 27 mila euro eliminando la figura del direttore generale; taglio di 20 mila euro per il premio di produttività a un dirigente; taglio di 50 mila euro per consulenze esterne; non pagare più 70 mila euro all’anno alla ditta esterna per un supporto tecnico all’Ufficio Tributi; fare subito il concorso già bandito per il dirigente dell’Ufficio Tecnico e, anziché pagare 60 mila euro in un anno a un professionista esterno, dare l’incarico a un tecnico interno. La minoranza ha inoltre indicato anche una «serie di inefficienze dell’attuale amministrazione eliminate le quali non ci sarebbe bisogno di ricorrere all’introduzione dell’Irpef: vi sono - dicono i consiglieri di minoranza -17 opere pubbliche che sono state finanziate ma ad oggi non sono state ancora completamente realizzate. Basterebbe completare e chiudere il quadro economico di queste opere per recuperare una somma che è quasi il doppio dell’addizionale Irpef imposta da Fai. Un Bilancio - continua la minoranza - scritto e deciso da 12 persone. Senza nemmeno dare ascolto a 1581 firme di cittadini che hanno detto no all’Irpef». E, a tal proposito, l’ex vice sindaco Lorenzo Catamo, esponente di Alleanza Nazionale, dice: “Dispiace che il sindaco (eletto con poco più di 3500 voti e con il 35 per cento degli 11 mila elettori) tenti di banalizzare le numerose firme raccolte da un comitato spontaneo. E’ evidente che queste firme vanno calcolate su un corpo elettorale di poco più di 11 mila iscritti e non sull'intera popolazione vegliese che è di quasi 15 mila abitanti, come afferma il sindaco che vuole giocare con le cifre a suo piacimento. Ma quel che è più grave è il fatto che Fai non riesca a comprendere il significato politico di una protesta popolare di pochissima organizzazione e si nasconda dietro il puerile gioco dei numeri, gonfiati e sgonfiati a modo suo. Peggio per lui!». di Katia Manca |
|