Interrogata la coppia di gestori del centro benessere Massaggi sexy a Veglie: confermati gli arresti
VEGLIE - Ha già reso interrogatorio al cospetto del giudice delle indagini preliminari, Ercol Aprile, lo stesso che aveva firmato gli ordini di arresto, la coppia di Veglie finita in carcere la sera di giovedì scorso con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Assistiti dal legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Buccarella, a quanto è dato di sapere, C.F., 59 anni, e la moglie A.L., 53 anni, avrebbero chiarito la propria posizione, giusto in merito all’accusa di aver organizzato nel centro di estetica un giro di prostituzione con compiacenti quanto presunte massaggiatrici. Giovani e piacenti donne, che sotto il camice bianco, avevano solo il perizoma, e che una volta appartate nelle stanzette della struttura, offrivano prestazioni sessuali d’ogni tipo, che i clienti pagavano da un mimino di 50 a un massimo di 150 euro. In che modo marito e moglie abbiano chiarito la propria posizione non è dato di sapere. Ciò che si sa per certo, è che al termine dell’interrogatorio, il giudice ha convalidato gli arresti, mantenendo entrambi nelle celle del carcere leccese di borgo san Nicola. Le indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina anche attraverso l’installazione nel centro massaggi di alcune microcamere, hanno appurato che i clienti, provenienti anche dalle province di Brindisi e di Taranto grazie al passaparola, erano di tutte le età e di tutte le fasce sociali. Ed ancora, che a prostituirsi, almeno nei sette mesi dell’indagine, sono state una decina di donne. Una venezuelana ed una marocchina per quanto riguarda le straniere, e poi una barese, due di Santa Cesarea ed altre due di Lecce, ed una per parte di Arnesano, Aradeo, e Supersano. Le false massaggiatrici venivano reclutate anche attraverso gli annunci sui giornali, e quando si presentavano al «Centro», quelle meno piacenti venivano scartate, mentre alle papabili veniva in qualche modo spiegato, che se accettate, dovevano essere carine con i clienti. Non tutte, naturalmente accettavano, e facevano dietro front disgustate. Le ordinanze di custodia cautelare hanno interessato anche la figlia della coppia, S.F., di 33 anni, diplomata estetista, pure lei assistita dall’avvocato Maurizio Buccarella, che è stata però subito assegnata ai «domiciliari», in quanto nella vicenda avrebbe avuto un ruolo di secondo piano. La 33enne verrà interrogata giovedì prossimo. di E.M. |
Sesso al centro massaggi: in libertà l'estetista
E' tornata in libertà l'estetista 33enne di Veglie ai domiciliari da martedì 2 maggio. Per lei sono venute ufficialmente meno le esigenze di custodia cautelare. La donna era finita al centro dell'indagine "Templum Veneris" condotta dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina per la quale erano stati arrestati anche i suoi genitori. L'accusa, a vario titolo, era di sfruttamento della prostituzione. Un centro estetico, insomma, trasformato in casa di piacere dove si eseguivano massaggi particolari. Due telecamere piazzate dagli investigatori all' interno degli interruttori della luce dell'ingresso e di una delle cinque stanze dello stabile, l'ascolto di alcuni clienti, l'acquisizione dei filmati chiave e la conclusione dell'operazione. Da subito il gip Ercole Aprile accorda a S.F. i domiciliari per quanto il pm Patrizia Ciccarese avesse chiesto anche per lei la custodia in carcere. «In un fotogramma - spiega l'avvocato Maurizio Ciccarese, legale di S.F. - si vedeva la mia assistita che riceveva denaro da un cliente. Un cliente per così dire "vero" però, giacché aveva subito degli interventi di riduzione dell'addome. Niente altro; ora l'estetista è tornata in libertà ed è ciò che più conta ma ovviamente nel processo che si terrà nei prossimi mesi la sua posizione sarà ulteriormente chiarita». Un appunto, da parte dell'avvocato, su una delle note più "colorite" della vicenda, di quelle cioè che più hanno alimentato chiacchiere e curiosità, ovvero le foto presentate in conferenza stampa relative a pratiche sessuali. Foto-fictio, secondo il legale, esplicative cioè della situazione ma non relative alle riprese delle due telecamere.
«Eppure quelle foto sono passate
erroneamente come estrapolate dai filmati degli investigatori - spiega
Buccarella - ma occorre precisare che non si tratta del centro estetico
di Veglie, né delle ragazze che lì effettuavano i massaggi per quanto le
didascalie dei giornali e i commenti delle emittenti facessero intendere
tutt'altro». di Concetta De Castro |