Dal
Nuovo Quotidiano di Puglia e da La Gazzetta del Mezzogiorno di
giovedì 22 marzo 2007 |
dal Nuovo Quotidiano di Puglia 22/03/07
Sentenza della Cassazione: confermati
i tre ergastoli
Strage
della grottella, alle vittime nessun risarcimento per mafia
Una notizia buona e una cattiva per i familiari delle guardie giurate
Luigi Pulli, Rodolfo Patera e raffaele Arnesano. La Cassazione ha
confermato le condanne all'ergastolo degli autori della strage della
Grottella del 6 dicembre 1999 quando i tre vigilantes morirono sotto le
raffiche di kalashnikov e le bombe del gruppo criminale del brindisino
Vito Di Emidio che rapinò due miliardi di lire da uno dei due furgoni
portavalori della Velialpol. La buona notizia è questa perché la Suprema
corte ha sancito una volta per tutte le responsabilità degli autori di
quel massacro.
Ma gli stessi giudici hanno
stabilito anche che non ci fossero i presupposti per sostenere che il
gruppo di Di Emidio fosse legato alla mafia. Per i parenti delle vittime
questa valutazione costituisce una cattiva notizia perché non potranno
ottenere il risarcimento riservato alle vittime della mafia, una vicenda
che qualche anno fa no mancò di suscitare polemiche roventi.
Tornando al processo, al carcere a
vita sono stati condannati Pasquale Tanisi, 44 anni, di Ruffano; Antonio
Tarantini, 33 anni, di Copertino; ed il pastore sardo Marcello Ladu, 34
anni, nativo di Villagrande Strisaili (in provincia di Nuoro) e
protagonista recentemente di un tentativo di fuga del carcere di Nuoro
dove aveva nascosto un telefono cellulare ed una cinquantina di lime.
Gli altri componenti del commando
hanno ottenuto condanne più miti nei processi-stralcio: 18 anni a Di
Emidio grazie allo sconto di pena riservato ai collaboratori di
giustizia; 27 e 30 anni ai cugini e pastori sardi Pierluigi Congiu e
Gianluigi De Pau.
A difendere gli imputati
condannati in Cassazione, gli avvocati Pantaleo Cannoletta, Luigi
Corvaglia, Giuseppe Terragno, Patrizio Rovelli e Giuseppe Giansi.
da La Gazzetta del Mezzogiorno 22/03/07
La Corte di Cassazione ha confermato
le condanne per la strage della Grottella
Ergastoli, senza
scampo
Tanisi, Tarantini e Ladu
consegnati al carcere a vita
Carcere a vita confermato in Cassazione, per gli autori della strage
della Grottella a Copertino, in occasione dell’assalto del 6 dicembre
‘99 ai due furgoni portavalori della « Velialpol», durante il quale
vennero uccise tre guardie giurate ed altre tre restarono ferite.
I giudici romani hanno confermato l’ergastolo per Pasquale Tanisi di
Ruffano; Antonio Tarantini di Monteroni, e per il pastore sardo
trapiantato nel Capo di Leuca, Marcello Ladu. In precedenza, a 18 anni
col rito abbreviato, era stato condannato il brindisino capo bastone
della Sacra corona, Vito Di Emidio, poi passato nelle file dei pentiti
di mafia. Ed una condanna era stata rimediata anche dai cugini Pierluigi
Congiu e Gianluigi De Pau, pure loro pastori sardi trapiantati nel
Salento. I due, che nella strage hanno avuto il ruolo di comprimari per
aver spalleggiato i quattro esecutori materiali, sono stati condannati
rispettivamente a 27 e 30 anni di reclusione.
La mattanza venne compiuta a prima mattina proprio nei pressi del
santuario copertinese della Grottella. In quel punto, il commando di
banditi attese il passaggio dei due furgoni portavalori, al cui interno
c’erano circa due miliardi di vecchie lire. Per sventrarli, i malviventi
utilizzarono bombe a mano e mitra kalashnikov.
I tre condannati erano assistiti dagli avvocati Pantaleo Cannoletta,
Luigi Corvaglia, Giuseppe Terragno, Patrizio Rovelli e Giuseppe Giansi.
I giudici di Cassazione hanno respinto la parte del ricorso relativa al
riconoscimento della mafiosità dell’azione criminosa, che avrebbe
consentito alle famiglie dei vigilantes uccisi, di ottenere il
risarcimento riservato alle vittime di mafia.
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