Condanne esemplari ei confronti di chi avrebbe fornito l'alibi ad un imputato Strage Grottella, «stangata» sui falsi testimoni
VEGLIE - Pene esemplari per i testimoni accusati di aver mentito nel processo per la strage della Grottella. Sono state inflitte dal giudice Giovanni Gallo, andato oltre le richieste della Pubblica accusa che aveva invocato per tutti la condanna a due anni e mezzo. Vito Cacciatore, 52 anni; Antonio Gravante, di 43; Mauro Adamuccio di 35, e Raffaele Guida di 52, tutti di Ruffano, sono stati condannati a 4 anni. Sergio De Benedetto di 49 anni di Ruffano, Vito Antonazzo, di 49, di Supersano e Luigi Prete di 54 , di Ruffano, sono stati condannati a 2 anni e 8 mesi perché incensurati. «Prendiamo atto della eccessiva gravosità della sanzione per coloro che hanno subito la condanna più pesante - spiega l’avvocato Mario Coppola, fuori sede per impegni professionali - Attendiamo di leggere le motivazioni ai fini di predisporre l’atto di appello». I sette sono stati giudicati colpevoli del reato di falsa testimonianza. Davanti alla Corte d’Asside non avrebbero detto la verità al fine di assicurare un alibi a Pasquale Tanisi di Ruffano, uno degli imputati nel processo per la strage della Grottella, già condannato all’ergastolo. La strage risale al 6 dicembre del 1999. Sulla via che collega Copertino a San Donato, un commando mise a segno un’azione di guerriglia. Con esplosivo e mitragliette assaltarono due portavolari della Velialpol. Furono uccise tre guardie giurate, altre tre restarono ferite nell’azione diretta dall’allora latitante Vito Di Emidio, detto «bullone», poi divenuto collaboratore di giustizia dopo l’ar resto. Uno ad uno tutti i componenti della banda sono stati arrestati, processati e condannati. E fra questi anche Tanisi. Il gruppetto di testimoni che il giudice ha ritenuto falso avrebbe cercato di scagionarlo. Sentiti in Corte d’Assise, De Benedetto avrebbe riferito che il giorno della strada Tanisi si sarebbe presentato nella sua gioielleria per un acquisto; Cacciatore e Gravanti hanno sostenuto di averlo visto in un bar di Ruffano nelle ore in cui veniva messo a segno l’assalto. Guida e Prete, invece, hanno raccontato di aver partecipato ad una battuta di pesca con l’imputato. Avrebbero mentito anche Antonazzo, per aver detto di aver incontrato Tanisi per definire un acquisto. Quanto ad Adamuccio, lo avrebbero incontrato in una rivendita di tabacchi. Il collegio difensivo era composto anche dagli avvocati Roberta Romano e Vincenzo Blandolino. |