FATTE LE LISTE…TORNIAMO A RIFLETTERE Da diversi anni, molte, forse anche troppe, persone si lamentano che a Veglie non vi è spazio per una partecipazione attiva alla vita politica e chi ha la fortuna, la sfortuna, la forza o cos’altro non so, di aderire ad un partito politico rimane emarginato perché, al suo interno, vi è sempre e solo una minuta oligarchia di potenti che, impossessatasi del potere, non se lo lascia sfuggire e lascia agli altri solo le briciole. Allora, molte brave persone, per “non sporcarsi le mani”, preferiscono restare fuori dalla politica. Questo diffuso modo di pensare sembra sia stato sconfessato dalla realtà di questi giorni, anzi sembra di assistere ad una rivoluzione copernicana in politica, perché su circa 8000-9000 votanti, si presentano al nastro di partenza ben 97 candidati a consigliere comunale e ben 5 candidati sindaci, oltre, a detta di qualche ben informato, ad altri due o tre candidati sindaci ritiratisi all’ultimo minuto e circa trenta candidati consiglieri che, anch’essi all’ultimo minuto, non hanno trovato posto nelle liste esistenti o si sono tirati fuori ed hanno preferito non fare gruppo. Tutta questa bramosia di partecipazione alla competizione elettorale mi ha disorientato e confuso, tant’è che sono andato a rivedere la legge sul sistema elettorale e con mio sommo dispiacere son dovuto tornare con i piedi per terra e constatare che non eravamo tornati al sistema di votazione proporzionale, ma continua ancora ad essere vigente il sistema maggioritario.
Con il sistema elettorale proporzionale ogni partito presentava la propria
lista, per cui era naturale che, in ogni competizione elettorale, vi fossero
cinque, sei, sette liste, che permettevano ad ogni partito di proporre il
proprio modello di governo del paese.
La paura di perdere la competizione elettorale ha costretto tutti i partiti
ad alleanze, spesso, solo di carattere elettorale. Una volta ottenuta la
vittoria, si è pensato che lo strumento si poteva accordare in corso
d’opera. Da parte sua il Sindaco in carica, forte dei poteri conferitigli dalla legge e poco rispettoso delle “esigenze” degli alleati che avevano contributo alla vittoria elettorale, ha reputato opportuno esercitare il governo in modo autoreferenziale. Da parte loro i consiglieri tutti non sono riusciti a trovare un mix di democratica convivenza per adempiere pienamente al mandato ricevuto dai cittadini, che, in ultima analisi, è l’unica cosa che conta nel governo del paese. Questa è la lettura politica che io do delle due ultime crisi amministrative, anche se sono fermamente convinto che non è mai segno di maturità e di buon senso, sia da parte degli alleati che da parte dell’opposizione, firmare la sfiducia al Sindaco senza che essa venga analiticamente motivata in consiglio comunale. Le conseguenze che hanno generato queste poco edificanti manovre sono sotto gli occhi di tutti:
In questo marasma generale sono prepotentemente tornati alla ribalta coloro che erano stati contestati e che avevano detto e ribadito che non avrebbero accettato incarichi politici di leader, altri hanno fatto finta di mettersi da parte, ma hanno messo in campo persone a loro molto vicine, altri si sono autoconvinti di essere puliti, per cui si sono specializzati nel porre veti, altri, pur di aggregare consensi, sono scesi a qualsiasi tipo di compromesso, altri ancora si sono messi sul mercato al miglior offerente, facendo in continuazione salti acrobatici da un gruppo ad un altro.
Il mio può sembrare sarcasmo, ma è
soltanto l’amaro sfogo per una situazione politica che fortemente mi
rammarica e mi rattrista. Visto che in molti hanno chiesto o preteso, a vario titolo, di partecipare alla contrattazione politica, anche perché vi è a breve la prospettiva di andare a governare o ad essere eletto anche se nella minoranza, mi chiedo:
Io propongo a tutti i soggetti che in
vari modi sono stati impegnati o sono stati coinvolti nella preparazione
delle liste, di non abbandonare la politica subito dopo le votazioni. Reputo
sia opportuno che essi si schierino con molta tranquillità e senza paura
alcuna in un partito o in un’associazione e diano fattivamente il loro
contributo in termini di idee e di impegno per il raggiungimento di
importanti obiettivi politici, economici e sociali, partecipando alle scelte
amministrative che ogni giorno condizionano la nostra vita e che vale la
pena vengano condivise attraverso un dialogo ed un confronto anche aspro, ma
sicuramente chiaro e democratico, in qualunque modo esso si voglia
sviluppare.
A proposito di fatti concreti e di
partecipazione attiva, mi permetto di esprimere il mio punto di vista su due
argomenti, tra loro correlati, di fondamentale importanza per lo sviluppo di
Veglie. So per certo che la variante al PRG era già pronta nella primavera del 1999, prima che fosse sfiduciato il Prof. Antonio Greco. Con l’amministrazione del Dott. Roberto Carlà poteva essere approvata quella variante, solo che, così e stato detto, non è stato possibile, in quanto è stato necessario approvare alcuni regolamenti e documenti imposti dalle nuove leggi nazionali e regionale.
Al di là di varie critiche o
contestazioni su quello che si sarebbe potuto fare e non si è fatto, io
metto punto e vado a capo. Chiedo al prossimo Sindaco ed alla sua coalizione
di rendere di dominio pubblico il progetto di variante al PRG elaborata
dall’amministrazione Greco e il lavoro fatto dall’amministrazione Carlà e di
approvare immediatamente la variante al piano regolatore generale entro la
fine del 2005, al massimo nella primavera del 2006, nello stato in cui si
trova e, se proprio necessario, apportando modifiche delle quali, però,
tutti i cittadini dovranno essere messi a conoscenza. L’approvazione della
variante al PRG permetterebbe di dare il via alla realizzazione del piano
per gli insediamenti produttivi che non può essere rinviato per nessuna
ragione.
Chiedo ad alta voce che vengano
assolutamente evitati gli sprechi, come quello del 1999, quando sono stati
spesi più di 600.000.000 (seicentomilioni) di vecchie lire per acquistare
una zona ad insediamento industriale, mentre quasi tutti sapevano che quello
era un sito di interesse naturalistico (macchia mediterranea) che per
nessuna ragione poteva essere distolto dalla sua naturale destinazione e
chiedo anche che non vengano trovati ipotetici intoppi burocratici
all’approvazione della variante al PRG (nuova legge regionale
sull’urbanistica n. 24/2004, mancata redazione da parte della Regione Puglia
del DRAG) perché è certo che essa può essere approvata in tempi brevi.
Se il prossimo Sindaco, chiunque egli
sia, nei prossimi dodici mesi, non sarà in grado di approvare il PRG con
relativa zona per gli insediamenti produttivi, è auspicabile, per il bene
del paese, che valuti attentamente l’opportunità o meno di continuare il suo
mandato elettorale.
Firmo con il nome, il cognome ed anche
con la professione, per non creare confusione con miei omonimi ai quali, per
nessuna ragione al mondo, vorrei arrecare il ben che minimo danno con queste
riflessioni.
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