Lettera aperta al Sindaco di Veglie Il Cinema: uno spazio in cui sognare E a Veglie quando potremo permetterci di sognare? Buongiorno Sig. Sindaco, non Le indirizzo questa lettera per un particolare motivo, potrei indirizzarla ai segretari dei partiti politici, alle poche e virtuali associazioni esistenti sul territorio o alla cittadinanza tutta, ma non credo che avrebbe lo stesso effetto. I partiti dell'opposizione (fino a pochi anni fa al Suo posto) la condividerebbero, e potrebbero persino farne del materiale per attaccarLa, cosa che non è nelle mie intenzioni; il mondo dell'associazionismo stringerebbe le spalle, la cittadinanza tutta ormai non ha più niente, per dirla in un modo elegante, o si potrebbero riprendere le parole di Don Bastiano nel Marchese del Grillo... Ma, forse, risulterebbero volgari, per cui è meglio lasciar stare. Certo è che Lei in una posizione diversa è rispetto a noi altri. Lei è chiamato a gestire la cosa pubblica, a dare le linee generali di questo nostro piccolo paese, a Lei spetta la funzione di controllo, Lei è il Primo Cittadino e a me piace immaginarLa alla guida di un vecchio camion, con spalle larghe e sguardo fisso sulla strada nonostante il buio e la stanchezza. Mi piace immaginarLa capace di cambiare rotta, svoltare, scegliere una via piuttosto che un'altra, dare gas nei rettilinei e rallentare in prossimità di incroci, ma nella realtà questo non è Lei, o forse è anche Lei: sicuramente è un'immagine cinematografica che riaffiora nella mia mente in questo momento, perché è per immagini che alcuni di noi pensano. Molti di noi, generazioni intere, non più una o due com'era trenta anni fa. Queste immagini non possono essere quelle televisive, per tanti motivi che oramai tutti conosciamo, e le immagini che io ho nel chiudere gli occhi sono cinematografiche, hanno l'odore della sala, portano attaccata la scomodità delle poltrone, hanno pezzetti di vita vera appiccicati sopra. Ma di cosa Le sto parlando? So di abusare della Sua pazienza, per cui vengo al dunque: Le parlo di Cinema, un Cinema fatto di una Sala (piccola, 90 posti?), un proiezionista (chiuso in uno stanzino, ma cosa farà tante ore?) di una cassiera (mi piace immaginarla donna, rossa, colpa di Fellini) Le parlo di questo. Le parlo di uno spazio in cui sognare, in cui chiudendo gli occhi posso farmi avvolgere dall'oscurità, in cui posso scegliere chi essere, vivere decine e decine di vite, posso scegliere se vivere o morire, se rinascere e se morire una seconda volta. A volte per scoprire nuove emozioni si cerca di provarle sulla propria pelle, a volte si riesce ad uscirne quasi indenni, e altre volte si resta imprigionati, e mai più se ne fa ritorno. Io dal cinema ho imparato molto. Il Suo paese credo che abbia due associazioni cinematografiche, ma non una sala. Non Le dico che nel 1992 è stata presentata all'Amministrazione Comunale di allora una richiesta simile: l'apertura, la creazione, il restauro di una piccola sala cinematografica, ma nonostante anche loro fossero "uomini di cultura", niente è stato fatto; mi farebbe tristezza ricordarLe quanti anni sono trascorsi, e realizzare insieme che nulla è cambiato in questo paese: preferisco non farlo. Potrei raccontarLe come si viveva 15 anni fa in questo piccolo paese, quando io ero un adolescente, ma non credo sia molto interessante, finirei per annoiarLa, Signor Sindaco, però Le vorrei chiedere solo una cosa: la creazione di uno spazio che sia una mediateca nel senso più ampio del termine, una biblioteca, una sala multimediale, una piccola sala cinematografica (non sala con proiettore video, quella è altra cosa). Di questo ha anche bisogno il paese che Lei amministra. Non si disperi, non è cosa semplice e noi lo sappiamo, crediamo che sia difficilissimo perché i suoi predecessori non lo hanno realizzato, sicuramente era nei loro programmi fare qualcosa per i "giovani" però le risorse scarseggiano e anche il tempo. Noi lo sappiamo. Ma adesso credo sia ora di iniziare i lavori, cambiare le destinazioni d'uso ad alcuni luoghi piuttosto che altri, è arrivato il momento di offrire la possibilità di sognare, di conoscere realtà lontane, di far vedere diversi punti di vista sugli stessi argomenti, abbiamo bisogno del buio in sala non nella mente. In attesa di un suo riscontro Le porgo Distinti saluti.
Andrea De Ferraris |
Lettera aperta al Sindaco di Veglie Tutti insieme per sognare il Cinema
Egregio Signor Sindaco;
Daniela
Freguia |
Lettera aperta al Sindaco di Veglie IL RICORDO FANTASMA Alla Cortese Attenzione del Sig. Sindaco. Gentile Signor Sindaco, non ho potuto fare a meno di notare la lettera che ha ricevuto da un nostro concittadino, pubblicata sul sito di veglie. Non posso restare indifferente all’invito che le viene rivolto riguardo al cinema, che una volta era motivo di orgoglio del nostro paese. Adesso credo sia chiaro perché la mia lettera è così intitolata e, con il suo scorrere lo sarà ancor di più. In verità, avrei voluto aggiungere “...dell’opera”, ma i fatti non me lo permettono. Questo curioso fantasma è anche un custode, si, custode di tanti ricordi; ricordi appartenenti a diverse generazioni e Lei, come molti, sono certo ha molti ricordi rinchiusi dietro quelle sbarre tristi e vecchie che ci separano dal nostro Cinema. Vorrei tanto che fosse un’impressione la mia, quella che i Cittadini Vegliesi, abbiano imparato a convivere con questo curioso “personaggio”. Sopraffatti da enormi strutture che offrono tutto il meglio che possa esigere chi oggi va al cinema; Popcorn, patatine, bibite e chi più ne ha più ne metta, ma non vedo però un’anima, un essenza del vivere in società. Ingoiati in massa da un’entrata principale e sputati fuori da un uscita di servizio. Siamo cibo succulento di statistiche, grafici, che alimentano incassi record, per quanto mi sforzi, non riesco a trovare niente di costruttivo in tutto questo. Ricordo bene il nostro cinema a Veglie, quando si andava con la scuola, o il carnevale cittadino. Ancora vivo nella mente il ricordo dei miei genitori. Entusiasti , mi dicevano: ”domani vai al cinema“. Oggi, accarezzando quei ricordi, interpreto quell’entusiasmo con un innato orgoglio cittadino, saldamente radicato in loro. ...E si...allora sì che si andava al CINEMA, nel senso più ampio del fatto. Mi rivedo con la FAMIGLIA o con gli AMICI davanti a quell’enorme ingresso, sembrava fosse contento di accoglierci. Una volta dentro, guardavo in alto, mi piaceva; come tutti i bambini, sappiamo guardano sempre in alto e poi attorno, tra tutte quelle poltrone con davanti quell’enorme foglio bianco, così lo vedevo io. Quel carnevale poi ... uscito da dietro il sipario, si stendeva ampio il palco con la sua moquette scura e, i miei passi suonavano tonfi su di lui. Era alto, davanti tutta la platea in festa , tutti i cittadini vegliesi festosi insieme a godersi l’evento nel loro Cinema, mi sembrava che fossero tutti amici per la pelle da una vita. Alla fine dell’evento era sempre lo stesso ingresso che, senza fretta ci salutava e... alla prossima avrebbe detto se avesse potuto. Sicuramente Lei c’era e lo ricorda benissimo. Al nostro vecchio cinema, quando si andava, le comitive crescevano perchè le amicizie si rafforzavano e si allargavano. Sarebbe un contributo non indifferente alla salute del vivere insieme per la nostra comunità, che aiuti a conoscere se stessa sempre più per allargare i suoi orizzonti, guardare in alto e poi attorno. Il nostro amico, La vede alla guida di un camion, io La vedo che sul camion, insieme al prezioso carico di responsabilità che già ha, sta aggiungendo almeno un inizio di progetto per quello di cui abbiamo scritto. A tutto gas sui rettilinei e, adagio a incroci e curve. Non vorremmo che, per manovre azzardate, sbalzi fuori il nuovo carico. Buona guida Sig. Sindaco. Dario Ciccarese |
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