«Dopo l'ennesimo incidente, basta con il semaforo in disuso!» Ora basta! E lo dico senza presunzione alcuna, ma con la rabbia che mi viene dall'aver corso il rischio di perdere un nipote per l'incoscienza altrui. E' da tempo immemorabile che mi batto per il funzionamento del semaforo di via Bosco, lampeggiante da tre anni. Ho spiegato che non c'è visuale all'incrocio, che le auto sono costrette ad uscire allo "Stop" creando un imbuto pericoloso, che tanti incidenti si sono verificati, che altri ne sono stati sfiorati... Ma niente! Sono stato quasi preso in giro. E, invece, alle prime ore di ieri 16 giugno, sull'incrocio si è verificato un incidente spettacoloso e devastante che solo, per fortuna, non ha provocato vittime. Caro comandante, cara amministrazione comunale, svegliatevi dal coma profondo in cui siete caduti! Quel semaforo,come si conviene a tutti gli incroci pericolosi, va acceso anche di notte. Prima che sia troppo tardi per rimediare. Per quanto mi riguarda, come privato cittadino, presenterò un esposto alla pubblica autorità. Ma non per fare del male a qualcuno. Solo per cercare di impedire che qualche innocente paghi l'ignavia altrui.
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Risposta del comandante della P.M. all'avv. Lorenzo Catamo Egregio Avv. Catamo Lorenzo, quando - purtroppo - si verificano simili incidenti, ritengo propriamente non si tratti di dibattere nè di impianti semaforici, né di dossi artificiali, o questioni similari; la problematica va preliminarmente e correttamente posta su un piano differente. Occorre anzitutto porsi un interrogativo: se nelle prime ore del mattino (circa alle ore 01:45) un'autovettura in corrispondenza di una intersezione principale regolata da segnaletica di "STOP" conclude la propria corsa in modo spettacolare su un palo della pubblica illuminazione stroncandolo, provocando danni alla segnaletica stradale, devastando un palo semaforico, ed andando a collidere con un'altra autovettura, influisce il funzionamento o meno di un semaforo, che è oltretutto - per legge non può essere attivo a tempi fissi proprio nella fascia notturna dalle ore 23,00 alle ore 07,00? Allora, una cosa sono le norme dettate a tutela della sicurezza stradale, che nel caso di specie non v'è dubbio che vengono clamorosamente disattese; altra cosa sono le norme dettate a presidio dello scorrimento e fluidità della circolazione stradale, come ad esempio il funzionamento di un semaforo, che serve per regolare, nel tempo, l'avanzamento delle correnti di traffico in una intersezione o tronco stradale. Ebbene, proprio a distanza di poche ore dal predetto evento, un altro spettacolare incidente notturno si è verificato lungo la strada di via F.lli Bandiera, nei pressi della farmacia, laddove un veicolo si è schiantato sul muro di una abitazione, devastandolo; e qui non c'è nessun semaforo che tenga. Le cennate casistiche trovano un minimo comune denominatore, ossia in entrambi i casi viene in gioco l'unico fattore causale essenziale ed esiziale: il mancato rispetto delle elementari norme di guida, l'alta velocità e la conseguente perdita di controllo del veicolo. Vogliamo nascondere la responsabilità individuale degli autori di simili fatti scaricando la responsabilità su altri soggetti? Non mi pare corretto.
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Chi la fa, l'aspetti!
Breve nota quasi comica per commentare un piccolo incidente accaduto da poco al famigerato incrocio di via Bosco. E' da tempo che cerco di fare capire a chi dovrebbe intenderlo che su quell'incrocio non esiste visuale. Per cui, chi si trova a dover rispettare il segnale di STOP a semaforo ormai non più funzionante (o lampeggiante a tratti, ma ora completamente spento) è costretto ad invadere la carreggiata di chi ha diritto alla precedenza con continui rischi di impatto. Più volte, il comandante della Polizia Municipale, abituato a guardare il dito che indica la luna ma non la luna stessa, ha risposto in maniera dotta e sufficientemente sprezzante. Ma dice l'antico proverbio: "Chi la fa l'aspetti!" E così anche una autovettura della Polizia Municipale è incorsa in un piccolo incidente, per fortuna senza conseguenze, proprio perchè un automobilista, per motivi di visuale, ha osservato male il segnale di STOP. Verrebbe da dire: "Ben ci sta!" Ma non lo dico. E adesso, mi aspetto la solita e stucchevole risposta dotta e sprezzante.
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Risposta del comandante della P.M. alla lettera del 21 luglio dell'avv. Lorenzo Catamo
Pur affascinato dall’epicicloide lunare e non meno lusingato dalla “dotta” considerazione delle mie repliche (seppur ritenute “stucchevoli”), tento modestamente di replicare alle osservazioni dell’avv.Catamo (persona di nobile cultura), auspicando che le mie dissertazioni non siano poi ritenute tanto “sprezzanti”, ma – spero – quantomeno utili per attenzionare problematiche di degno interesse. Reputo che nell’affrontare un problema di qualsivoglia genere e specie occorra muovere dall’esatto inquadramento dei presupposti di fatto, per poter poi giungere a conclusioni parimenti corrette; difatti se i presupposti sono falsati lo saranno altrettanto le consequenzialità. La causa dell’incidente occorso viene prospettata dall’avv. Catamo come connessa a motivi di visuale dell’incrocio. Dagli elementi in possesso a questo ufficio non risulta che l’automobilista per motivi di visuale abbia male osservato il segnale di stop; e che in ragione di ciò ne sarebbe scaturita una mala-osservazione dello stop. Come si fa a dir ciò? Chi lo dice? Un testimone? E’ una constatazione di fatto, o è una mera congettura personale? Risulta invece che il conducente non avrebbe affatto osservato il segnale di stop. Allora il problema non è il semaforo, ma come compiere in tutta sicurezza la manovra dello stop. Più volte con l’amico Presidente del Club Ferrari, Totò Ingrosso, convinto assertore delle tecniche di “guida sicura” e sempre attento alle tematiche della sicurezza stradale, abbiamo fatto una riflessione condivisa: pochissimi conducenti osservano correttamente il segnale di stop. Considerata l’estrema pericolosità di questa manovra, il primo principio è quello di procedere con la massima prudenza per evitare l’incidente stradale, previsto dal 1° comma dell’art.145 del Codice della Strada; l’obbligo di arresto è un presupposto indefettibile, spesso disatteso. Un’ultima considerazione va fatta. Il veicolo di servizio della P.M. procedeva sulla via Bosco direzione fuori centro abitato, quindi l’altro veicolo, che usciva da via Veneto direzione via Italia Nuova, senza dare precedenza avrebbe invaso sia la prima, che la seconda corsia di via Bosco.
Lì 27.07.2009.
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