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 Consiglieri dimissionari  -  29 luglio 2009

 

La  maggioranza di una volta: parassita e lazzarona

 

In una nota del 28 luglio 2009 i consiglieri di maggioranza (di una volta!), per incoraggiare il sig. Fai, sindaco di Veglie, a non dimettersi, riconoscono che:

  • “attualmente il nostro Comune sta attraversando un momento politico di grande confusione con grave danno all’immagine della nostra sana ed operosa cittadina”;

  • “la realizzazione del programma amministrativo del governo cittadino è in forte ritardo”;

  • la colpa di questo fallimento percepito da tutti è solo della opposizione;

  • in “otto mesi dalle elezioni comunali”, senza le vecchia opposizione, sarà realizzato quello che non sono stati capaci di realizzare in quattro anni.

Tralasciamo gli insulti e le piccinerie e proviamo a ragionare con pacatezza e argomenti documentati.

 

Chi sono gli attuali consiglieri di maggioranza?

 

Sono rimasti in nove e, visto che non si firmano, li elenchiamo noi: Cascione, Spagnolo M., Vadacca, Mangia, Ruberti, D’Elia, Albano M., Albano T. e Maggiore.

Uno di questi si è dimesso da consigliere a giugno, quando l’opposizione non c’era più, ma le dimissioni sono rimaste nelle mani del sindaco. Un altro ha rimesso le dimissioni da assessore nelle mani del sindaco ma partecipa lo stesso alle giunte comunali. Gli altri attendono…chi un piatti di lenticchie di vario tipo.

Erano 14 (compreso l’assessore esterno). Il sig. Fai ne ha persi 5, tra cui tre assessori, un presidente del consiglio e un consigliere. Tutti “protagonisti di primo piano” (e siamo d’accordo), allontanatisi per motivi politico-amministrativi. E ancora, nel 2005 Fai aveva 20 compagni di cordata. E’ rimasto con soli 11 componenti della lista del 2005 perché cinque, gli si sono rivoltati contro e cinque dei candidati non eletti non hanno accettato di subentrare ai suoi consiglieri dimissionari.

La traccia di interventi degli attuali consiglieri di maggioranza nei verbali dei consigli comunali di questi anni è molto scarsa. Segno che non hanno contato nulla e che hanno avuto solo un ruolo da “scaldabanco”. Ed è puerile leggere ora che la giustificazione al proprio vuoto e fallimento amministrativo sia motivato da originaria invidia o ripicca di una “minoranza che non ha mai accettato il risultato delle elezioni del 2005”.

 

Una maggioranza politicamente inqualificabile

 

Più volte ci è stato chiesto, anche da esterni al paese, come si qualifica l’attuale maggioranza (di centrodestra, di centro o di centrosinistra!). Non sappiamo rispondere a questa domanda. Il Sindaco è del PD, ma la segretaria e la sezione di Veglie del PD lo hanno diffidato a dimettersi da sindaco pena l’espulsione dal partito.

Il vice-sindaco, insieme ad altri 4-5 dei magnifici nove consiglieri, è del centrodestra ed è stato sonoramente battuto alle ultime elezioni provinciali. Anche il candidato alle provinciali, sostenuto da un altro assessore che conta del centrosinistra, ha raccolto pochi consensi.

Per Fai e compagni, le amministrative del 6-7 giugno sono state una eloquente bocciatura. Per il fallimento amministrativo e anche perché sono stati considerati dagli elettori i responsabili principali della confusione politica. I cittadini l’hanno capito ora, senza dover aspettare le prossime comunali quando, speriamo, tutti e dieci saranno cancellati dalla scena amministrativa locale. E tutte le sezioni dei partiti locali hanno chiesto le dimissioni immediate di Fai.

 

Un fallimento amministrativo percepito e documentato

 

In quattro anni Fai (con la sua maggioranza) non è stato in grado di aprire alla popolazione il convento dei Francescani e il mercato coperto. L’ipogeo di Largo San Vito, dal 2000 data di conclusione dei lavori, è nel più totale abbandono. Ha perso i finanziamenti per l’ampliamento della Veglie-Torre Lapillo e quelli per la piscina comunale. Sono in discussione i finanziamenti di 3 ml di € del recapito finale delle acque piovane del Bacino sud. Ha portato l’indebitamento del Comune da 7 ml di € del 2005 a 10 ml di € al 31.12.2008. Ha giocato alla roulette russa con i cosiddetti “derivati” ipotecando il futuro del Comune di Veglie fino al 2025. Ha introdotto l’Irpef comunale, ha aumentato tutte le tasse dei servizi a domanda individuale. E’ il primo sindaco a vendere un suolo comunale. Ha ostacolato, con un suo assessore, il completamento della circonvallazione e, alla chetichella, stava regalando al paese, nel cuore del Parco del Negramaro, un megasansificio. Ha affrontato con superficialità il problema energetico (eolico e fotovoltaico) e ha ipotecato per 20 anni il problema della pubblica illuminazione. Un vero disastro sono stati gli atti urbanistici. Basta pensare ai problema dei comparti (in questi giorni ne vedremo delle belle!) e al Piano per gli Insediamenti Produttivi che, dopo pensa e ripensa e dopo 5-6 tornate consiliari, pur approvato da solo 10 consiglieri della maggioranza, è sotto la spada di Damocle di un ricorso pendente al TAR. Nell’ultimo bilancio di previsione 2009 due emendamenti sono stati votati, contro regolamento, da soli 10 consiglieri di maggioranza. Infine, a giugno, quando l’opposizione non c’era più, ha tentato di scippare ai vegliesi quasi € 350 mila con avvisi suppletivi per la spazzatura, perché la differenziata in questi anni è rimasta al di sotto del 10%. La protesta dei cittadini è stata utilizzata per prenderli ancora una volta in giro. Ha sospeso, temporaneamente, tutti gli avvisi ricevuti, con la motivazione “che ricorre la necessità di riesaminare quanto richiesto”. Tradotto: “pagherete ma saranno altri a richiedervi questi soldi. E peste e corna a chi difende i cittadini e a chi fa notare che i 350 mila € sono debiti fuori bilancio”.

 

Il ruolo dell’opposizione

 

Per questo disastro il sig. Fai e i nove superstiti se la prendono con l’opposizione.

Mai vista una opposizione così unita. Senza mezzi, senza potere, senza nessun compromesso, mai ascoltata dalla maggioranza ma sempre con la massima coscienza pulita di chi agisce a tutela delle istituzioni e dei cittadini. Parlano i numeri: fino al 28 maggio 2009 sono stati convocati 44 consigli comunali di cui 3 sono stati sciolti per mancanza del numero legale e 4 sono stati svolti regolarmente, anche se la maggioranza non aveva i numeri per proseguire. Sono state discusse 143 delibere di cui 27 ritirate, perché sbagliate o incomplete e 48 delibere sono state votate all’unanimità. L’opposizione ha proposto 102 atti tra interpellanze, interrogazioni o mozioni.

Abbiamo fatto quello che i cittadini ci chiedevano. Eppure quante figuracce abbiamo evitato alla maggioranza. Ma Fai non ha mai tollerato il controllo. Forse è poco quello che abbiamo potuto conoscere delle malefatte amministrative, ma senza il nostro impegno non sarebbero rimaste nemmeno le ossa del Comune di Veglie.

 

Il 28 maggio 2009

 

Lo scioglimento del consiglio del 28 maggio 2009 non è la stessa cosa del 22 novembre 1999 e del 22 novembre 2004. E non per il risultato finale ma per la motivazione. Ora, dicono i consiglieri di maggioranza, non si dimettono e trattengono Fai dal farlo, “per dovere civico”. Ma Spagnolo M., Mangia, Albano Mario, Maggiore e D’Elia, i primi protagonisti di dimissioni per lo scioglimento del consiglio nel 2004 e l’ultimo per lo scioglimento del consiglio nel 1999, da quando hanno acquisito “dovere civico” e dove e in quale piazza l’hanno comprato?

E, a proposito del mancato scioglimento dell’attuale consiglio comunale, sarebbe opportuno che Fai informi i cittadini di cosa ha fatto pur di non perdere la poltrona. Che, con onestà, dica che la partita non è ancora chiusa e che, la Prefettura e non l’opposizione, ha trasmesso gli atti alla Procura di Lecce per quello che è accaduto alle 14,09 del 28 maggio. Lo faccia con i mezzi che riterrà opportuno. Senza confondere una conferenza stampa (di cui ha avuto tanto paura!) con un comizio o con una manifestazione popolare.

Apparirà un “lazzarone” (da  Lazzaro) che mendica anche le briciole del potere.

 

I fatti: argomenti testardi

 

“Consiglieri di maggioranza”, potete continuare pure ad occupare le vostre poltrone e a dilapidare risorse di tutti ma la vostra fine politica è segnata. I fatti sono argomenti testardi e i cittadini sanno tre cose importanti per il futuro di Veglie:

  • il consiglio comunale eletto nel 2005 non esiste più;

  • è urgente dissequestrare la vita amministrativa dai portaborse locali e da qualche gruppo di interesse particolare;

  • è indispensabile svecchiare la vita amministrativa nei suoi contenuti più che nelle persone e nelle tattiche o strategie politiche: l’informazione trasparente sulla vita amministrativa, la valorizzazione dei beni comuni (l’acqua, l’energia elettrica, i rifiuti, l’ambiente, le risorse economiche…) e la finanza comunale hanno bisogno di buone prassi che Fai e compagni non sono stati in grado di pensare e tanto meno di attuare.

Da parte nostra non siamo disorientati ma perfettamente orientati verso un orizzonte ben chiaro. E siamo molto contenti di non dovervi più incontrare nelle sedi istituzionali. Ci dispiace solo che continuate a far ridere l’intero Salento. E questo non per voi ma per il popolo vegliese (anche per chi vi ha votati) che non pensava di trovarsi dinnanzi a simile sfacelo.

 

Veglie 29.7.2009

I consiglieri dimissionari
Aprile S., Armonico, Capoccia, Carlà, De Bartolomeo, Greco,

Paladini, Rollo, Spagnolo C., Stefanizzi, Vetrano.