Disorientati ed avvelenati, gli ex consiglieri dimissionari non rinunciano all’insano proposito di far cadere l’amministrazione
Pur di raggiungere lo scopo di screditare il sindaco e la maggioranza, è stato tentato di tutto. La variegata comitiva capeggiata da Antonio Greco (ultimamente supportata da alcuni fuoriusciti con ambizioni di riciclarsi in future eterogenee coalizioni), fin dal primo giorno, con ostinazione, rabbia e senza mai concedersi soste, ha cercato di mettere in atto il suo unico ed insano obiettivo di far cadere l’Amministrazione. Ha usato ogni mezzo: strategie e stratagemmi anche carbonari, trappole, esposti alla procura, ricorsi al Tar, denigrazioni, ossessiva ricerca del pelo nell’uovo in tutti gli atti deliberativi e burocratici del Comune e, persino, calunnie di natura personale. Si è trattato della più irresponsabile, demagogica e antidemocratica azione di opposizione della storia politica di Veglie. Un’azione che, pur essendosi rivelata infruttuosa dal punto di vista del fallimentare proposito della minoranza, ha però provocato ostacoli e ritardi nella realizzazione del programma amministrativo del governo cittadino. Di tutto ciò, fra pochi mesi, la folcloristica comitiva guidata da Antonio Greco dovrà dar conto agli elettori. Vantarsi di aver messo in difficoltà la maggioranza e di aver contrastato programmi e opere pubbliche non è un merito, soprattutto se poi non si è in grado di dimostrare di aver portato, in contropartita, concrete utilità alla cittadinanza attraverso il sostegno di progetti validi e alternativi per lo sviluppo della comunità. La verità è che la minoranza non ha mai accettato il risultato delle elezioni del 2005, quando una larga parte dei cittadini ha legittimamente espresso fiducia all’attuale maggioranza. Chi ha tradito il responso delle urne sono, dunque, coloro che non hanno accettato democraticamente la sconfitta e alcuni consiglieri di maggioranza che, influenzati dalla campagna denigratoria dell’opposizione, dimenticando di essere stati protagonisti di primo piano dell’attuale Amministrazione, hanno deciso di saltare il fosso e di abbandonare il posto che gli elettori gli avevano assegnato. In questi giorni abbiamo assistito, allibiti, all’ennesima triste sceneggiata degli ex consiglieri i quali, nel tentativo di mascherare l’ennesima figuraccia (invece di far tornare a casa il sindaco, si sono auto-esclusi dal Consiglio), con lo scopo di fomentare i cittadini contro l’Amministrazione, hanno improvvisato un teatrino dinanzi al palazzo municipale per presentare (a se stessi) un documento con il quale, sottolineando un’ipotetica grave situazione amministrativa, invitano il sindaco alle dimissioni. E’ il caso di sottolineare, per correttezza nei confronti del paese, che attualmente il nostro Comune, per colpa di alcuni personaggi irresponsabili, effettivamente sta attraversando un momento politico di grande confusione con grave danno all’immagine della nostra sana ed operosa cittadina. Dal punto di vista amministrativo, però, nonostante i desideri e le manovre negative dell’opposizione, la maggioranza sta continuando a lavorare proficuamente per ottenere risultati ottimali nel campo dei servizi (assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili; mense e trasporti scolastici; igiene ambientale; ecc.) e delle opere pubbliche (nuova zona artigianale, progetto di 700mila euro per l’asilo nido; progetto di 7milioni per la sistemazione idrogeologica del territorio; progetto di 2milioni per il Pirp “San Francesco”; progetto di 500mila euro per sistemazione vore; progetto di 1.150.000 per la zona mercatale; progetto di 3milioni per la fognatura bianca; ecc.). A circa otto mesi dalle elezioni comunali, con i diversi progetti ancora in cantiere, sarebbe un vero delitto abbandonare tutto (ci sono, peraltro, 50 imprenditori che aspettano l’assegnazione dei nuovi lotti della zona artigianale), soltanto per non avversare il sogno (o l’incubo?) di alcuni soggetti che vorrebbero la caduta dell’Amministrazione per strumentale presa di posizione o, peggio ancora, per una mera questione d’originaria invidia o ripicca. Per umanità e per vedere certi esponenti della minoranza finalmente appagati, tranquilli e sereni, ci sarebbe addirittura la disponibilità ad assecondare la richiesta di dimissioni. Ma non è possibile. Per dovere civico abbiamo l’obbligo di continuare ad amministrare fino alla conclusione del mandato. Diversamente sarebbe un tradimento nei confronti dell’intero paese.
Veglie, lì 28.07.2009
|
|