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  Marco Miccoli, - Venerdì 8 Marzo 2013

 

 

Obolo per San Giovanni...!!!

 

In questi giorni penso che sia capitato un po’ a tutti di trovare nella propria cassetta della posta un volantino a cura dell’Associazione “Porta Noa” in merito ad una raccolta fondi per la festa di San Giovanni.

Parto col dire che stimo ed apprezzo tutte quelle Associazioni no-profit, compreso la suddetta, che si occupano dell’organizzazione e la realizzazione di eventi socio culturali. Tanto tempo e tanta fatica viene messa in campo per garantire l’ottima riuscita di quello che si intende concretizzare però adesso ho l’impressione che si stia un po’ esagerando!

La lingua italiana è una sola e per chi conosce il significato della parola “obolo” (e per chi non lo conosce basta aprire un dizionario) sa benissimo che significa PICCOLA donazione di denaro, in tempi passati significava addirittura elemosina.

I tempi che corrono li viviamo tutti, la crisi economica ormai da tempo ci accomuna e chiedere un obolo “minimo” di 10 euro per poter acquistare luminarie, fuochi d’artificio, bande e gruppi musicali mi sembra un offesa alla situazione attuale anche se per una nobile causa come il nostro Santo Patrono. Io sono un cattolico credente, aspetto con ansia la ricorrenza del nostro San Giovanni ma la vivo sotto un ottica più cristiana che allegorica.

I piccoli imprenditori chiudono, molti operai sono quotidianamente licenziati, gente comune che deve vivere anzi sopravvivere con 500 euro di pensione al mese e penso che anche 10 euro, se pur non impossibili, siano tanti!

Ogni cittadino, anche se con un contributo minimo VOLONTARIO, vorrebbe sentirsi partecipe di tale ricorrenza ma più semplicemente se si pensasse di onorare e festeggiare il Santo Patrono anche senza soluzioni di altissimo livello ma più semplicemente con una cerimonia ridimensionata, al passo con i tempi correnti, in attesa di una sperata ripresa economica, forse sarebbe opportuno.

Non mi si venga poi a dire che si è scritto così ma che poi si può donare quello che si vuole perché quando qualcuno scrive qualcosa, in questo caso a tutta la cittadinanza, deve assumersi le responsabilità di quello che scrive e di quello che intende comunicare, ed il significato è chiaro, o quello o niente!

Penso che il nostro San Giovanni meriti e si aspetti da parte di noi vegliesi si una "festa degna" come si riporta sul volantino ma con un riconoscimento ben diverso da bande musicali e fuochi d’artificio. Invito anche il Sig. Sindaco e quello che rimane della giunta comunale di attivarsi in tal senso e di prendere le decisioni opportune affinché ritorni il tutto in un clima di sobrietà e normalità se pur con tutti quelli opportuni eventi di contorno alla festa patronale.
 

Marco Miccoli
 

 

 

 

 

  Francesca Spedicato - Giovedì 14  Marzo 2013

 

 

«Obolo per San Giovanni»

Risposta a Marco Miccoli

 

Sono Francesca Spedicato, una ragazza di 22 anni, ma prima di tutto una Vegliese. Scrivo per rispondere alla lettera del Signor Marco Miccoli, riguardo alla raccolta fondi per la festa di San Giovanni e per dire la mia sull'acceso dibattito del tanto discusso obolo volontario.

Parlo da adolescente che ha sempre vissuto la festa del nostro Patrono in maniera molto superficiale (come molti miei compaesani del resto) e oggi da giovane che conosce le fasi organizzative della festa perché se ne INTERESSA e si INFORMA.

Per la stragrande maggioranza delle persone la festa patronale è si un momento religioso ma allo stesso tempo è un'occasione di svago, una distrazione allietata dalle bande e gruppi musicali, dai fuochi d'artificio, dalle luminarie. E nonostante tutto questo sia un di più (da alcuni considerato superfluo) è proprio questa cornice che dona spettacolarità ai festeggiamenti.

Il Signor Marco parla GIUSTAMENTE di crisi economica e propone un "ridimensionamento generale" per dare maggiore risalto all'aspetto religioso piuttosto che a quello allegorico. Personalmente credo sia accettabile come discorso, ma forse si dovrebbero anche tenere in considerazione le richieste e le pretese che tantissimi cittadini avanzano ogni anno. Si ritengono superflue tantissime cose ma i primi commenti nei bar, nei parrucchieri, al supermercato, all'indomani dei festeggiamenti sono sempre gli stessi:

- "Pircè no ane misi li fuechi st'annu?"

- "Mè, bella t'è parsa la paratura?"

- "Sempre li stessi cantanti chiamane! All'auri paisi si mmurtalane!"

Sfido chiunque ad affermare di non aver mai sentito frasi simili!

Quello che mi ha spinto a rispondere a questa lettera è stata la superficialità con la quale si "spara a zero" senza conoscere la realtà dei fatti. Il signor Marco (e prendo lui ad esempio in quanto è stato uno degli ultimi ad esporsi a riguardo) prima di scrivere la sua indignazione per le richieste ESAGERATE dell'Associazione "Porta Noa", ha mai provato a lasciare a casa moglie e figli per andare a sedere attorno ad un tavolo e discutere sul da farsi per la buona riuscita della festa? Ha mai rinunciato a passare una domenica in totale relax per scegliere di dedicare (GRATUITAMENTE) il proprio tempo per un qualcosa di cui godrà l'intera comunità?

La risposta mi sembra ovvia!

Nessuno discute sul fatto che 10 euro siano sicuramente tantissimi (e lo dice una studentessa universitaria per la quale anche 5 euro fanno la differenza) ma sono convinta che molti (non tutti) si concedano ogni giorno un caffè, un pacchetto di sigarette, un "Gratta e Vinci", pur non navigando nell'oro.

Nonostante ciò non sono disposti a privarsi di una qualsiasi cifra per la festa. Il problema di fondo non credo sia la crisi (ricordiamo che i festeggiamenti sono occasione lavorativa per tante famiglie che fanno questo di mestiere) quanto piuttosto il non SENTIRE LA FESTA (anche questo pensiero rispettabilissimo).

Volevo poi riflettere sul termine obolo. La lingua italiana è una sola, concordo, ma a mio avviso l'interpretazione e personale e soggettiva. Anche la frase "salvo impossibilità" è italiano, ma come vede Signor Marco, è interpretabile in maniera differente da persona a persona. Sono sicura che, pur non essendo stata espressa in maniera correttissima, la richiesta di un obolo minimo di 10 euro non voleva offendere nè obbligare nessuno, tantomeno intendeva escludere a priori la possibilità di "donare" la cifra che più si avvicina alle possibilità di ciascuno! La richiesta sicuramente è stata pensata per rendere i festeggiamenti più adeguati, per accontentare un po' tutti e sensibilizzare sempre più la popolazione a partecipare attivamente alla realizzazione della festa del proprio Patrono. Chi lo ha fatto non trae alcun
tipo di beneficio da quattro pali montati in più o da fuochi d'artificio più curati, se non la sola soddisfazione di leggere nei volti dei propri concittadini il gradimento e la gioia per una festa che dovrebbe essere più sentita da tutti!

Concludo, perciò, invitando chi legge a soffermarsi un attimo e riflettere. Lo riconosco, criticare senza mettersi in gioco è molto più semplice, ma ricordiamoci che solo le critiche COSTRUTTIVE portano al cambiamento, al  miglioramento, quelle DISTRUTTIVE invece valgono a ben poco, servono solo a riempire la pagina di un editoriale.
 

Francesca Spedicato

 

 

 

 

  Marco Miccoli, - Martedì 19 Marzo 2013

 

 

«Obolo per San Giovanni»

Replica di Marco Miccoli

 

Gentile Sig.na Francesca, come già esplicato nella mia lettera stimo ed ammiro quelle persone attive nell'organizzazione di qualsiasi evento (in questo caso la festa del Santo Patrono) e quindi stimo anche lei che, a suo dire, si interessa attivamente dell'organizzazione, però mi sembra doveroso dover rispondere alla sua lettera o meglio ad alcune sue affermazioni che, se non supportate da concretezza ma solo da supposizioni, rischiano di farle fare una brutta figura!

Sinceramente non ho tanto tempo da perdere nel riempire le pagine di questo editoriale giusto per il gusto di muovere critiche “distruttive” anche perché non penso che quattro righe scritte da me possano cambiare il pensiero e le decisioni di ogni cittadino Vegliese.

Leggendo il foglietto dell'Associazione, non mi hanno trovato daccordo (e non addirittura indignato come lei dice) alcune frasi e da qui la decisione di esternare pubblicamente il mio pensiero, senza naturalmente offendere nessuno.

Non possiamo fare i conti in tasca ai cittadini su quello che spendono nelle loro attività quotidiane e colpevolizzarli se non partecipano finanziariamente all'organizzazione della festa. A questo proposito mi sembra più irriguardoso che il Paese si comporti come un normale giorno feriale con negozi ed attività aperte mentre scorre la processione. Quello che scrive lascia intendere che l'attenzione e la premura di chi organizza la “buon riuscita” della festa sia contestualizzata nei pettegolezzi post-festa e nella soddisfazione di leggere nei volti della gente il gradimento e la gioia per l'organizzazione.

Posso anche comprendere che dopo tempo e fatica si voglia fare bella figura ma quando ci parla di PRETESE da parte dei cittadini circa il contorno, lei si è mai domandata se poi la stessa gente che chiede ha seguito la processione? Si è mai domandata se la gente che pretende entra in Chiesa per omaggiare San Giovanni?

Secondo me Sig.na Francesca non bisogna preoccuparsi di “accontentare” nessuno bensì è necessario iniziare un percorso che ci porti ad avere un maggiore rispetto per il nostro Patrono e questo rispetto non lo otteniamo con un obolo consistente e con una festa più ricca.

Per concludere mi ricollego a quanto espresso prima circa le sue affermazioni di carattere personale nei miei confronti. Mentre lei è seduta ad un tavolo per l'organizzazione della festa io lascio, al contrario di quanto dice senza sapere, moglie e figlio a casa, GRATUITAMENTE, per sedere attorno ad un altro tavolo per discutere e trovare soluzioni attive circa i problemi (seri) del Paese, vedasi MEGA problema del Sansificio ancora non risolto, raccolta dei rifiuti, ambiente, occupazione giovanile sul territorio e tante altre tematiche.

Visto che lei è ancora giovane forse, anche con il mio impegno di oggi, domani potrà avere la possibilità di vivere meglio!

 La saluto,

Marco Miccoli