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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 5 Gennaio 2003

Il centro sinistra teme il rischio idrogeologico e riparte all'attacco, a testa bassa

«Ci batteremo contro il canalone»
L'opposizione pronta a promuovere un referendum sul progetto della maggioranza

 

VEGLIE - «Il canalone è inutile e dannoso. In questi giorni presenteremo contro di esso numerose osservazioni e percorreremo tutte le vie che la legge prevede per bloccarlo. Proporremo anche un referendum popolare». Il centrosinistra annuncia nuove «battaglie» dopo l'approvazione del progetto contro il rischio idrogeologico del territorio, avvenuta a maggioranza alla fine dell'anno. La polemica, di per sé già molto forte, è diventata addirittura «infuocata» in seguito alle dichiarazioni dell'assessore ai lavori pubblici Lorenzo Catamo. Quest'ultimo, difendendo il nuovo progetto approvato, ha recentemente affermato che «si è giunti finalmente a capo di una vicenda fin troppo montata dall'opposizione» e che «in questi mesi, al di là delle 1755 firme sbandierate, la mobilitazione popolare non vi è mai stata».

Da pare loro, gli otto consiglieri dell'opposizione di centrosinistra (Mario Aprile, Giuseppe Cutrino, Alessandro Aprile, Antonio Greco, Oronzo Sabato, Giovanni Cipolla, Giovanni Parente e Fernando Fai), replicano accusando i nove consiglieri di maggioranza che hanno votato il progetto (Mario Albano, Antonio Cascione, Lorenzo Catamo, Giovanni Maggiore, Cosimo Mangia, Francesco Milanese, Maurizio Spagnolo, Salvatore Vetrano e Giuliana Greco) di aver agito «contro la volontà popolare».

Il centrosinistra, con un manifesto apparso ieri, ha inoltre espresso sostegno al «Comitato contro il canalone» invitando anche i partiti di centrodestra a partecipare alla «lotta contro la realizzazione dell'opera». «L'assessore Catamo - dice a nome dell'opposizione Alessandro Aprile - sbaglia. Se è convinto che il paese vuole il canalone, allora deve avere il coraggio di porre la questione al giudizio dei cittadini. Il referendum, che è previsto dallo statuto, dimostrerebbe che esiste una viva e cosciente opposizione popolare al progetto». «E' bene ricordare - continua - che, sulla questione, abbiamo sempre avuto un atteggiamento costruttivo, suggerendo alla maggioranza di realizzare un canale interrato per raccogliere le acque piovane del centro abitato e di tener conto delle vore e dei canali di campagna per gli altri problemi di allagamenti eccezionali. Nonostante queste indicazioni - conclude - l'Amministrazione difende un progetto che danneggerà in modo irreparabile il territorio vegliese».

di Rosario Faggiano

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 8 Gennaio 2003

Ancora polemica sul rischio idrogeologico

«L'opposizione mente. Il progetto è necessario»

VEGLIE - Non si placa la polemica sul «canalone». Maggioranza e opposizione continuano a scambiarsi attacchi a «viso aperto». Mentre l'Amministrazione non rinuncia a difendere il suo progetto contro il rischio idrogeologico del territorio, il centrosinistra ormai lavora sull'idea di proporre un referendum popolare sull'opera che ha già definito «inutile e dannosa». L'assessore ai lavori pubblici e vicesindaco Lorenzo Catamo, dunque, sollecitato dal recente intervento del consigliere di minoranza Alessandro Aprile, torna di nuovo sull'argomento per spiegare le ragioni che hanno portato alla «scelta progettuale» non condivisa dalla minoranza. «Con amarezza - afferma Catamo - devo rilevare come l'opposizione, oltre a continuare nella sua opera di linciaggio morale pubblicando liste di proscrizione (un manifesto con i nomi dei consiglieri che hanno approvato il progetto, ndr.), tenti di distorcere la realtà progettuale di quello che essa ha ribattezzato "canalone". Esso - spiega - è un canale interrato destinato a costituire un argine contro le acque esterne. Furono queste, infatti, che originarono l'alluvione che colpì Veglie nel 1996. Il canale, peraltro, servirà anche a convogliare le acque della fognatura bianca cittadina. Quest'ultima, infatti, appaltata secondo il progetto della passata amministrazione, non può essere completata perché è priva, appunto, di scarico finale. Modificando il progetto come vorrebbe l'opposizione, inoltre, c'è il rischio di uscire fuori dalla misura Por con prevedibili conseguenze negative». Catamo, che non ha accolto positivamente l'«esortazione» ad avere il «coraggio di porre la questione del canalone al giudizio di un referendum popolare», riprende poi la polemica diretta con Alessandro Aprile. «Aprile - continua il vicesindaco - ha la capacità di distorcere le parole e di fare il processo alle intenzioni. Nel mio precedente intervento, infatti, mi sono limitato a constatare la mancanza assoluta di mobilitazione popolare, verificata in più occasioni e più clamorosamente nell'ultima, ma non mi sono mai sognato di dire altro. Quanto alla sfida ad avere il coraggio di porre la questione al giudizio dei cittadini, preciso che non è mio potere porre a referendum alcunché; il referendum lo chieda chi vuole chiederlo secondo le regole che dovrebbe conoscere. Per quanto riguarda il coraggio - conclude Catamo - penso di averne sempre dimostrato abbastanza in oltre trent'anni di scomoda militanza nella destra nazionale e sociale».

di Rosario Faggiano

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 23 Gennaio 2003

Opposizione e Comitato civico tentano di sbarrare la strada agli elaborati per il rischio idrogeologico

«Canalone, opera inutile e irregolare»

Il centrosinistra si è rivolto pure alla Direzione «Politica Regionale» di Bruxelles

Diffidato anche l'ingegnere comunale a «proseguire l'iter del progetto»

 

VEGLIE - «Guerra» totale sul «canalone». Il Comitato che si oppone alla realizzazione dell'opera e la minoranza di centrosinistra sono decisi ad andare fino in fondo. Nei giorni scorsi, alla scadenza dei termini per la presentazione delle opposizioni contro il progetto approvato alla fine del 2002, sono state presentate diverse osservazioni. Fra queste vi sono quelle, sottoscritte da 1185 cittadini, promosse dal Comitato presieduto da Francesco Mattia e da Mariagrazia De Tommasi e altre ancora presentate dai consiglieri comunali Alessandro Aprile, Mario Aprile, Giovanni Cipolla, Giuseppe Cutrino, Antonio Greco, Giovanni Parente e Oronzo Sabato. Questi ultimi hanno scritto, inoltre, all'Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici di Bari e alla Direzione Generale «Politica Regionale» della Commissione Europea di Bruxelles. Contestualmente, tramite un avvocato, la minoranza ha pure diffidato l'ingegnere Antonio Greco, responsabile dell'Ufficio tecnico comunale e del procedimento amministrativo, «a proseguire nell'iter del progetto se prima non si chiariscono le irregolarità riscontrate». Ma andiamo con ordine. Come detto alcune osservazioni sono state presentate dal Comitato contro il canalone, il quale evidenzia «l'inutilità della realizzazione dell'enorme fossato, largo quattro metri e mezzo e profondo fino a cinque metri». Il Comitato sostiene, fra l'altro, che la realizzazione del primo lotto «non ha nessuna utilità pubblica» e che il rischio di allagamenti del territorio si è «molto ridimensionato dopo il 1996, anche grazie all'esistenza della circonvallazione». L'opposizione consiliare, da parte sua, ha presentato sette osservazioni molto articolate. Una riguarda la procedura di «Valutazione di impatto ambientale». Questa, ritenuta essenziale dalla minoranza e considerata «opportuna» anche dal Responsabile del Settore Urbanistica del comune, «non figura tra gli allegati del progetto». Un'altra osservazione evidenzia la mancanza del parere, «non vincolante ma obbligatorio», della Commissione Urbanistica Comunale. L'opposizione si sofferma, quindi, su aspetti partecipativi («mancato coinvolgimento della società vegliese») e su aspetti procedurali. Essa sostiene, ad esempio, che l'approvazione del progetto preliminare, avvenuta in Consiglio comunale, è di competenza della Giunta. Un'osservazione pone l'accento anche sull'assenza di coinvolgimento di altri Enti interessati alla realizzazione dell'opera (Enel, Acquedotto, Provincia e Consorzio di Bonifica di Arneo). «Praticamente - scrivono i consiglieri di minoranza - il progetto si avvale della sola relazione tecnica dei progettisti incaricati». Con la lettera indirizzata a Bari e a Bruxelles, infine, riprendendo in larga parte i contenuti delle osservazioni presentate al Comune, l'opposizione ha segnalato le «irregolarità procedurali» e le «difformità progettuali» che si sarebbero verificate durante l'iter già espletato. Per tutto ciò ha «invitato», con diffida legale, il Responsabile dell'Ufficio Tecnico comunale a «bloccare» il procedimento amministrativo del «canalone».

di Rosario Faggiano

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 26 Gennaio 2003

L'assessore ai Lavori Pubblici, Lorenzo Catamo, respinge le accuse dell'opposizione sul «canalone»

«Un progetto irregolare? E' tutto ok»

 «La diffida al tecnico comunale è un atto di estrema gravità intimidatoria»

L'opera dovrà essere finanziata per ridurre il rischio idrogeologico

 

VEGLIE - Ancora polemiche sul «canalone». Secondo l'assessore ai Lavori pubblici, Lorenzo Catamo, «l'atto di diffida notificato al responsabile dell'Ufficio Tecnico comunale è di estrema gravità intimidatoria e di nessun valore giuridico». L'affermazione segue la recente iniziativa della minoranza di centrosinistra la quale, opponendosi al canalone, oltre a presentare diverse «osservazioni» in vista della convocazione del Consiglio comunale per l'approvazione definitiva dell'opera, ha deciso di diffidare l'ingegnere Antonio Greco, responsabile del procedimento amministrativo, «a proseguire nell'iter del progetto se prima non si chiariscono le irregolarità riscontrate». «Di fronte all'ennesimo attacco dell'opposizione - afferma Catamo - sento il dovere di chiarire alcune cose fondamentali. Innanzi tutto è da precisare che la diffida notificata all'ingegnere Greco, responsabile dell'Ufficio Tecnico, non può bloccare il procedimento amministrativo del progetto contro il rischio idrogelogico del territorio. E' palese, infatti, il tecnico non può omettere di comportarsi come è suo dovere comportarsi. Egli - spiega - non può sospendere alcunché se non dopo che le presunte irregolarità siano effettivamente accertate dagli organi giudiziari competenti». «D'altro canto - continua - gli atti amministrativi sono regolari e non è consentito a nessuno di lanciare affermazioni destituite di ogni fondamento, in quanto l'irregolarità può essere anch'essa accertata solo dal giudice competente». Catamo respinge, poi, le varie osservazioni presentate, dall'opposizione e dal «Comitato civico», contro il progetto del canalone. «Esse - aggiunge l'assessore - comprendono solo rilievi privi di sostanza tecnica e giuridica. L'Amministrazione comunale, confortata dai pareri dei suoi dirigenti e dei tecnici progettisti, prosegue per la sua strada nella certezza di fare cosa utile alla cittadinanza vegliese. L'opera, che ridurrà il rischio idrogeologico, consentirà anche l'innesto della fognatura pluviale, al momento priva del recapito finale».

di Rosario Faggiano

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 29 Gennaio 2003

Rischio idrogeologico, ancora polemiche

«Rispettare la legge»

 «Finora solo decisioni poco chiare sul progetto»

 

VEGLIE - Non si attenua lo scontro sul «canalone». Il centrosinistra «spiega» le ragioni della diffida inviata all'ingegnere Antonio Greco, responsabile del procedimento amministrativo del progetto. L'opposizione, che ha voluto così «invitare» il tecnico comunale a «bloccare» l'iter per l'approvazione dell'opera, interviene dopo le dichiarazioni dell'assessore ai lavori pubblici Lorenzo Catamo. Quest'ultimo ha recentemente definito l'iniziativa della minoranza «di estrema gravità intimidatoria e di nessun valore giuridico». I consiglieri comunali Alessandro Aprile, Mario Aprile, Giovanni Cipolla, Giuseppe Cutrino, Antonio Greco, Giovanni Parente e Oronzo Sabato affermano: «L'intervento di Catamo è eccessivo e fuori dalle righe. Siamo d'accordo con lui su una sola cosa: il procedimento per la contestata approvazione del progetto deve svolgersi nella rigorosa osservanza delle norme. Gli innumerevoli atti approvati, ritirati, modificati -continuano - e il bando per appaltare il canalone fatto in tutta fretta dall'ingegnere Greco, alla fine di agosto, e poi annullato, testimoniano di per sé l'enorme confusione che finora vi è stata. Bastano questi dati oggettivi per spiegare da soli perché la minoranza ha dato mandato ai legali per diffidare il responsabile del procedimento». I consiglieri sostengono, inoltre, che il «primo controllo di legalità sul procedimento amministrativo spetta necessariamente al dirigente incaricato, il quale ha il compito dell'attività gestionale, distinta da quella di indirizzo politico-amministrativo». Essi, pertanto, ribadiscono «quanto già chiesto all'ingegnere Greco e cioè il rispetto della volontà politica espressa dal Consiglio Comunale dell'11 settembre 2002, l'acquisizione di tutti i pareri degli Enti interessati, la necessità di non procedere alla gara d'appalto prima della conclusione di tutti i livelli di progettazione». Il consiglio comunale per l'approvazione definitiva del «canalone» si terrà venerdì prossimo.

di R.F.

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 3 Febbraio 2003

Approvato il secondo stralcio del progetto

Il Canalone si farà, lo scontro rimane

 

VEGLIE - Canalone, ultimo atto. Si è concluso il tormentato iter amministrativo per l'approvazione del secondo stralcio «rimodulato» del progetto contro il rischio idrogeologico del territorio. Con nove voti favorevoli e otto contrari, venerdì scorso il consiglio comunale, dopo un'animata discussione durata più di quattro ore, si è espresso definitivamente sull'argomento e sulle diverse osservazioni presentate contro la realizzazione dell'opera. Quest'ultima fase dello scontro politico sul canalone, peraltro, era iniziata già durante la seduta consiliare di giovedì scorso, quando la maggioranza ha deciso di rinviare l'approvazione del Regolamento per il referendum. Se da una parte, dunque, l'opposizione esprime disappunti per l'epilogo della vicenda, dall'altra si registrano espressioni di viva soddisfazione dell'Amministrazione guidata dal sindaco Roberto Carlà. «La maggioranza - afferma Lorenzo Catamo, assessore ai lavori pubblici - è convinta di aver approvato un'opera utile per la comunità. Noi abbiamo dimostrato, ancora una volta, un grande senso di responsabilità evitando di rispondere alle provocazioni ed ai continui inviti a desistere da parte dell'opposizione. Essa non vuole comprendere di non avere alcun diritto di dettare le regole del gioco. La minoranza - conclude - persiste nell'opera di discredito dei consiglieri di maggioranza e, fatto ancora più grave, continua a denigrare i tecnici comunali che svolgono solo il loro compito». Da parte sua Alessandro Aprile, a nome dei consiglieri che hanno votato contro il canalone, conferma tutte le ragioni dell'opposizione. Ribadendo «l'inutilità e la dannosità dell'opera», esprime «preoccupazione» per la situazione. «La vicenda del canalone - dice Aprile - è stata vissuta dalla maggioranza come un passaggio obbligato prima di un rimpasto all'interno della Giunta. Numerose sono state le illegittimità, in merito al progetto, rilevate e discusse nel corso dell'ultima discussione consiliare. La maggioranza ha respinto tutte le osservazioni presentate, fra cui una firmata da 1185 vegliesi. La testardardaggine a non voler dare ascolto alla volontà di tanti cittadini nasce dalle arrogati affermazioni di alcuni esponenti della maggioranza. Comunque l'opposizione ha ribadito di essere determinata a continuare l'impegno, nelle sedi opportune e con tutti i mezzi consentiti dalla legge, per fermare l'opera».

di Rosario Faggiano

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 7 Febbraio 2003

Interrogazione di Antonio Maniglio al Presidente Fitto

«Stop al progetto del canalone»

«I cittadini chiedono interventi più rispettosi delle produzioni agricole»

 

VEGLIE - Il progetto del «canalone» è di nuovo all'attenzione del presidente della Regione, Raffaele Fitto, e dell'assessore regionale ai lavori pubblici, Felice Amodio. Il consigliere regionale Antonio Maniglio (Ds) ieri mattina ha presentato, tramite la presidenza del Consiglio, un'interrogazione «a risposta scritta». L'interrogazione, che contiene diversi rilievi tecnici e procedurali, ha l'obiettivo di fermare il progetto contro il rischio idrogeologico del territorio, recentemente approvato dal Consiglio comunale di Veglie con il voto contrario dell'opposizione di centrosinistra. E' bene ricordare che, per realizzare uno stralcio dell'opera, la Regione ha già concesso un finanziamento Por di un milione e 720mila euro. Spiega Maniglio: «Ho presentato una nuova interrogazione al presidente Fitto e all'assessore Amodio (a marzo del 2002, Maniglio si rivolse agli stessi vertici regionali,ndr) perché c'è bisogno di chiarezza. La semplice lettura dei fatti in essa riportati, dovrebbe essere sufficiente per stoppare un'opera che è stata partorita in modo confuso, in contrasto con la legge e, finanche, contro il buon senso. Peraltro - continua - proprio l'abbondanza di pioggia caduta in questi mesi senza che si siano verificati fatti calamitosi, dà ragione a tutti quei cittadini che chiedono interventi più leggeri, più rispettosi dell'ambiente e delle produzioni agricole». Perciò, secondo Maniglio, non ci sarebbe alcuna necessità di «cementificare un'intera area». «Spero - aggiunge - che la Giunta regionale risponda in tempi rapidi all'interrogazione, soprattutto in merito all'eccesso di discrezionalità che ha contraddistinto parte dell'attività deliberativa del Comune. A tal proposito invierò copia dell'interrogazione al prefetto di Lecce, alla Procura della Repubblica e al sottosegretario Mantovano».

di Rosario Faggiano

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 19 Marzo 2003

Clamorosi sviluppi nella vicenda del progetto di sistemazione idrica. La Regione revoca il finanziamento
Niente soldi per il Canalone

«Ritardi incolmabili», in fumo un milione e 700mila euro

 

VEGLIE - Revocato il contributo per la costruzione del «canalone». Il provvedimento, avviato nei giorni scorsi dal Settore Lavori Pubblici della Regione Puglia, è stato comunicato al Comune con una nota ufficiale datata 11 marzo 2003. La vicenda, dunque, ha un risvolto inaspettato e clamoroso che non mancherà di alimentare nuove e roventi polemiche fra le forze politiche locali. Si tratta, infatti, della revoca di un finanziamento Por di oltre un milione e 700mila euro, concesso nel 2001 dalla Regione per la «sistemazione idraulica del territorio». Il relativo progetto dell'amministrazione comunale ha avuto, però, un iter lungo e non facile. Il cosiddetto «canalone», proposto per fronteggiare il rischio di allagamenti, è stato peraltro particolarmente contrastato dall'opposizione e da un Comitato di cittadini promotore di una petizione popolare sottoscritta da 1755 persone. Le diverse posizioni non sono mai cambiate, nemmeno dopo la proroga concessa dalla Regione, su richiesta dell'intero consiglio comunale, per la predisposizione di una nuova ipotesi progettuale. All'inizio dello scorso mese di febbraio, il definitivo progetto contro il rischio idrogeologico del territorio è stato approvato a maggioranza. L'opposizione, dunque, ha mantenuto la posizione contraria ritenendo il nuovo progetto essenzialmente uguale a quello precedente. La nota della Regione, dopo aver evidenziato che la proroga dei termini «per la presentazione del progetto esecutivo, per l'appalto dei lavori e per la consegna degli stessi sono abbondantemente scaduti», spiega così il motivo per il quale «procede alla revoca»: «oggettiva impossibilità a concedere una ulteriore proroga di termini a causa dell'incolmabile ritardo fin qui accumulato». Come detto, la notizia è giunta come un «fulmine a ciel sereno». Però, mentre ancora non si registra alcun commento da parte della maggioranza guidata da Roberto Carlà, i consiglieri d'opposizione Alessandro Aprile, Mario Aprile, Giovanni Cipolla, Giuseppe Cutrino, Antonio Greco, Giovanni Parente e Oronzo Sabato, insieme ai responsabili del Comitato Francesco Mattia e Maria Grazia De Tommasi, prendono immediatamente posizione. «Ciò che è accaduto - affermano - è un disastro per il presente e per il futuro del paese. Ed appare tale ancora di più perché l'opposizione al canalone di otto consiglieri e della quasi totalità della popolazione è stata sempre fatta al merito dell'opera, mai al finanziamento. Chi si è opposto ha sempre detto che «questo» progetto è inutile, dannoso al territorio e sbagliato per tanti aspetti procedurali. I ritardi, quindi, per cui è stato revocato, sono da imputare - concludono - solo ed esclusivamente agli attuali amministratori di centrodestra e alla loro difesa di un progetto indifendibile».

di Rosario Faggiano

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 6 Maggio 2003

Il Tribunale amministrativo accoglie il ricorso presentato dall'opposizione
Il «canalone» va in Consiglio: lo dice il Tar

Le tre interpellanze che chiedevano lumi all'amministrazione erano state escluse in blocco

 

VEGLIE - L'opposizione vince una significativa battaglia nelle aule giudiziarie. Tre interpellanze escluse dall'ordine del giorno del Consiglio comunale, sono state ritenute ammissibili dalla sezione di Lecce del Tribunale Amministrativo Regionale.
La decisione è rilevante. Potrebbe, infatti, rappresentare un precedente non trascurabile, soprattutto dal punto di vista delle implicazioni di natura politica riguardanti gli equilibri istituzionali fra i ruoli della maggioranza e dell'opposizione.
Il ricorso, presentato al Tar appena venti giorni fa, è stato promosso dal consigliere Antonio Greco, dopo la nota vicenda della revoca del contributo regionale per il cosiddetto «canalone». Quando la notizia si è diffusa, verso la metà di marzo, il gruppo d'opposizione formato dallo stesso Greco e dai consiglieri Alessandro Aprile, Mario Aprile, Giovanni Cipolla, Giuseppe Cutrino, Giovanni Parente e Oronzo Sabato, ha presentato tre interpellanze «volte a conoscere gli intendimenti dell'Amministrazione con riferimento agli atti da compiere a seguito dell'intervenuta revoca del finanziamento e, in particolare, in merito al programma triennale delle opere pubbliche, ai contenziosi con i privati cittadini e alle eventuali responsabilità in ordine al mancato finanziamento dell'opera».
Come accennato, queste interpellanze non sono state ritenute ammissibili dal presidente del Consiglio comunale Valerio Armonico il quale, acquisito un parere congiunto del responsabile del settore legale del Comune e del segretario generale, ha sostenuto che esse «si basano sull'erroneo presupposto per il quale sarebbe intervenuta la revoca del contributo regionale». Secondo Armonico l'ultima comunicazione ufficiale della Regione, in merito al finanziamento, conteneva solo una «comunicazione di avvio del procedimento».
Da qui l'iniziativa presso il Tar di Lecce. I giudici della seconda sezione, presidente Antonio Cavallari, a latere Luigi Costantini e Pasquale Mastrontuono, attraverso una «decisione di merito con sentenza in forma semplificata», hanno accolto il ricorso di Greco, rappresentato dagli avvocati Antonio Simone e Francesca Soluri.
«Il Tar - commenta l'avvocato Simone - ordinando la trattazione in Consiglio comunale delle interpellanze, da una parte è intervenuto a difesa delle prerogative dei consiglieri dell'opposizione. Dall'altra è entrato nel merito del parere rilasciato dai tecnici del Comune.
La sentenza - conclude - è un monito per chiunque deve svolgere un ruolo super partes».
 

di Rosario Faggiano

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 31 Dicembre 2003

Una tegola sull'amministrazione di centrodestra a proposito del progetto sul rischio idrogeologico
«Canalone», il Tar dice «no»

Nel progetto manca la valutazione di impatto ambientale
 

VEGLIE - La prima sezione del Tar di Lecce ha accolto, nei giorni scorsi, due ricorsi contro il «Canalone». La «Valutazione di impatto ambientale», assente nel progetto di «Rimozione dello stato di rischio idrogeologico del territorio comunale», è stata ritenuta essenziale per la legittimità degli atti adottati dal Comune. La sua assenza, perciò, ha spinto il Tar ad annullare i provvedimenti approvati dall'Amministrazione condannando il Comune al pagamento delle spese sostenute dalle controparti per il procedimento giudiziario. I due distinti ricorsi, unificati perché riguardanti il medesimo argomento, sono stati presentati dai proprietari di due aziende agricole interessate dall'esproprio di terreni e dal Circolo Legambiente di Gallipoli assieme al «Comitato contro il Canalone» di Veglie.
Il nuovo risvolto riguarda una tormentata vicenda iniziata nel 2001, quando il Comune presentò alla Regione Puglia un progetto, nell'ambito dei Por 2000/2006, per fronteggiare il rischio di allagamenti del territorio. Questo progetto prevedeva, fra l'altro, la costruzione di un «canalone», praticamente lungo tutto il tragitto esterno della circonvallazione, quasi una come «trincea» contro eccezionali acque piovane. Fin dall'inizio, l'opera è stata contrastata dall'opposizione consiliare e da un Comitato locale, promotore di una petizione sottoscritta da 1755 cittadini. Il Comune ottenne, per il finanziamento del primo lotto del progetto, un contributo di circa un milione e 700mila euro (somma successivamente revocata dalla Regione per ritardata presentazione, entro l'ultima proroga concessa, del progetto esecutivo).
«Dopo la notifica di finanziamento del primo lotto - afferma il consigliere comunale Antonio Greco, a nome del gruppo di opposizione "Insieme per Veglie" - il progetto è stato approvato, poi spostato, rifatto, riapprovato da una maggioranza di nove consiglieri, messo al bando, sospeso, nuovamente rifatto, riapprovato in fretta, nel mentre giungeva la revoca del finanziamento da parte della Regione Puglia per "ritardi incolmabili". In questo groviglio amministrativo - continua il consigliere - in cui la maggioranza si è attorcigliata da sola, la minoranza e il Comitato contro il canalone hanno sempre sostenuto che non bisognava perdere i finanziamenti, che il problema degli allagamenti non andava sottovalutato e che la soluzione adottata dall'Amministrazione guidata dal sindaco Roberto Carlà era incompleta, inutile e, perciò, dannosa per il territorio. La maggioranza, però, non ha voluto sentir ragioni, né mai ha cercato un confronto serio sulle altre soluzioni prospettate. Ora - conclude Antonio Greco - con questa sentenza del Tribunale Amministrativo di Lecce, dopo quasi tre anni, l'Amministrazione vanta i seguenti risultati: ha perso cinque milioni di euro, di cui un milione e 700mila già concessi e poi revocati dalla Regione Puglia; si accolla spese per le parcelle ai progettisti e spese legali; ha vanificato numerosi consigli comunali e giunte sull'argomento; ha ignorato le proposte dei cittadini e della minoranza rifiutando qualsiasi confronto; ha perso tanto tempo senza affrontare seriamente il problema».
 

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