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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 28 Giugno

In arrivo i fondi POR

Ecco tre miliardi contro le alluvioni

VEGLIE -  Oltre tre miliardi per fronteggiare il rischio idrogeologico. Potrebbero arrivare con i Por e serviranno a scongiurare il verificarsi di gravi situazioni come quella che si determinò nell'ottobre del 1996, quando il centro abitato fu interessato da una alluvione.

La causa che determinò questo evento, peraltro di «frequenza e ricorrenza storica», è da tempo conosciuta, ma soltanto ora si sta cercando d'intervenire per cercare di risolverla.

«Quando si verificano precipitazioni di particolare intensità e durata - dice il sindaco Roberto Carlà - purtroppo c'è sempre la possibilità che il nostro Comune subisca conseguenze dannose». «Veglie, infatti, - spiega il primo cittadino - si trova a valle di un bacino idrografico che raccoglie acque piovane provenienti dalle zone limitrofe, specialmente da Salice». «In casi eccezionali - continua il sindaco - la "vora Salonara", naturale punto di deflusso di tutte queste acque, risulta non avere capacità di assorbimento sufficiente. Ecco perché l'attuale amministrazione ha deciso, utilizzando la normativa vigente in materia, d'intervenire con priorità per risolvere questo problema». «Il finanziamento ottenuto, però, - conclude Carlà - servirà soltanto a realizzare una prima parte del progetto che, complessivamente, dovrebbe costare circa 10 miliardi. Naturalmente ci stiamo adoperando già per ottenere gli altri fondi necessari».

L'intervento globale, per il momento finanziato con tre miliardi e 331 milioni (primo lotto), prevede la costruzione di un «canalone» che, partendo dalla parte est di Veglie, all'altezza della strada provinciale per Novoli, proseguirà, rispetto all'abitato, in direzione nord e poi verso ovest, fino all'altezza della strada per Monteruga. In altre parole il canale, che sarà una specie di «trincea» per raccogliere le acque in arrivo dalle zone a monte, seguirà l'esterno del tracciato della nuova circonvallazione e utilizzerà alcune cave dismesse come «recapito finale per lo smaltimento degli esuberi idrici intercettati dall'opera idraulica di progetto».


di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 30 Giugno

Il consigliere Greco ribatte alle dichiarazioni del sindaco Carlà secondo cui solo adesso il Comune sta intervenendo per cercare di risolvere il rischio di inondazioni del centro urbano e della circonvallazione con la costruzione di una barriera

Pioggia di polemiche sul canalone

«Con quali fondi sarà realizzata quest'opera faraonica?» 

VEGLIE -  E' già polemica sul «canalone» che è stato previsto come «barriera» per salvaguardare il centro abitato di Veglie e la nuova circonvallazione dal pericolo di alluvioni. L'opposizione non ha gradito l'intervento del sindaco Roberto Carlà riportato giovedì scorso dalla Gazzetta di Lecce.

Antonio Greco, già sindaco di Veglie e attuale consigliere comunale d'opposizione, innanzi tutto tiene a precisare che «non è vero che soltanto ora si sta cercando d'intervenire per cercare di risolvere il rischio idrogeologico del territorio» e poi fornisce alcune argomentazioni, già riportate in un'interpellanza presentata al sindaco lo stesso giorno del rilievo.

«Proprio sulla base di quanto afferma il sindaco - osserva Greco nell'interpellanza - e cioè che "Veglie si trova a valle di un bacino idrografico che raccoglie acque piovane provenienti dalle zone limitrofe, specialmente da Salice", chiedo di sapere perché non è stato tenuto in considerazione il progetto di sistemazione idraulica presentato all'Ufficio difesa del suolo della Regione Puglia il 12 marzo 1998 dai Comuni di Campi, Salice, Veglie e Leverano, per un importo complessivo di nove miliardi e 269 milioni, di cui tre miliardi e 331 milioni per Veglie».

Greco lamenta, inoltre, lo stanziamento parziale a beneficio della realizzazione del nuovo progetto presentato dall'attuale amministrazione comunale, e poi, evidenziando che altri Comuni sono riusciti ad ottenere finanziamenti completi, chiede: «Quando e con quali fondi si pensa di realizzare quest'opera faraonica?»

Le «ostilità», per così dire, sono aperte e non è escluso che sulla vicenda si possa aprire una discussione politica dai toni forti. Nella stessa interpellanza vengono sollevate pure altre questioni relative ad un richiesta di due miliardi presentata nel 1998 dal comune di Veglie alla Regione (Pop 97/99) per la realizzazione di strade rurali. In poche parole Greco sostiene che questo progetto poteva essere finanziato perché, secondo atti ufficiali della Regione, aveva priorità assoluta. L'attuale amministrazione, invece, avrebbe preferito presentare un altro progetto riguardante lo stesso genere di opere utilizzando i «nuovi Pop».
Quest'ultimo è stato recentemente accolto con uno stanziamento di un miliardo e 923 milioni, ma Greco afferma, in pratica, che si sarebbero potute utilizzare entrambe le opportunità di finanziamento presentando due differenti progetti per «affrontare il problema delle infrastrutture rurali del vasto territorio vegliese».

di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 3 Luglio 2001

Il sindaco Roberto Carlà replica al consigliere di opposizione Antonio Greco a proposito del «canalone»

«Così eviteremo le inondazioni»

«Abbiamo previsto anche le situazioni eccezionali»

VEGLIE -  «Il vecchio progetto, se attuato oggi, avrebbe avuto bisogno di una radicale trasformazione per l'adeguamento alle vigenti disposizioni di legge».

Così si esprime il sindaco Roberto Carlà a proposito degli «attacchi» del consigliere Antonio Greco, il quale, in riferimento alla costruzione del «canalone» che dovrebbe proteggere il centro abitato dal rischio di inondazioni, nei giorni scorsi ha sollevato alcune questioni. La più importante è quella secondo la quale l'attuale Amministrazione non avrebbe tenuto conto del progetto di sistemazione idraulica presentato alla Regione nel 1998 dai comuni di Campi, Salice, Veglie e Leverano. «Il progetto a cui si fa riferimento - sostiene il sindaco - dagli atti non risulta mai essere stato approvato, nella sua formulazione esecutiva, dalla stessa Amministrazione, all'epoca guidata da Greco».
«Quell'intervento - spiega Carlà - era destinato alla sistemazione dei canali già esistenti di affluenza delle acque meteoriche alle voragini, alla realizzazione di vasche di decantazione e alla realizzazione di pozzi assorbenti. Tutto ciò - continua il primo cittadino - avrebbe consentito il deflusso delle acque in condizioni di piovosità ordinaria, ma non avrebbe certamente garantito protezione al centro abitato in condizioni di piovosità straordinaria come quella verificatasi nell'ottobre del 1996».
«L'attuale Amministrazione - aggiunge - ha invece inteso procedere all'approntamento di un progetto che oltre ad affrontare le condizioni di normale piovosità consenta di affrontare al meglio anche eventi eccezionali, salvaguardando, il centro urbano e la realizzanda circonvallazione, la cui protezione - puntualizza il sindaco - non era stata affatto presa in considerazione dal progetto del 1998, nonostante la circostanza che il progetto definitivo della stessa circonvallazione fosse stato approvato nel 1997».

Roberto Carlà, riguardo ai fondi necessari per realizzare l'opera, ha poi precisato che la «Regione Puglia ha ritenuto meritevole il nuovo progetto di un primo stanziamento di 3miliardi e 331milioni.
Considerato l' intervento, si è fortemente fiduciosi - conclude il primo cittadino - che il nostro comune possa vedersi finanziata, in breve, l'intera opera per un importo complessivo di circa 10miliardi». Il sindaco, infine, ha rinviato al prossimo consiglio comunale l'approfondimento degli altri aspetti della discussione sollevata da Greco.


di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 17 febbraio 2002

Via libera dal consiglio comunale alla variante al Piano regolatore
Approvato il progetto del «canalone»

Catamo: «Rispettate le norme». Cutrino: «Soluzione inefficace»

 

VEGLIE -  Approvata la variante al Prg per la realizzazione del «canalone». L'altra sera il consiglio comunale, riunito in seconda convocazione, in meno di un'ora ha deliberato sull'argomento. Hanno partecipato alla riunione solo otto consiglieri di maggioranza e il consigliere d'opposizione Giuseppe Cutrino. Quest'ultimo si è allontanato dall'aula al momento della votazione e dopo aver letto una dichiarazione a nome di «Insieme per Veglie».
«Il progetto - dice Lorenzo Catamo, vice sindaco e assessore ai lavori pubblici - rispetta la normativa vigente e risolverà il rischio di allagamenti. Esso ha ottenuto la valutazione positiva della Regione Puglia e perciò è stato già finanziato il primo lotto. Al consigliere Antonio Greco, dunque, bisogna ancora una volta ricordare che il vecchio progetto di bacino, con Campi Salentina comune capofila, non poteva essere realizzato perché prevedeva di immettere in falda le acque meteoriche. E questo non è più consentito dalla legge».
Giuseppe Cutrino, da parte sua, durante il consiglio comunale ha spiegato così la posizione di «Insieme per Veglie: «Il cosiddetto «canalone» è una soluzione inefficace e parziale perché non interviene sulle problematiche degli altri comuni vicini che confluiscono le loro acque nel nostro territorio. Non è stata fatta nessuna valutazione di impatto ambientale ed è un progetto che, se realizzato, andrà a deturpare in modo decisivo e permanente il nostro ambiente. Intorno a quest'opera - ha concluso Cutrino - non è stata coinvolta per niente la cittadinanza e tutto è stato fatto nella massima segretezza».
L'argomento, insieme ad altri riguardanti le ultime vicende politiche cittadine, sarà trattato oggi, alle 18, in piazza Umberto I, durante un comizio dell'opposizione al quale parteciperanno Giuseppe Cutrino (Ds), l'ex sindaco Antonio Greco e Giancarlo Posi (Rc).

di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 10/3/02 e dal Quotidiano di Lecce di Lunedì 11/03/02

Gazzetta del Mezzogiorno 10/03/02

Monta la protesta fra gli agricoltori per gli espropri decisi dall'amministrazione comunale
«Il canalone non lo vogliamo»
«Non servirà ad eliminare il rischio idrogeologico»

 

VEGLIE - Proteste contro la costruzione del «canalone», un'opera che, nelle intenzioni dovrebbe evitare il rischi di allagamenti. Il «comitato a difesa del territorio», istituito da cittadini per «ostacolare» la realizzazione dei lavori, si prepara a «dare battaglia», mentre cinque consiglieri comunali di minoranza l'altro giorno hanno già presentano una formale opposizione e una serie di «osservazioni».
Quest'ultima iniziativa, che è sottoscritta da Alessandro Aprile, Giovanni Cipolla, Giuseppe Cutrino, Antonio Greco e Giovanni Parente, consiste in un documento inviato al presidente della Regione Raffaele Fitto, al sindaco Roberto Carlà, ai revisori dei conti del comune, all'assessorato regionale ai Lavori pubblici, al Genio civile di Lecce, all'assessorato all'Ambiente della Provincia, all'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici di Roma e alla Prefettura di Lecce. L'opposizione, in breve, mette in rilievo una serie di «aspetti tecnici ed amministrativi» della questione e poi sostiene pure che «lo stralcio del progetto ammesso a finanziamento dalla Regione per un importo di tre miliardi 331milioni di lire (la somma complessiva dell'opera supera i dieci miliardi di lire, ndr) è detto funzionale, ma tecnicamente è quello meno funzionale a risolvere il problema dei rischi idrogeologici perché interessa la parte est del paese il cui rischio di allagamento non è certamente il più alto e urgente». I consiglieri Aprile, Cipolla, Cutrino, Greco e Parente, inoltre, affermano che «nessun istituto di partecipazione è stato coinvolto e sentito. Numerosi sono i cittadini interessati direttamente a causa degli espropri (127, ndr), ma coinvolta è l'intera società vegliese perché un simile progetto, per la vastità della zona interessata e per lo stravolgimento del paesaggio rurale, investe l'economia dell'intero paese. Sono interessate zone coltivate a vigneto e zone in cui sono presenti splendidi ulivi secolari». Come detto, anche un «comitato», guidato da Francesco Mattia, si sta adoperando contro la realizzazione dei lavori. Nei giorni scorsi ventisei cittadini, interessati direttamente agli espropri, hanno presentato un'osservazione alla variante del Piano regolatore, già adottato per consentire la realizzazione del canalone. Lo stesso comitato, infine, ha promosso, per giovedì prossimo, un'assemblea «per informare i cittadini che il Consiglio sta per approvare il progetto per la costruzione di un canale largo sei metri, lungo due chilometri (dei sei previsti), e protetto da un argine alto fino a sei metri».

di Rosario Faggiano


Quotidiano di Lecce 11/03/02

Un comitato per dire "no" al canalone

VEGLIE -  È nato tra i banchi dell'opposizione di centrosinistra per poi tramutarsi in un tam tam che ha diviso in due l'opinione pubblica fino a portare all'istituzione di un apposito comitato, il "no" categorico alla realizzazione del "canalone" di Veglie. L'opera, un arco di 180° che partirebbe dalla zona Est del Comune salentino, in via Novoli,  fino a quella Ovest che porta a Monteruga, si snoderebbe lungo 6 chilometri con l'ampiezza di 6 metri ed avrebbe il fine di far defluire le acque piovane attenuando il rischio di alluvioni.

Poco meno di dieci miliardi di lire l'investimento previsto dal progetto preliminare approvato in giunta. Ma il grande arco ha suscitato dissensi prima ancora di nascere ed infatti un gruppo di cittadini di Veglie, dopo aver istituito un comitato coordinato dal signor Francesco Mattia, ha presentato numerose osservazioni al Comune facendosi tra l'altro portavoce di quanti subirebbero l'esproprio dei propri terreni al fine di permettere il passaggio del canalone.

Un'informativa dettagliata è stata inoltre inviata al presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, all'assessorato regionale ai lavori pubblici, al genio civile, alla prefettura e all'assessorato all'ambiente di Lecce, nonché all'autorità per la vigilanza sui lavori pubblici di Roma. Tra le obiezioni maggiori, innanzitutto, il fatto che il progetto preliminare tenga conto del rischio deogeologico della sola ala est di Veglie nonché la mancanza dell'analisi di sostenibilità ambientale come gli altri pareri e documenti richiesti dalla legge per opere così imponenti. I problemi più rilevanti però, derivano dal fatto che le acque intercettate dal canale confluirebbero in una cava venendo a creare «un ameno parco lacustre suburbano» e, quel che è peggio, circa 500 ettari di terreni, tra espropri fasce inutilizzabili, verrebbero sottratti alla produzione agricola con le ovvie conseguenze che ne deriverebbero. Il comitato "contro", pertanto, vuole vederci chiaro e chiede il coinvolgimento di tutti gli enti e gli organi competenti che non sono stati al momento sentiti ne coinvolti in questo mega progetto.

di F. P.

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 14/03/02

Un'opera da oltre tre miliardi che dovrebbe evitare gli allagamenti. Ma contro il progetto ci sono ben 35 ricorrenti. Ed ora è stata convocata un'assemblea pubblica

Tutti contro il «canalone»
«Secondo gli oppositori impoverirebbero i terreni

 

VEGLIE - Entra nel vivo la mobilitazione contro il «canalone». L'opera, che dovrebbe fronteggiare il rischio di allagamenti, potrebbe avere l'approvazione definitiva in un prossimo consiglio comunale. Allo stato attuale, infatti, è già stata adottata la variante al Piano regolatore generale per consentire la realizzazione del primo stralcio del progetto (tre miliardi 331milioni), ma contro di essa ci sono già trentacinque ricorrenti, compreso l'ex sindaco di Veglie Elio Spagnolo. Questa sera, dunque, alle 18.30, presso l'ex palazzo del mobile in via Carducci, si terrà un'assemblea pubblica, promossa dal «Comitato contro la costruzione del canalone». Lo scopo della manifestazione è quella di valutare l'opportunità di intraprendere «nuove iniziative per opporsi all'approvazione del progetto». Secondo gli organizzatori, rappresentati da Francesco Mattia, «l'opera, che prevede la realizzazione di un canale, protetto da un argine alto fino a sei metri, lungo sei chilometri e largo sei metri, se fosse realizzata determinerebbe l'impoverimento collettivo del paese, poiché circa cinquecento ettari di terreni, in buona parte di prima classe, verrebbero sottratti alla produzione agricola e centinaia di piccole imprese (sono previsti 127 espropri - ndr.) scomparirebbero dal sistema produttivo agricolo».


Durante l'assemblea, peraltro, il Comitato evidenzierà l'impatto ambientale dell'opera. Per tale ragione sono stati invitati a partecipare alla manifestazione anche i rappresentanti provinciali di Italia Nostra e di Legambiente.
Contro il canalone, nei giorni scorsi, si è dichiarata pure l'opposizione di centrosinistra. «Auspichiamo - dice Alessandro Aprile - che venga considerata la portata delle varie osservazioni presentate. Un ripensamento sulla questione e un passo indietro rispetto al progetto, voluto e difeso a tutti i costi dall'attuale Amministrazione, farebbe onore alla maggioranza».
Il vicesindaco Lorenzo Catamo, da parte sua, afferma: «Il problema del canalone esiste e l'Amministrazione vuole affrontarlo con serietà, anche perché, al di là delle facili strumentalizzazioni politiche, siamo tutti cittadini di Veglie e perciò vogliamo operare per il bene comune. Per questi motivi noi abbiamo intenzione di programmare prossimamente alcuni incontri con tutta la cittadinanza, alla presenza dei tecnici progettisti, per discutere del problema».


di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 19/03/02

Il consigliere regionale diessino Antonio Maniglio ha presentanto una interrogazione «a risposta scritta»

«Il canalone stravolgerebbe il nostro territorio»

«Ritirare il finanziamento: scaduti i termini per la presentazione del progetto esecutivo»

 

VEGLIE - La questione del «canalone» è sul tavolo del Presidente del Consiglio Regionale Mario De Cristofaro. Dopo l'assemblea pubblica organizzata nei giorni scorsi da un «comitato» di cittadini che lottano contro la realizzazione dell'opera, il consigliere regionale Antonio Maniglio (Ds) ha presentato una interrogazione «a risposta scritta» alla quale dovranno fare seguito il Presidente della Giunta Raffaele Fitto e l'assessore ai lavori pubblici Felice Amodio.
Il progetto, che nelle intenzioni dovrebbe evitare il rischio di allagamenti, prevede, all'esterno del tracciato della circonvallazione, la costruzione di un canale lungo 6 chilometri, largo 6 metri e profondo da 4 a 6 metri. Maniglio sostiene che il «canalone» è privo dell'«analisi di sostenibilità ambientale, ossia della valutazione dei seguenti fattori ambientali: degrado del suolo, ambiente urbano, paesaggio e patrimonio culturale, qualità acqua; di conseguenza non è stata prodotta la valutazione di impatto ambientale, né la valutazione strategica esplicitamente richiesta dal bando».
«L'opera in questione - afferma il consigliere regionale - se realizzata, provocherebbe uno stravolgimento del territorio». Secondo Maniglio, infine, il finanziamento concesso al comune di Veglie dovrebbe, comunque, essere annullato perché sarebbero già «abbondantemente» trascorsi i termini fissati per la presentazione, alla Regione, del progetto esecutivo. Per tali ragioni l'esponente dei Ds chiede «se al comune di Veglie è stata già comunicata la revoca del finanziamento e i motivi per i quali il progetto è stato ammesso nonostante allo stesso non siano stati allegati i documenti relativi alla valutazione ambientale». Maniglio conclude chiedendo di voler valutare «anche in sede di verifica del Por, e relativamente alla misura riguardante il dissesto idrogeologico, l'opportunità di privilegiare gli interventi che non prevedono una cementificazione del territorio bensì quelli che intervengono su fattori naturali come il ripristino delle vore».


di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 22/03/02

Il vice sindaco Catamo (An) replica alle accuse del consigliere regionale Maniglio (Ds)

«Il progetto del canalone è in ordine»
«L'analisi di sostenibilità ambientale è stata allegata agli elaborati esecutivi»

 

VEGLIE -  «Il progetto del canalone non è affatto privo dell'analisi di sostenibilità ambientale ed anzi la stessa si trova nell'allegato cinque del progetto esecutivo».
Così ribatte il vice sindaco e assessore ai lavori pubblici Lorenzo Catamo (An) al consigliere regionale Antonio Maniglio (Ds). Quest'ultimo, nei giorni scorsi, contro la realizzazione dell'opera,
ha presentato un'interrogazione «a risposta scritta» al presidente della Puglia Raffaele Fitto e all'assessore regionale Felice Amodio.
Sostanzialmente il canalone è ritenuto dall'opposizione di centrosinistra, ma anche da un comitato cittadino di protesta, «inutile e dannoso perché stravolge il paesaggio, danneggia l'economia e non risolve il problema degli allagamenti».
Catamo, dunque, replica sui vari punti di natura tecnica sollevati da Maniglio e fornisce, con pungenti frecciate, la versione dell'Amministrazione comunale.
«Noto con dispiacere - afferma il vice sindaco - come la necessità politica di curare il proprio elettorato faccia dire al consigliere regionale Maniglio delle colossali inesattezze».
«Non è colpa della maggioranza - continua Catamo - se l'opposizione non sa leggere le carte che pure ha a disposizione. Per quanto riguarda la presunta scadenza dei termini per la presentazione del progetto esecutivo, ad esempio, appare evidente la "distrazione" del consigliere regionale Maniglio. Il progetto esecutivo, infatti, al contrario di quanto lui sostiene, è già stato acquisito dall'assessorato regionale ai Lavori pubblici in data 18 gennaio 2002. Il consigliere Maniglio - conclude Catamo - non sa, inoltre, che il ripristino e l'utilizzazione delle vore è vietato dalle leggi che, peraltro, furono volute proprio dal passato governo di centrosinistra nazionale».


di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 24/03/02

Antonio Greco replica al vice sindaco Catamo

«Il progetto del canalone? E' soltanto carta straccia»
Il consigliere d'opposizione: «Il problema esiste e la Giunta deve cominciare ad affrontarlo con serietà»

 

VEGLIE -  La questione del «canalone» diviene un «giallo politico-amministrativo».

Mentre il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Lorenzo Catamo (An), replicando alle accuse del consigliere regionale Antonio Maniglio (Ds), nei giorni scorsi ha sostenuto la perfetta regolarità tecnica e procedurale del progetto, l'opposizione di centrosinistra interviene per sostenere esattamente il contrario.

«Il vicesindaco - osserva il consigliere comunale Antonio Greco - ha cercato di alzare un polverone tirando dal suo cilindro alcune "magie" per nascondere e coprire le gravissime difficoltà in cui si trova 1'Amministrazione di centrodestra per il cosiddetto "canalone", e non solo».

«Catamo - continua il consigliere comunale - ha fatto "apparire" l'analisi di sostenibilità ambientale nell'allegato cinque del progetto esecutivo, ha sostenuto che lo stesso progetto è stato consegnato a Bari nei termini prescritti e ha fatto "scomparire" per legge la possibilità del ripristino e utilizzazione delle vore».

«In realtà - controbatte Antonio Greco - la Giunta comunale di Veglie, ad aprile dell'anno scorso, ha approvato il progetto preliminare e definitivo del canalone con una delibera che non contiene l'allegato cinque».

«La Regione Puglia - prosegue -poi, con nota del 12 novembre 2001, ha comunicato che il progetto è stato ammesso a finanziamento, ma ha fissato il termine di sessanta giorni per la redazione ed approvazione del progetto esecutivo. Non è colpa dell'opposizione, né di Maniglio, se la maggioranza non sa leggere le carte».

«I1 centrodestra - spiega ancora il consigliere comunale Greco - ha provveduto solo a redigere il progetto, ma non ad approvarlo in variante. L'Amministrazione, quindi, il 18 gennaio scorso, ha portato a Bari carta straccia».

«Catamo- aggiunge l'esponente dell'opposizione di centrosinistra - sostiene, inoltre, una "colossale" tesi quando afferma che le storiche vore di Veglie non esistono più perché una legge ne impedisce l'utilizzo».

Antonio Greco conclude il suo intervento ricordando che il vicesindaco ha pubblicamente dichiarato «che il problema del canalone esiste» e per tale ragione si chiede: «quando 1'Amministrazione inizierà ad affrontarlo con serietà?».


di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 26/03/02

Ancora polemiche attorno al temuto rischio idrogeologico

«Sul canalone procedura regolare»

«L'attuale legge impedisce l'uso delle storiche vore»

 

VEGLIE -  Continua la polemica sul «canalone», l'opera che dovrebbe risolvere il rischio idrogeologico del territorio. Dopo le dichiarazioni del consigliere comunale di minoranza Antonio Greco, il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Lorenzo Catamo (An) ritorna nuovamente sull'argomento. Il centrosinistra, è bene ricordarlo, si oppone fermamente alla realizzazione dell'opera. La polemica degli ultimi giorni, però, oltre a riguardare i vari aspetti generali della questione, adesso tocca anche l'iter d'approvazione e di presentazione del progetto alla Regione Puglia. In particolare, secondo Catamo, l'«analisi di sostenibiltà ambientale» è contenuta nell'allegato cinque della delibera, approvata ad aprile 2001, del progetto del canalone; secondo Greco, invece, quest'allegato nella delibera non c'è.
«Il famigerato allegato cinque - ribadisce il vicesindaco - esiste agli atti e porta il timbro di protocollo «in arrivo» del 12 aprile 2001. Se il professore Antonio Greco si sentisse con i suoi collaboratori vegliesi, saprebbe che il consigliere Alessandro Aprile ha ricevuto copia del documento in data 20 marzo 2002».
«La procedura con la Regione Puglia - continua - è regolare e l'approvazione in variante del progetto è stata ritardata per avere la certezza del finanziamento».
Catamo, poi, passando all'altro aspetto dell'ultima polemica con Greco, cioè quello relativo alla possibilità di utilizzare le vore per risolvere il problema degli allagamenti, afferma di non aver «sostenuto alcuna colossale tesi sulla inesistenza delle storiche vore vegliesi».
«Prima di trarre delle conclusioni assolutamente fuori luogo - aggiunge il vicesindaco - invito il consigliere Greco a leggersi meglio il decreto legislativo 152 dell'11 maggio 1999 riguardante le disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/Cee sulle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/Cee relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole». «Personalmente - conclude Catamo - non tiro fuori nessuna "magia"; in questo caso, al contrario, ho fornito le risposte dovute con l'ausilio dell'Ufficio tecnico».


di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 29/03/02

«Canalone, inutile opera pubblica faraonica e costosa»

 

VEGLIE -  Legambiente contro il progetto del «canalone», l'opera del Comune di Veglie per prevenire il rischio idrogeologico. «Un serpente di cemento lungo otto chilometri, largo sei e alto altrettanto che circonda l'abitato, un intero paese in trincea, decine e decine di piccole e medie aziende letteralmente fatte a pezzi per la modica cifra di nove miliardi di vecchie lire. Queste le cifre - dice Maurizio Manna di Legambiente - di un'opera faraonica quanto inutile approvata dalla Giunta di Veglie nell'aprile dello scorso anno. Si tratta - spiega l'associazione ambientalista - di un canale per l'intercettazione delle acque meteoriche ingiustificabile. Razionale sarebbe, semmai, ripristinare le scoline e tenere pulite le vore: una soluzione più semplice, meno costosa e devastante. Siamo invece di fronte ad un autentico esempio di come non si gestiscono i fondi pubblici e di come non si comprendano le problematiche relative al dissesto idrogeologico in rapporto al degrado del territorio e del paesaggio».

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 31/03/02

«Allagamenti? Legambiente si accomodi»

VEGLIE -  Ancora polemiche sul «canalone». Il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Lorenzo Catamo replica alle affermazioni di Maurizio Manna, presidente di Legambiente. Quest'ultimo, nei giorni scorsi, definendo l'opera «inutile, faraonica, costosa e devastante», ha proposto il ripristino delle scoline e delle vore per evitare gli allagamenti che si verificano nel territorio e nel centro abitato in caso di piogge eccezionali.
«Apprendo con piacere - dice Catamo - che Legambiente si interessa dei problemi ecologici di Veglie e che suggerisce soluzioni alternative per risolvere il rischio idrogeologico».
«Gradirei, però - continua il vicesindaco - che si passasse dalle parole ai fatti. Se Maurizio Manna ritiene che sia tanto facile ripristinare l'equilibrio idrogeologico di Veglie, evitando la costruzione del famigerato canalone, perché non si mette all'opera con i suoi volontari per ripristinare i canali naturali e le vore? Si accorgerebbe, constatando personalmente e non per sentito dire, che un paese estesosi a macchia d'olio negli ultimi quarant'anni ha stravolto, con l'abusivismo edilizio, ogni antica difesa delle campagne».
«A meno che - conclude ironicamente il vicesindaco - Legambiente non intenda radere al suolo tutte le case costruite in dispregio di ogni equilibrio idrogeologico, coinvolgendo anche quelle di tanti contadini che Maurizio Manna e i suoi amici difendono!»

di r.f.

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 3 Aprile 2002

Ancora polemica per gli elaborati sulla prevenzione del rischio idrogeologico
«A Bari un progetto monco»

«Sul canalone è mancato il confronto»

 

VEGLIE -  Non si attenua lo «scontro» sul canalone. Il dibattito cittadino su quest'opera pubblica, progettata con l'intenzione di risolvere il rischio idrogeologico del territorio, ormai impegna giornalmente maggioranza e opposizione. Dopo le dichiarazioni del vicesindaco Lorenzo Catamo, interviene il consigliere comunale di minoranza Alessandro Aprile, capogruppo di «Insieme per Veglie». A proposito della procedura amministrativa dell'opera, Aprile attacca l'amministrazione guidata da Roberto Carlà e replicando a quanto sostenuto dal vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici Lorenzo Catamo.
«Catamo - dice il capogruppo di Insieme per Veglie - dà ragione all'opposizione quando afferma che un importante allegato (analisi di sostenibilità ambientale, ndr.) è pervenuto al protocollo del Comune nell'aprile del 2001, ma non è stato mai inserito nella delibera di Giunta con la quale è stato approvato il progetto del canalone. L'approvazione in variante del progetto, inoltre, non è ancora avvenuta e perciò il progetto presentato a Bari è monco perché manca di un aspetto essenziale della procedura amministrativa».
«Detto questo - continua Aprile - non si devono perdere di vista gli aspetti essenziali del problema. Noi siamo contrari alla soluzione adottata dall'Amministrazione Carlà perché non è l'unica possibile, è stata redatta in fretta, è nata solo dal bisogno di intercettare finanziamenti pubblici, non risolve il problema degli allagamenti ed è dannosa perché stravolge il territorio. Siamo decisamente contrari anche perché su un'opera tanto importante non è stato sentito nessuno».
«Mi sarei aspettato - aggiunge - che l'assessore ai lavori pubblici Catamo ci avesse spiegato, come promesso, cosa sta facendo l'Amministrazione per un confronto serio con i cittadini, con il Comitato contro il canalone, con le associazioni ambientaliste, con i sindacati, con le consulte e anche con l'opposizione. Invece polemizza, forse solo per difendere se stesso e per rendere ancora più complicata la vicenda».
«Purtroppo - conclude Aprile - il settore dei lavori pubblici è nel caos più totale».

di Rosario Faggiano

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 5 Aprile 2002

Il vice sindaco Lorenzo Catamo precisa la posizione dell'amministrazione

«Canalone, iter regolare»
«Su questo problema solo attacchi personali»

 

VEGLIE -  «L'iter del progetto del canalone è corretto». E' questa la risposta immediata del vicesindaco Lorenzo Catamo alle rinnovate accuse, riportate sulla Gazzetta di ieri, del capogruppo di «Insieme per Veglie» Alessandro Aprile. Il particolare aspetto «procedurale» della complessa questione riguardante il canalone, dunque, è di nuovo in primo piano. Questa volta, però, Catamo cita il contenuto di un documento a sostegno di ciò che afferma. Si tratta di una nota del 28 marzo 2002 dell'Assessorato regionale ai lavori pubblici indirizzata a tutti i consiglieri comunali di minoranza «Insieme per Veglie», in riscontro all'opposizione dagli stessi presentata contro la realizzazione dell'opera.
«Dal testo della nota della Regione - dice Catamo - si può desumere la corretta procedura amministrativa del progetto del canalone. Nella stessa nota, peraltro, viene precisato che esiste, allegata all'istanza presentata dall'Amministrazione comunale, la Vas (valutazione d'analisi sensibilità ambientale) e che la stessa è stata rilevata anche dal Gruppo di lavoro incaricato dell'istruttoria dei progetti».
Catamo considera le accuse dell'opposizione «un attacco personale».
«Alessandro Aprile - sostiene il vicesindaco - arriva addirittura al linciaggio morale pur di difendere quelle che lui sa essere pericolose bugie».
«Io non ho mai affermato - puntualizza - che l'allegato cinque (la Vas, ndr.) del progetto per il risanamento idrogeologico del territorio, pur essendo stato acquisito al protocollo generale nell'aprile 2001, non è stato mai inserito nel progetto approvato dalla Giunta».
«Fatte queste precisazioni - aggiunge Catamo - nulla altro ho da aggiungere alle affermazioni del consigliere Alessandro Aprile perché non ritengo di dovermi difendere da chi racconta frottole pur di colpire, non importa con quali conseguenze, il suo nemico politico. Il settore dei lavori pubblici - conclude - non è certamente nel caos. Al contrario, esso sta lavorando alacremente per la realizzazione dei progetti dell'Amministrazione comunale».

di Rosario Faggiano

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